ORRORI
martedì, 28 settembre 2010
ORRORI
Ogni partito persegue scopi determinati: sia il partito dei proprietari e dei capitalisti, sia il partito degli operai e dei contadini poveri. Non esistono partiti senza obiettivi. Se un partito rappresenta gli interessi dei proprietari terrieri si comporterà di conseguenza: dovrà saper conservare la terra nelle loro mani, mantenere sottomessi i contadini, vendere al prezzo più elevato il grano delle loro proprietà, procurarsi al prezzo minore la manodopera agricola, ottenere il fitto più alto. Se si tratta del partito dei capitalisti avrà ugualmente i suoi fini: disporre di manodopera a buon mercato, tenere a freno i lavoratori delle officine, trovare compratori ai quali vendere al prezzo più alto le merci, perseguire il massimo guadagno, e, a questo scopo, costringere gli operai a lavorare il più possibile, facendo in modo che essi non immaginino neppure la possibilità di una organizzazione sociale diversa e si convincano che i padroni sono sempre esistiti ed esisteranno sempre. Va da sé che gli operai e i contadini perseguono fini del tutto diversi perché hanno interessi del tutto diversi da quelli dei proprietari terrieri e dei capitalisti. In altre parole si potrebbe dire: Quel che è bene per un russo, è male per un tedesco. In realtà sarebbe più esatto dire: Quel che è bene per un operaio e per un contadino, è male per un capitalista e per un proprietario terriero. E’ dunque chiaro che l’operaio ha un suo obiettivo, il capitalista ne ha un altro e il proprietario terriero un altro ancora. Ma non tutti i proprietari terrieri pensano esclusivamente a ridurre in loro potere i contadini; molti di loro passano il tempo a bere senza prestare nemmeno la minima attenzione alla difesa dei propri interessi. Qualcosa di simile accade sovente tra gli operai e i contadini. Gente del genere dice: In un modo o nell’altro si andrà avanti, perché darsi d’affare? I nostri vecchi hanno vissuto fino ad oggi così, noi faremo altrettanto. E’ ovvio che questa categoria di persone non si preoccupa di niente e non riesce nemmeno a capire quali sono i suoi interessi; al contrario, coloro ai quali stanno a cuore gli interessi della propria classe, e pensano al modo migliore di difendersi, si organizzano in partito. S’intende che non è un’intera classe sociale ad entrare in un partito, ma la sua parte migliore, la più energica e la più attiva, quella che assume funzioni di guida rispetto alle altre parti. Al partito degli operai (partito comunista bolscevico) aderisce la parte migliore della classe lavoratrice; al partito dei proprietari terrieri e dei capitalisti aderiscono gli elementi più energici di queste categorie seguiti, naturalmente, dai loro servi ( avvocati, professori, ufficiali, eccetera ). Si può quindi dire che ciascun partito è formato dalla parte più cosciente della classe di cui difende gli interessi. Per tali ragioni ne consegue che un proprietario terriero o un capitalista che milita in un partito lotta con maggiore successo contro gli operai e i contadini dei suoi colleghi che se ne stanno in disparte; allo stesso modo, un operaio o un contadino appartenendo a un partito lotta con maggiore successo contro i capitalisti e i proprietari terrieri dei suoi compagni che ne rimangono fuori. Infatti, gli operai e i contadini che appartengono a un partito sanno con esattezza quali sono gli interessi della classe lavoratrice e sanno come raggiungerli per la strada più breve. Gli obiettivi generali perseguiti da un partito, nella difesa degli interessi della sua classe, costituiscono il suo programma. Nel programma prospettato da ogni partito vengono rispecchiati gli scopi che ogni classe si sforza di raggiungere. Il programma del partito comunista indica agli operai e ai contadini le loro finalità. Per i partiti, il programma è la cosa più importante; dal programma è sempre possibile giudicare quali sono gli interessi difesi dal partito che lo propone.
CARATTERE SCIENTIFICO DEL NOSTRO PROGRAMMA
Prima di Carlo Marx, gli uomini che difendevano gli interessi della classe operaia descrivevano spesso quali sarebbero stati gli spetti meravigliosi di una società più giusta, ma non si domandavano mai come si sarebbe potuto realizzarla e quale strada il proletariato avrebbe dovuto seguire per raggiungere tale paradiso. Marx ha insegnato ad agire in maniera del tutto diversa. Egli analizzò il sistema sociale che a tutt’oggi domina il mondo, e lo rivelò, studiandone le caratteristiche e le strutture, cattivo, ingiusto e barbaro. Nello stesso modo in cui si potrebbe esaminare un orologio, Marx esaminò la società capitalistica nella quale gli operai e i contadini vengono oppressi dai capitalisti e dai proprietari terrieri. Si supponga, esaminando un orologio, di aver notato che due rotelline non sono adatte l’una all’altra perché ad ogni giro stridono sempre di più: si può facilmente dedurre che l’orologio si romperà. Marx studiò la società capitalistica e ne osservò i risultati sulla vita degli uomini. Grazie a tale studio vide chiaramente che il capitalismo scava la propria tomba: le strutture di una società basata sullo sfruttamento e sull’ingiustizia verranno travolte dal proletariato, che saprà dare al mondo una nuova organizzazione sociale. Il messaggio finale dell’opera di Marx consiste soprattutto nella raccomandazione di analizzare la realtà sociale nei suo aspetti generali e particolari. Soltanto dopo un’analisi del genere è possibile preparare un programma fondato su prospettive scientifiche, e per questa ragione il nostro programma deve cominciare dall’analisi della società capitalistica. Oggi il capitalismo è stato abolito in Russia. Le previsioni di Marx si avverano sotto i nostri occhi, la vecchia società è in decomposizione, corone e scettri volano via dalle teste e dalle mani di re e di imperatori. Nel mondo, gli operai marciano verso la rivoluzione vittoriosa ed è possibile che ovunque si costituisca e si rafforzi un potere di tipo sovietico. Per comprendere la portata di avvenimenti del genere è necessario conoscere con esattezza le caratteristiche della società capitalistica, dopo di che ci si renderà conto dell’inevitabilità della sua caduta e, infine, una volta stabilita l’impossibilità di ritorni al passato e la certezza della vittoria della classe operaia, non resterà altro da fare che condurre con maggior forza e maggiore decisione la lotta per una nuova organizzazione del lavoro.
(Tratto da: L’ABC del comunismo di Nicolai Bukharin; Sugar editore,Milano,1963)
Questo libro è dedicato
Al glorioso partito comunista che, forte come l’acciaio, ha in sé tutta la grandezza e tutta la potenza del proletariato e ne esprime l’eroismo, la lucida ragione, l’odio mortale per il capitalismo e lo slancio vigoroso verso la creazione di una società nuova. Al partito che comanda un’armata di milioni di uomini ed è l’avanguardia del proletariato, al partito che governa un immenso paese e prepara la resurrezione di tutta l’umanità.
Alla vecchia guardia del partito, indurita nelle battaglie e abituata alle vittorie, e alle giovani leve del partito cui spetta il compito di portare a compimento l’opera da noi iniziata.
Ai militanti e ai martiri del partito caduti su tutti i fronti, torturati nelle prigioni, assassinati, fucilati, impiccati dal nemico, a tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la causa del partito. -Nicolai Bukharin-
La vita di Nicolai Bukharin si conclude tragicamente nel 1938, con il processo al blocco dei destri e dei trotskisti (terzo dei grandi processi di Mosca intentati da Stalin contro i suoi oppositori), nel corso del quale egli fu riconosciuto colpevole delle accuse più assurde e condannato alla fucilazione. Con la sua morte cade l’ultima alternativa interna alla politica staliniana nella direzione del partito e dello stato, e s’apre definitivamente il corso che culminerà nelle degenerazioni [orrori e crimini] del cosiddetto culto della personalità.
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