BOBO

MERCOLEDÌ, 22 GIUGNO 2011

BOBO

Un ricco mercante aveva un figlio di nome Bobo, lo affidò a un dotto maestro perché gli insegnasse tutte le lingue. Terminati gli studi tornò a casa e una sera, mentre passeggiava con il padre, sentirono cinguettare i passeri. Io capisco cosa dicono disse il figlio al padre. Il maestro mi ha insegnato il linguaggio di tutti gli animali. Il padre si lamenta perché voleva che imparasse le lingue che parlano gli uomini, non quelle delle bestie! Ma le lingue degli animali sono le più difficili, e il maestro ha voluto cominciare da quelle. Un cane abbaia e il figlio dice che capisce cosa dice; così con le rane che cantano nel fosso. Il padre, pieno d’ira e convinto che sapere il linguaggio animale fosse una mala arte, chiamò due servi ordinando cosa dovevano fare. Al mattino i servi presero Bobo e partirono in carrozza. Dal nitrire dei cavalli capì che lo portavano alla morte per ordine del padre. Sentirono l’abbaiare del cane che correva dietro alla carrozza. E Bobo intese che diceva: Per salvare il mio padroncino darei la mia vita! Allora i servi uccisero il cane e portarono il suo cuore al padrone. Bobo abbracciò i servi e il cane fedele e se ne andò alla ventura. Giunse a una cascina e domandò ospitalità ai contadini. Dal cortile si sentì latrare il cane. Bobo comprese e tradusse: mandate a letto donne e figli, e voi armatevi e state in guardia, arriveranno i ladri. Appena arrivarono spararono e due ladri furono uccisi e gli altri compari si dettero alla fuga. I contadini festeggiarono Bobo che poi riprese il suo viaggio. A sera bussò a una casa di contadino; il quale raccontò che aveva una figlia malata da tanti anni, ma nessun medico sapeva di che malattia, e era ridotta in fin di vita. E’ Dio che la punisce, disse Bobo. Sei anni fa ha buttato nel fosso l’ostia sacra. Bisogna cercare quell’ostia, e poi farla comunicare devotamente: guarirà. L’ho saputo dalle rane, disse al contadino trasecolato. La figlia guarì subito. Un giorno Bobo incontrò due uomini che andavano a Roma perché doveva essere fatto il nuovo Papa. Su di un ramo di un albero vicono si posarono dei passeri: anche loro andavano a Roma. Sapete cosa dicono: uno di noi tre diventerà Papa. A quel tempo, per fare il Papa nuovo, si lasciava libera una colomba. L’uomo sul cui capo si sarebbe posata la colomba, diventava il nuovo Papa. I tre arrivarono in piazza San Pietro e la colomba si posò sulla testa di Bobo. Con canti e grida di gioia fu portato al balcone e, mentre benediva si udì un grido: un vecchio era caduto a terra. Accorse il nuovo Papa e nel vecchio riconobbe suo padre che fece appena in tempo a chiedere perdono al figlio prima di morirre. Bobo gli perdonò, e fu uno dei migliori papi che ebbe mai la Chiesa. (sintesi meditata dalla novella: Il linguaggio degli animali riportata da Italo Calvino).

DEA 2007
Volteggia in girotondo
con passettini e coda dritta
alle mie gambe si struscia.
Pensosa fiera
con celeste sguardo
interroga misteriosa.
Il naso ogni dove annusa
curiosona intima compagna
della mia compagna.
-Renzo Mazzetti- 


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