PRECARIO
DOMENICA, 24 LUGLIO 2011
PRECARIO
Perché un
giornalista decide di togliersi la vita? La domanda viene spontanea di fronte
al suicidio di Pierpaolo Faggiano, 41 anni, pugliese, collaboratore della
”Gazzetta del Mezzogiorno”. Oggi più di ieri scegliere di fare il giornalista è
votarsi a un’esistenza da precario. Non è questione di bravura. E’, piuttosto,
questione di disponibilità. Disponibilità a non rompere le scatole, a dire
sempre di sì, a non andare mai in ferie, a lavorare anche se sei malato, a
essere malpagato. Anche nel passato bisognava accettare gran parte di queste
condizioni, ma almeno avevi la speranza, se non eri proprio un cane, che, prima
o poi (più poi che prima), ti avrebbero sistemato, che avresti ottenuto il
contratto a tempo indeterminato, con tanto d’esame professionale, finendo, caso
mai, in qualche redazione periferica, dove mancava sempre qualcuno e dove
potevi farti le ossa. Come se tu non avessi accumulato una buona dose
d’esperienza navigando da una redazione all’altra, per anni. Ma chi se ne
fregava. Bastava non avere più l’assillo. Bastava non fare più scena muta, o
dare risposte imbarazzate, alle domande, preoccupate, dei familiari. I quali,
parlando in tua assenza, si erano sempre rammaricati perché ”il loro benedetto
figliolo, invece di darsi al commercio, approfittando delle attività esistenti
del nonno, ha scelto questa cosa qui, che a me, a dirvela tutta, non sembra
neanche un lavoro”. Sinceramente, veniva voglia di dire basta, in certi
momenti. Ma poi, tirando fuori l’orgoglio, ti imponevi di non dargliela vinta.
E andavi avanti stringendo i denti. Avendo ragione, alla fine. Pierpaolo
Faggiano non ce l’ha fatta. E ha detto basta. Basta alla condizione di
precario. Basta a una vita senza speranza. La sua scelta scuote. Deve scuotere.
Deve andare oltre le fiaccolate, ignorate un po’ da tutti. Deve imporre,
invece, azioni concrete sul lavoro in generale e sul giornalismo in
particolare. La gente è stufa di parole di circostanza. (tratto da L’Aurora de
Lo Spettro, il corsivo di Riccardo Cardellicchio).
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SEREPTA MASON
Il fiore della mia vita sarebbe sbocciato d’ogni lato
se un vento crudele non avesse appassito i miei petali
dal lato che vedevate voi del villaggio.
Dalla polvere levo la mia protesta:
il mio lato in fiore voi non lo vedeste!
Voi, i vivi, siete davvero degli sciocchi
e non sapete le vie del vento
e le forze invisibili
che governano i processi della vita.
-Edgar Lee Masters-
ùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù
LA MASSIMA DEL TERZO MILLENNIO:
Le decisioni assunte a livello europeo non risolvono i
problemi. L’Europa rimane l’unica economia in cui la Banca centrale non può
acquistare direttamente sul mercato primario i titoli degli stati membri. Gli
stanziamenti europei che paghiamo noi serviranno solo ad ingrassare la
speculazione. La manovra europea trasforma in un furto “controllato” quello che
sino a ieri avveniva come una rapina a mano armata. (Paolo Ferrero).
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