INTELLETTI
DOMENICA, 30 OTTOBRE 2011
INTELLETTI
Una generazione di giovani intelletti, che nei primi impeti
avevano abbracciato le idee mazziniane, garibaldine, repubblicane, ma che
quando, nutrito l’intelletto di buoni studi, si erano dati ad esaminare le
cause del malessere sociale, le avevano viste additate assai meglio dei
garibaldini, dei repubblicani, e anche dei mazziniani, avevano finalmente
compreso la grande importanza della questione economica. L’avevano compresa e
non si erano fermati alla critica demolitrice, anzi avevano cercato la via buona
e pratica per giungere alla meta: così sorgevano i lavoratori, assieme a
giovani economisti e sociologi, estesero in ogni campo dell’attività sociale i
principi che per primo Marx propugnò scientificamente. Essi scorgevano e
capivano il nuovo assetto necessario per il benessere dell’intera umanità. I
primi scrittori studiosi di socialismo, i primi che propugnarono le idee della
nuova scuola economica, politica e filosofica furono ardenti e critici, seguaci
e fedeli di Carlo Marx che aveva mosso alla società borghese la critica più
completa e più poderosa, dal materialismo storico e dalla lotta di classe fino
alla dottrina del plusvalore.
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M I S E R A I T A L
I A
Misera Italia, se il servir ti pesa,
Perché, scordando il senno tuo primiero,
Sol de’ nemici tuoi spieghi in difesa
Quel che ti resta ancor genio guerriero?
A che pugnando per non giusta impresa
Spargere il sangue sopra il suolo Ibero;
A che ministra dell’altrui contesa
Tentar de’ ghiacci il periglioso impero?
Ed or, dimmi, perché questa non sdegna
Schiera de’ figli tuoi famosi e forti
Nova vestir di schiavitude insegna?
Ah, se lagnarti e non oprar tu sai,
Se cotanta viltà vedi e comporti,
Servi, ché il merti, e più non pianger mai.
-Giovan Luigi Redaelli-
(Cremona, 1785 – 1815)
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