VITA
VENERDÌ, 30 SETTEMBRE 2011
VITA
E chi sa che Virgilio, Dante e gli altri toscani poeti con
quelle lor favole non volessero insegnarci che le piante non sono affatto prive
di senso? Io so molto bene che non v’è motivo né conghiettura né prova né
ragione concludente, non tanto per la parte affermativa quanto per la ragione
concludente, non tanto per la parte affermativa quanto per la negativa: ma egli
è anche vero che le piante si nutricano, crescono, e producono seme e frutto
come gli altri animali; cercano con ansietà il sole e l’aria aperta e sfogata;
sfuggono in quel modo migliore che possono l’ugge malefiche, e con movimenti
invisibili si torcono per incansarle; e chi sa, se gambe avessero e non
avessero e non fossero così altamente radicate in terra, che non fuggissero da
chi vuole offenderle, ed offese e straziate non facessero i lor versi ed i loro
lamenti, se organi possedessero disposti e proporzionati all’opra della
favella? (meditazione su: la vita sensitiva delle piante di Francesco Redi).
Quando l’ultimo albero sarà abbattuto
L’ultimo fiume avvelenato
L’ultimo pesce catturato
Soltanto allora ci accorgeremo
Che i soldi non si possono mangiare.
-Toro Seduto-
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