IL GIARDINO D’EUROPA

 

MERCOLEDÌ, 2 DICEMBRE 2009

IL GIARDINO D’EUROPA

Nel coro di voci che parlano di riscatto degli operai, con emozione, ho trovato la voce di un poeta schivo e semplice: Bettini Pompeo; nativo di Verona, ma di origine lombarda, aveva seguito gli studi tecnici; a Milano si era impiegato come correttore di bozze presso l’editore Sonzogno; si era fatto promotore dell’unità ortografica nella tipografia italiana; scrisse un libro dal titolo Poesie, editrice Brigola e un romanzo d’appendice La toga del diavolo. Scrisse un dramma La guerra in dialetto milanese in collaborazione con Ettore Albini; ne fecero anche una versione in lingua con il titolo I vincitori: la vicenda si svolge durante la seconda guerra d’indipendenza, in un paese tra il Lombardo-Veneto e il Piemonte, gli austriaci compiono soprusi e delitti, i patrioti ne sono vittime, mentre chi trarrà profitto del loro sacrificio, ammantandosi con il tricolore, si comporta da vile per salvare la pelle. Il dramma voleva rappresentare il tradimento della rivoluzione risorgimentale. A Bettini Pompeo il movimento socialista deve anche una traduzione del Manifesto dei comunisti che fu pubblicata nel 1894 a puntate sulla Lotta di classe e poi in opuscolo sulla Critica sociale. 

"Ogni città d’Italia

è un fertile giardino:
 il libro è una camelia,
 il prete è un gelsomino;
 spioni e cortigiani
 son gigli e tulipani:
 che olezzo, che piacere!
 Evviva il giardiniere.
 O compagno, giù la zappa:
 scappa, scappa!
Di sangue e di sudori
 son bagnati i fiori.
 Ma la campagna è povera
 e coltivata male:
 l’ingrasso è il pan di miglio,
 il sarchio è l’ospedale,
 e cresce nella mota
 il fiore dell’idiota;
 si, questo fa radice:
 è il fiore più felice.
 O compagno, giù la zappa:
 scappa, scappa!
Se la gramigna scerpi,
 saltan fuori i serpi.
 E te, rosa purpurea,
 o rosa giovinetta,
 sul cespo ti ghermirono
 con unghia maledetta.
 Ohimé, la rosellina
 buttata all’officina
 nel torchio del lavoro
 per far l’essenza d’oro!
 O compagno, giù la zappa:
 scappa, scappa!
 Ché prudono le mani
 con quei ladri cani.
 Il sole della Patria
 ha visto le fatiche
 sa chi raccolse i grappoli
 lasciando a noi le ortiche.
 Oh, per rubare, avanti!
 Si son levati i guanti,
 andiam, che il mar ci porti,
 e addio, poveri morti.
 O compagno, giù la zappa:
 scappa, scappa!
 Conosci tu ladroni
 peggio dei padroni?".
 -Bettini Pompeo-

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