LA PAZIENZA E IL POTERE
domenica, 19 marzo 2017
LA PAZIENZA E IL POTERE
La pazienza è rivoluzionaria, disse con tono solenne Bruno.
La rivoluzione scoppiò quando il popolo la perse, sbottò Danilo. I due volti
della pazienza, un bel film per l’ironica Giovanna. Basta! Esclamò Albertino.
Ma cosa avete stasera, sentite l’arrivo della Primavera? Ascoltate. La pazienza
da un punto di vista è una virtù, da un altro una gravissima malattia degli
spiriti. Il segreto dell’ordine sociale consiste nella pazienza del gran
numero, scrisse Madama de Stael. La pazienza qui vale come sopportazione,
sottomissione rassegnata ai voleri di una minoranza, alla stagnazione di una
tradizione, alle norme di un ordinamento, anche se rappresenta l’oppressione. I
cittadini che sopportano, che fanno tristemente l’abitudine ai mali sociali,
sono come uno schiavo sotto la frusta. L’abitudine alla sopportazione, che
spesso si nutre di aspettative mistiche, è una vischiosa forza conservatrice in
cui infelicità, umiliazione, inerzia si mescolano assieme al danno della
dignità e della libertà. La pazienza è serva eccellente dei difensori e dei
profittatori dell’ordine costituito e del potere del più forte. In politica la
pazienza è una dote indispensabile per costruire tattica e strategia, fissare
gli obiettivi in base al momento storico e alla situazione oggettiva, ai
rapporti di forze; l’imbrigliamento degli scatti intempestivi e prematuri con
il rifiuto di accettare le provocazioni tese ad arte dall’avversario, tutto ciò
richiede molta pazienza, ma l’attesa paziente viene alla fine spesso premiata
dall’esito vittorioso. La pazienza si presenta con due volti: nell’uno traspare
lo sguardo spento e semi-inebetito del rassegnato, del sottomesso; nell’altro
brilla lo sguardo calmo e risoluto dell’uomo che saggiamente misura i propri
sforzi per conquistare la meta. Albertino prende un libro e legge: Più nessuno
avrebbe potuto evitare la catastrofe dell’orrenda tragedia, nel palazzo aveva
cominciato a sfogarsi l’ira pubblica… smette di leggere; per stasera penso che
basti, per il prossimo mercoledì il compito a casa è la lettura del romanzo dei
cento anni di Giuseppe Rovani. Compagne e compagni, buonanotte! (Ricordo da un
racconto di nonna Teresina).
821
Il sentimento morale è il sentimento della facoltà
assolutamente creatrice, della libertà produttiva,
della personalità infinita, del microcosmo,
della peculiare divinità in noi.
-Federico von Hardenberg-
Vedi: ESEMPIO DIVINO
(6 Marzo 2017)
Commenti
Posta un commento