SANTO STEFANO

 

sabato, 26 dicembre 2009

SANTO STEFANO

 

Il giovane Stefano apparteneva alla prima comunità cristiana che applicò integralmente la carità fraterna. Tutti gli appartenenti mettevano i loro beni in comune con gli altri, e ad ognuno veniva distribuito equamente quanto bastava per il sostentamento giornaliero. Quando la comunità crebbe, gli apostoli pensarono che non era giusto che trascurassero la parola di Dio per il servizio delle mense, perciò elessero dei fratelli tra di loro; così, sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ricevettero l’incarico: Stefano fu il primo. Il discorso di Stefano… e … in quei giorni fabbricarono un vitello e offrirono sacrifici all’idolo e si rallegrarono per l’opera delle loro mani… Mi avete forse offerto vittime e sacrifici per quarant’anni nel deserto, o casa d’Israele? Avete presi con voi la tenda di Mòloch, e la stella del dio Refàn, simulacri che vi siete fabbricati per adorarli! Perciò vi deporterò al di là di Babilonia. I nostri padri avevano nel deserto la tenda della testimonianza come aveva ordinato colui che disse a Mosè di costruirla secondo modello che aveva visto. E dopo averla ricevuta, i nostri padri con Giosuè se la portarono con sé nella conquista dei popoli… Salomone poi gli edificò una casa… l’Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d’uomo, ma come dice il Profeta: Il cielo è il mio trono e la terra sgabello per i miei piedi. Quale casa potrete edificarmi, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? Non forse la mia mano ha creato tutte queste cose? … Stefano disse: ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio… tutti insieme si scagliarono contro di lui, lo trascinarono fuori dalla città e si misero a lapidarlo…. piegò le ginocchia e gridò forte: Signore, non imputar loro questo peccato. Detto questo, morì. Stefano fu il primo a versare il suo sangue a Gerusalemme. Delle persone misericordiose lo seppellirono, non lasciandolo in preda alle belve, come era consuetudine, mentre in tutta Gerusalemme si scatenò violenta la persecuzione contro i cristiani.

MA IL SOLE TRIONFA

 

 

 

Vento fortissimo, che spira

dal buio dell’orizzonte

e investe la spiaggia,

tendendo un fremito

senza sosta

le bandierine rosse

alte sui pennoni,

mentre la superficie del mare

è un accumulo scomposto

di schiuma.

Il sole tenta

qualche sortita

almeno per far capire

che c’è,

ma subito

una nube corposa

lo copre.

Il tutto è come

una forte presenza di Dio.

Ma il giorno dopo

le nubi si rarefanno,

si sciolgono

e viene l’azzurro:

il sole ha vinto,

trionfa.

Il mare, ancora agitato,

rumoreggia insistente,

ma l’aria è più fresca,

si respira

a pieni polmoni

una intensa

sensazione di vita.

Dio mostra anche

il suo volto benevolo

e l’anima si nutre

della sua quiete.

-Vezio Maurri, il niente e il tutto, edizioni il dialogo ‘88-

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