REALE
martedì, 18 ottobre 2011
REALE
Alla manifestazione di Roma Stefano, ci ha portato anche la
figlia di sei anni. Ecco cosa racconta: Per rientrare non ho ripreso l’autobus,
io e la mia bambina siamo saliti su un treno, riuscendo a venire via appena in
tempo da Piazza San Giovanni con un profondissimo senso di rabbia e tristezza.
In quella piazza pacifica, con migliaia di persone che cantavano o si
riscaldavano stesi sotto un incredibile sole autunnale, improvvisamente, come
uno tsunami, si è riversata un’onda di persone impaurite. Appena in tempo siamo
riusciti ad uscire dalla piazza e vicino alla metropolitana, voltandomi
indietro, ho visto il getto d’acqua uscire dai bocchettoni della camionetta
della polizia. Tutto come previsto insomma… Scontri dovevano esserci, scontri
ci sono stati. Qualche centinaio di stupidi, violenti, ed infiltrati hanno
imperversato senza nessun tipo di argine, se non quello dei manifestanti che li
cacciavano via al grido di ”fascisti, fascisti”. Poi, improvvisamente, arrivano
le cariche delle forze di polizia che travolgono tutto e tutti. L’impressione
avuta era che l’ordine fosse quello di non permettere al fiume di raggiungere
Piazza San Giovanni, evitare che quel luogo potesse trasformarsi in un
gigantesco campo presidiato da migliaia di persone per un altro mondo non solo
possibile ma oggi sempre più indispensabile. Questo movimento però non si
fermerà e riuscirà trarre dalla giornata di ieri ancora più forza e
convinzione. (meditazione sul racconto: manifestazione del 15.10.2011 a Roma di
Stefano Cristiano, Rifondazione Comunista Toscana).
QUINDICI
OTTOBRE DUEMILAUNDICI
Il giorno prima della manifestazione
vari personaggi politici dicevano:
andremo alla manifestazione.
Poi Casini e Di Pietro
han detto che non c’erano.
Dopo un po si è scoperto
che non c’era nemmeno Vendola.
Io ho fatto tutta la manifestazione
e ho fatto le cose
che di solito fanno
i dirigenti politici
che hanno contribuito a portare
la gente in piazza:
trattare con la Questura
per come evitare il peggio
quando c’è casino.
Evidentemente qualcuno
ha un’idea della politica
dove le persone in carne ed ossa
non ci sono mai
e dove c’è una divisione del lavoro
tra chi va in televisione e chi in piazza.
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