SOLDI VIRTUALI
domenica, 8 maggio 2016
SOLDI VIRTUALI
La lira ha origine con la riforma monetaria di Carlo Magno e si divideva in 20 soldi di 12 danari ciascuno. Il soldo e la lira erano in origine solo monete di conto mentre la moneta coniata era il danaro. Con la differenziazione in valore dei danari si ebbero anche diverse lire (milanese, pavese, lucchese, veronese) di valore diversi una dall’altra. Nella seconda metà del quindicesimo secolo furono coniate monete del valore della lira; la lira Tron a Venezia, quella di Galeazzo Sforza a Milano e più tardi la lira di Emanuele Filiberto a Torino. La prima lira italiana si ha con Napoleone nel 1806. Con la Restaurazione si ebbero di nuovo varie lire nei diversi Stati. La lira fu dichiarata unità monetaria dell’Italia dalla legge del 1862 che organizzava il nostro sistema monetario su basi bimetalliche: divisa in 100 centesimi, essa equivaleva a 4,5 grammi d’argento fino e a 0,290322 grammi d’oro fino. Assieme alle monete metalliche circolavano anche biglietti di banca. La lira godette di una relativa stabilità fino alla prima guerra mondiale. La seconda guerra mondiale ridusse ulteriormente il potere d’acquisto della lira. Poi inventarono l’euro, il pareggio di bilancio, la perdita di sovranità, la dittatura monetaria con la metafora della democrazia. Tutto e tutti ridotti a servitù delle banche, dei fondi dei soldi mondiali, dei debiti statali. I governanti-capi partito giocavano alla politica e i filosofi agli opinionisti, insieme (tutti i giorni e ad ogni ora) sugli schermi recitando le parti di infestanti farse. Agli albori del quarto millennio scoppiarono ovunque fiere ribellioni per porre fine ai crimini finanziari contro l’umanità. Il rozzo sistema delle banche, brutale nell’utilizzo dei soldi, fu superato. Le persone, con l’abolizione dei soldi, trovarono la serenità. Tutti i rapporti economici e di lavoro, gli scambi commerciali e il nuovo mercato trovarono piena operatività utilizzando virtualmente la moneta elettronica universale. Come d’incanto fiorì la civile convivenza. Albertino spegne il proiettore, prende un foglio e declama: O Italia mia, vedo le banche e i parchi. Fa una breve pausa e dopo per la lezione a casa: prosa della canzone delle banche di Leopardi Risorto che si trova in “Senza la coda”. Compagne e compagni, buonanotte e… festeggiate la vostra mamma. Tutti escono in silenzio, commossi. Gabrio scappa subito stringendo tra i denti un avanzo di pianto. (Ricordo da un racconto di nonna Teresina).
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