DISEGNO
domenica, 28 febbraio 2010
DISEGNO
E’ stata e resta una politica che rifiuta le comode
semplificazioni, che respinge le superficialità, che condanna la vaniloquenza,
che cerca di evitare le mode e i luoghi comuni e, quindi, che ha sempre
combattuto innanzitutto nelle sue stesse file, e poi nella società,
l’estremismo parolaio, il populismo demagogico, l’anticlericalismo becero. In
tal senso la politica dei comunisti italiani, per chi la conduce, come per chi
solamente decide di aderirvi, è una politica Scomoda, che richiede capacità di
ragionamento, costante sforzo di comprensione, impegno quotidiano, e rifugge da
fuochi di paglia e da manifestazioni puramente esteriori. Questo, continuava
Berlinguer, come già ben sapevano Gramsci e Togliatti, impone un cammino aspro,
non facile, ma ci rende ancora più credibili rispetto a chi comunista non è, e
ci fa essere più capaci di conquistare sempre nuove e serie forze. Ma ecco dove
volevo arrivare. Aderire al modo stesso dei comunisti di fare politica
quotidianamente, diventa ben più difficile quando si tratta di tradurne i
principi e gli obiettivi in novantanove righe di sferzante, intelligente satira
politica. E questo, ripeto io, è stato l’onore più alto che mi si poteva
rendere, la decorazione che non me ne ha fatte più desiderare altre. Fortebraccio,
aggiungeva Berlinguer, ha saputo fare la scelta di giustizia ( perciò di lotta
per il rinnovamento di questa società) e l’ha considerata una scelta assoluta,
definitiva, alla quale si è tenuto fedele tutto sacrificandole, e riconoscendo
al PCI, in questa epoca storica, il suo più saldo baluardo, il suo strumento
più efficace, almeno rispetto a tutti gli altri partiti esistenti. Vedete? E’
Enrico Berlinguer in primo piano: la politica che coincide con la giustizia.
Comprenderete adesso perché ho preferito ricordarlo attraverso le sue parole,
così essenziali, piuttosto che rievocando gli incontro avuti in questo o quel
congresso del PCI, in questo o quel momento della difficile vita politica
italiana. Gli ho dato il passo, anche questa volta, per la stima e l’affetto
che mi restano, nel rimpianto. I grandi uomini, ha scritto La Rochefoucauld,
non sono quelli che hanno meno passioni e più virtù degli uomini comuni, ma
semplicemente quelli che hanno più grandi disegni. Enrico Berlinguer li aveva,
gliene hanno dato atto gli avversari; noi, compagni, continuiamo a tradurli in
politica.
Quotidianamente.
-FORTEBRACCIO- 1985 in Politici politicastri politiconi
politicanti.
???????????????????????????????????????????????????????????????????????????
DISEGNO
Dal colore alla notte
il passo non è mai compiuto,
il silenzio inghiotte
lo sgocciolio minuto
di un albero alla finestra.
Così grigio tramonta
sulla mano destra
e la sinistra è pronta
a regger solo il lume
del soffio che le manca,
sino a farsi bianca
di piume.
-Alfonso Gatto-
Commenti
Posta un commento