GIOIE
martedì, 12 luglio 2011
GIOIE
Quelli che sguazzano
in un’abbondanza al di là del giusto, succede che il fiume, rabbioso, li porti
via, tirandoli giù insieme con la riva. Chi invece cerca solo quel poco di cui
ha bisogno, non beve acqua torbida di fango né perde la vita nei gorghi. Eppure
una buona parte degli uomini, illusa da una voglia ingannatrice, dice che
niente è mai abbastanza: Tanto vali, quanto hai. A un uomo così che gli vuoi
fare? Lascialo vivere da poveraccio, poiché gli piace tanto. Come quel tale di
Atene, ricco e pidocchioso, di cui si racconta. Si era abituato a non tenere in
nessun conto le chiacchiere della gente. Il popolo mi fischia, diceva, ma io mi
applaudo da solo, a casa mia, quando contemplo le monete nell’arca. …Dormi
steso, a bocca aperta, sui sacchi che hai ammucchiato, e ti costringi a non
toccare il denaro come se fosse sacro o a godertelo solo guardandolo, come se
fosse un quadro. Non sai a che serve il denaro, in che modo è utile? Compraci
il pane, la verdura, un po’ di vino, le cose della cui mancanza il nostro
fisico soffre. O ti diverti forse a far la guardia ai soldi, morto di paura, a
temere tutti i giorni e tutte le notti il flagello dei ladri, gli incendi, gli
schiavi, che non ti saccheggino e scappino? Io, di gioie come queste, vorrei
sempre essere poverissimo. (meditando SATIRE, primo libro, I, Orazio).
ffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff
PARADOSSO
Che dubbio c’è? Sempre fu detto e scritto,
E sempre si dovrà scrivere e dire:
Ammazzar uno che non vuol morire
E’ un gran delitto, un pessimo delitto.
Ma con pace di quei che van d’amore
Esercizio facendo e propaganda,
Il dar la vita a chi non la domanda
Un delitto non è molto minore.
-Arturo Graf-
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