FROTTOLE

 

mercoledì, 12 ottobre 2011

FROTTOLE

 

Il contar frottole è un metter insieme discorsi e fatti immaginari quali vuole il contafrottole e questi è suppergiù un tale che, appena incontra un amico, gli chiede subito con ciera soddisfatta e con un sorrisetto sulle labbra: Donde vieni? E hai qualcosa da dire? Che cosa e come? Sei in grado di narrar qualcosa di nuovo riguardo a quella faccenda?; e come se lo voglia assalire, domanda ancora: Non è vero che tira aria di novità? E le notizie sono davvero buone! E senza lasciar tempo di rispondere, seguita: Che dici? Non hai inteso nulla? Pare che ti dovrò dar io in pasto le ultime novità. E ha a mano un soldato o un servo del flautista Astea o l’impresario di lavori Lycone arrivato appena proprio dalla battaglia, dai quali asserisce di aver sentito ogni cosa. Le sue notizie risalgono dunque sempre a persone ineccepibili. E seguita asserendo che queste narrano che Polyperchonte e il re hanno vinto la battaglia e che Cassandro è prigioniero. E se qualcuno gli chiederà e tu ci credi?, risponderà di sì, perché in città la cosa si narra ormai a voce alta, e la notizia prende sempre più consistenza, e tutti son d’accordo nel dare la stessa versione della battaglia, e dice che è stato un gran brodetto. E soggiunge che egli ne scorge un indizio anche nei visi delle autorità: ché li vede tutti trasfiguriti e narra di aver sentito sussurrare che essi tengono nascosto in casa un tale che è arrivato di Macedonia già da quattro giorni e sa bene ogni cosa. E, mentre narra tutto, potete credere come si lamenta in modo convincente gridando Infelice Cassandro! Poveretto! Vedi la fortuna com’è fatta! Ma è stato almeno potente e Devi esser tu solo a saperlo. E salta addosso a tutti i cittadini per dirglielo. Io mi chiedo con stupore, a che vogliano riuscire tali persone congegnando frottole: perché non solo mentono, ma anche ne hanno danno; ché spesso gli uni di loro, mentre radunavano intorno a sé crocchi nelle terme, sono stati intanto derubati dei vestiti; gli altri, mentre sotto i portici vincevano per terra e per mare, sono stati condannati in contumacia; e taluni, mentre pure a parole espugnavano di viva forza la città, furono intanto frodati del pranzo. Davvero meschino è il loro mestiere; in qual portico, in quale officina, in qual parte della piazza non passano essi la giornata, riducendo al lumicino gli ascoltatori, tanto li rifiniscono con i loro discorsi menzonieri! (meditazione: Il contar frottole di Teofrasto).

 

 

 

I    F L A U T I     D I    P I E R O

 

Immortalate canne di Bambù

 

viventi suoni dal vento umano

 

dondolanti ai ritmi arcani

 

squarci di orizzonti panoramici

 

profumi di nature e fiori.

 

Sognanti uditi melodiosi

 

rinascimentali passi danzanti

 

boccoli di capelli donzelli

 

arti che muovon leggiadre

 

arie musicali dei nostri tempi.

 

Speranze mutanti nell’ère

 

generazionali drammi e gioie

 

affratellanze caleidoscopiche

 

educate all’arte del costruire

 

strumenti di pace per la pace.

 

-Renzo Mazzetti-

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