MANIN
sabato, 26 settembre 2009
MANIN
Venezia resisterà all’austriaco ad ogni costo, a questo scopo il Presidente Daniele Manin è investito di poteri illimitati; così rispondeva l’Assemblea della Repubblica di Venezia, il 2 agosto 1849, al capo delle forze imperiali, maresciallo Haynau, che intimava la resa. Resistendo ad oltre 24.000 soldati e ad una potente artiglieria, la difesa degli assediati, sotto il comando del valoroso generale napoletano Ulloa, fu eroica. Il cibo era ridotto a pochi grammi di pessimo pane nero; infierivano la malaria, il tifo, il colera. Ventiquattro giorni durò il bombardamento. Caddero, di fronte al nemico, i migliori combattenti, come i napoletani Poerio e Rosarol. Non si voleva cedere, ma ormai, le scorte di viveri erano ridotte all’estremo. Il 13 agosto Manin, autorizzato dall’Assemblea, espose la tragica situazione al popolo. La pace fu stipulata il 24. Fu concessa un’amnistia generale con la sola esclusione di 40 cittadini democratici ( fra questi era Manin che andò esule a Parigi, dove morì) e dei più noti capi militari, che dovettero prendere la via dell’esilio. L’ultimo baluardo della libertà italiana era crollato.
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