IPOCRITI
MARTEDÌ, 19 APRILE 2011
IPOCRITI
Laggiù trovammo gente dipinta nell’abito e nel volto, che
faceva il giro della bolgia a passi molto lenti, piangendo e con aria stanca e
scoraggiata. Avevano cappe con il cappuccio che scende sugli occhi, fatto sulla
taglia che si fa dai monaci a Cluny. Di fuori sono tutte dorate, tanto da
abbagliare; ma dietro sono tutte di piombo e tanto pesanti che quelle fatte
mettere da Federico II ai traditori, in confronto, sembravano di paglia. Oh,
manto eternamente faticoso! Anche noi, accompagnamoci con loro, voltammo di
nuovo a sinistra, tutti attenti alla loro pena; ma per il peso ond’erano carichi,
quei dannati stanchi procedevano così lenti che ad ogni nostro passo avevano al
fianco nuovi compagni. Perciò dissi alla mia guida: sa in modo di trovare
qualcuno che sia noto e per il nome e per le sue opere; cerca attorno con lo
sguardo, senza fermarti. E uno, che intese il mio parlare toscano, ci gridò
dietro: O voi che correte tanto in quest’aura fosca, frenate il passo! Tu che
hai parlato, potrai forse avere da me quanto cerchi! Perciò la mia guida si
voltò e mi disse: Aspettalo, e cammina di pari passo con lui. ( meditazione su:
La processione degl’ipocriti di Dante ).
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L’ITALIA OPPRESSA E I PIEMONTESI
Vedi l’Italia desolata e mesta
starsi fra polve e fra ruine avvolta,
qual campo ove passata è la tempesta:
de’ suoi gemiti il suono ancor s’ascolta.
La miseria provò sorte funesta,
e dal suo limo invano erasi tolta:
sotto il barbaro piè che la caplesta,
tornò ludibrio a gente iniqua e stolta.
Ma vi son nell’Italia anime ardite,
che l’onta della patria or move a sdegno;
sapran col ferro definir la lite:
Han rivolta la mente ad alto segno,
e nell’Italia manterranno unite
la gloria del valore e dell’ingegno.
-Giambattista Niccolini-
(Bagni di San Giuliano -Pisa-, 1782 – Firenze, 1861)
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