SALVIAMO IL PADULE
domenica, 10 ottobre 2010
SALVIAMO IL PADULE
Appello di Riccardo Cardellicchio e Adriano Prosperi: “Salviamo il Padule trasformandolo in parco”
Il giornalista e scrittore, insieme allo storico e docente
della Normale di Pisa affermano: “Il Tubone decreterà la fine della riserva”
“L’operazione Tubone decreterà la fine del Padule di
Fucecchio. Tutti d’accordo, ora, nel dare il via all’operazione. Anche quelli
che all’inizio manifestavano dubbi.
E c’è chi, invece di preoccuparsi, di chiedere lumi, per la
carica che ricopre, si lascia andare a dichiarazioni entusiastiche. Del tipo:
opera strategica, che coniuga ambiente e sviluppo. Sono parole di Anna Rita
Bramerini, assessore regionale all’ambiente, che – evidentemente – non sa dov’è
e com’è fatto il Padule, e quanto l’uomo l’abbia manomesso, per il suo egoismo.
Venga in Padule, l’assessore, e meglio ancora se con lei viene anche il
governatore Enrico Rossi, che mostra di voler conoscere di persona le criticità
della Toscana. Almeno possono toccare con mano. Possono vedere cosa sta per
essere condannato a morte.
Noi stiamo dalla parte di un bene naturale d’inestimabile
valore, un polmone nel cuore del cuore della Toscana.
Noi stiamo dalla parte delle cicogne, degli aironi, di tutta
la fauna che anima l’aria umida interna più importante d’Italia e d’Europa. E
di quei corsi d’acqua che rischiano di seccare.
Per questo, chiediamo una legge speciale che la trasformi in
parco naturale almeno regionale. Ciò obbligherebbe tutti a rispettare le leggi.
Quel che non avviene con la riserva naturale, troppo piccola, specialmente in
provincia di Firenze, per poter incidere (per inciso: dov’è finito il progetto
d’ampliarla?). Una legge speciale che consideri la realtà del Padule, la sua
conformazione, il suo modus vivendi, comprendendo l’uomo. Perché senza la mano
sapiente dell’uomo, il Padule diventa un’altra cosa. E muore. E’ la mano del
padulano, di chi vive nel Padule per il Padule, e lo ama. Non di chi lo sfrutta
per trarne profitto. Si veda cosa sta succedendo: ai coltivatori di mais sono
subentrati i vivaisti e i florovivaisti. Con risultati devastanti sotto il
profilo ambientale. Si vada a vedere sulla strada per il Vione, in comune di
Ponte Buggianese. E si esamini con attenzione il progetto del cosiddetto
Tubone, con i suoi invasi costosi, senza sapere da chi potranno essere gestiti.
E’ una proposta, quella del parco naturale, per cui vale la
pena combattere. Nell’interesse del Padule, ma anche dei Comuni rivieraschi e
contro l’atteggiamento di chi pensa unicamente al proprio interesse e anche di
chi teme di perdere potere. Una soluzione che potrebbe aprire prospettive più
ampie in un settore finora poco praticato: il turismo ambientale. Ovviamente,
ben disciplinato.
Tutto questo, tra l’altro, porrebbe fine alla commedia degli
equivoci, come appare ora la vicenda Tubone, tra l’altro mantenuta a lungo
sopra la testa della gente”.
Per adesioni: riccardocardellicchio@interfree.it
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