BOSSOLO
domenica, 9 ottobre 2011
BOSSOLO
Una parte degli uomini si gode i suoi vizi con perseveranza
e segue con impegno la strada che ha scelto; molti invece navigano tra due
acque, ora attenendosi al bene, un momento dopo schiavi del male…. Un momento a
Roma andava dietro alle donne sposate, il momento dopo voleva vivere da
studioso ad Atene….. Il buffone dopo che l’artrite giustiziera gli ebbe
storpiato le articolazioni delle mani, prese a servizio pagandolo a giornata
chi raccogliesse i dadi al suo posto e li gettasse nel bossolo. Più uno insiste
nello stesso vizio, meno infelice si sente, e sta certo meglio di chi si
affanna ora tirando la corda ora allentandola… Tu sei sempre lì a lodare la
vita fortunata e i costumi della gente di una volta; ma se un dio
improvvisamente intendesse trasferirti a quei tempi, ti tireresti indietro, e
come: o perché non sei convinto che il miglior modo di vivere sia quello che
vai predicando o perché non sai difendere la virtù con fermezza e resti nel
pantano, cercando invano di scrollare il piede dal fango…….. Tu che comandi sei
un poveretto che servi altri e ti fai dirigere come un burattino di legno che è
diretto dai fili che altri tirano. Chi è mai libero dunque? Il saggio, che
comanda a se stesso, che né la povertà, né la morte o le catene atterriscono,
che resiste alle passioni e fermamente disprezza gli onori, tutto raccolto in
se stesso, levigato, rotondo, sicché niente da fuori riesce a far presa sulla
liscia superficie, uno su cui i colpi della sorte cadono sempre a vuoto. Puoi,
tra le virtù del saggio, riconoscerne una come tua? Una donna ti chiede cinque
talenti, ti tormenta, ti caccia fuori e t’annaffia di acqua gelata, poi ti
richiama indietro; sottrai il collo a questo giogo immondo e sii libero; su,
dillo: ” Sono Libero ”. Non ce la fai. (meditando: Satire, Libro secondo,
capoverso 7, Quinto Orazio Flacco).
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B O L G H E R I
Oh! Quanta Luna
tonda e bianca
grossa grossa si appoggia
sulle punte degli alti cipressi.
Bolgheri di notte
ammiravamo un posto nascosto.
Scomparso reciproco timore
un po’ di gioia appare
in confidenza sguardi
nel buio lumini ansiosi.
E fu mia speranza
volontà tua di conoscere
entrare nella galleria
dove non finivano quei cipressi?
Vivevo ogni attimo
nella scoperta d’ogni palpito
e le nostre sensazioni
quelle che fantastico
e quelle che rivivo
non hanno avuto seguito.
Nel ritorno chissà perché
avevo preso per Volterra.
Ora sono in casa a San Miniato
ai fornelli alle due di notte:
Spaghetti allo Zafferano
bicchier di vino rosso.
La colpa di quest’appetito
è della Zuppa di Bolgheri
c’ha fatto d’antipasto.
Non sono come Lui
ma da me s’emana
un alito da poeta.
Nella velleità
del parlarti ancora
questa scrittura.
Grazie a te per la gita
al mare di Cecina.
Nella speranza
che tu mi chiami
accendo il cellulare
e vado a dormire.
E rivedo Bolgheri:
Conto i cipressi.
Assaporo labbra salate…
-Renzo Mazzetti- (da Miraggio, 1998)
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