TURBOLENZE

 

martedì, 20 settembre 2011

TURBOLENZE

 

Egli nacque Dante in seno alla fiera e feroce barbarie d’Italia, la quale non fu maggiore che da quattro secoli innanzi, cioè nono, decimo ed undicesimo, di mezzo ad essa, Firenze rincrudelì con le fazioni de’ Bianchi e Neri, che poi arsero tutta Italia, propagate in quelle de’ Guelfi e de’ Ghibellini, per le quali gli uomini dovevano menar la vita nelle selve o nella città come selve, nulla o poco tra loro e non altrimenti che per le streme necessità della vita comunicando; nel quale stato dovendosi penuniare di una somma povertà di parlarti, tra per la confusione di tante lingue quante furono le nazioni che dal settentrione eranvi scese ad innondarla, quasi ritornata in Italia quella della gran torre di Babilonia, i latini da’ barbari, i barbari da’ latini non intendendosi, e per la vita selvaggia e sola menata nella crudel meditazione d’innestinguibili odii che si lasciarono lunga età in retaggio a’ vegnenti, dovette tra gl’italiani ritornare la lingua muta, che noi dimostrammo delle prime nazioni gentili, con cui i loro autori, innanzi di truoversi le lingue articolate, dovettero spiegarsi a guisa di mutoli per atti o corpi aventino naturali rapporti, alle idee, che allora dovevano essere sensibilissime, delle cose che volevan essi significare, le quali espressioni vestite appresso di parole vocali debbono aver fatta tutta l’evidenza della favella poetica; il quale stato di cose dovette più che altrove durare in Firenze per lo bollore turbolento di quell’acerrima nazione, come per ben duecento anni appresso, fino che fu tranquillata col principato, durò il maroso di quella repubblica tempestosissima. (meditazione su Dante e sulla natura della vera poesia di Giambattista Vico).

 

R I C O R D O    DI    U N A    P O E S I A

 

Sentivo qualche cosa

 

poco tempo fa

 

mentre pioveva.

 

Sentivo con l’udito

 

battere le gocce

 

della fredda pioggia

 

contro i vetri

 

della mia finestra.

 

Mi sentivo solo poco tempo fa

 

e il mio cuore batteva

 

assieme alle mie palpebre

 

al rombo dei tuoni.

 

Sentivo qualche cosa

 

poco tempo fa

 

mentre pioveva.

 

-Renzo Mazzetti-

 

 

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