APPROFONDISCI: I RACCONTI DI NONNA TERESINA

APPROFONDISCI: I RACCONTI DI NONNA TERESINA


ROMA – AMOR

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Il comunismo farà risorgere la grandezza universale di Roma, Roma metropoli, Roma caput mundi, Roma capitale del regno dello spirito, Roma umanistica, che nel suo nome stesso (ROMA-AMOR) simboleggia il trionfo dell’amore sulla forza. Lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti. Ma cos’è questa roba, esclama Nedo interrompendo la lezione. Albertino non lo degna di uno sguardo, e prosegue: Il proletariato sta aprendo ben altre brecce nelle vecchie mura della fortezza capitalista. L’invasione delle fabbriche è un fatto storico immensamente più grandioso, più dinamico, più fattivo che l’inglorioso assalto di Porta Pia. E attraverso la nostra breccia, noi porteremo al mondo intero tutte le libertà, compresa quella religiosa. La rossa tunica del Cristo fiammeggia oggi più smagliante, più rossa, più bolscevica. Come fu un miracolo di amore, essa si è moltiplicata all’infinito. Vi è un lembo della tunica del Cristo nelle innumerevoli bandiere rosse dei comunisti che in tutto il mondo marciano all’assalto della fortezza borghese, per restaurare il regno dello spirito sulla materia, per assicurare la pace in terra a tutti gli uomini di buona volontà. Albertino smette di parlare e invita a prendere la dettatura per il compito a casa: Studiate con stesura di saggio breve “La quistione romana” di Caesar che si trova a pagina 24 de L’ORDINE NUOVO del 2 Ottobre 1920. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 12 Febbraio 2024 h.19,44)


IL CONCETTO DI EGEMONIA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino inizia la lezione con alcune spiegazioni: Il termine egemonia deriva dal greco eghesthai, che significa condurre, essere guida, essere capo. Egemonia deriva anche, sempre dalla lingua greca, dal verbo eghemoneuo, che significa sempre essere guida, ma con altre specificazioni, e cioè: precedere, condurre, e da cui deriva essere capo, comandare, signoreggiare. Per eghemonia il greco antico intendeva la direzione suprema dell’esercito. Egemonia si tratta dunque di un termine militare. Egemone era il condottiero, la guida e anche il comandante dell’esercito. Al tempo delle guerre del Peloponneso, si parlò di città egemone riferendosi alla città che dirigeva l’alleanza delle città greche in lotta fra loro. Gramsci scrive: Tutto è politico, anche la filosofia o le filosofie, e la sola filosofia è la storia in atto, cioè la vita stessa. Per esempio, appare incredibile che la teorizzazione e la realizzazione dell’egemonia fatta da Lenin è stata anche un grande avvenimento metafisico. Albertino smette di parlare, e dalla borsa tira fuori una voluminosa cartella che si mette a rovistare… Posso? parla Lilande, al cenno affermativo della testa di Albertino, dice: allora, se egemonia origina da un termine militare, la rivoluzione sarebbe armata? Albertino con un’espressione soddisfatta tira fuori un foglio, guarda divertito Lilande e dice che il termine è quello per rendere meglio il significato, ma non vuole dire che il potere si debba prendere con le armi: la via italiana al socialismo di Togliatti è la via democratica tramite libere votazioni. Ma anche Lenin stesso dice la stessa cosa, difatti Lenin scrive e Albertino legge: Alle obiezioni anarchiche, secondo cui noi dilazioneremmo la rivoluzione socialista, battendoci ora per la rivoluzione democratica, rispondiamo: no, non la dilazioniamo, ma facciamo il primo passo verso di essa con il solo mezzo possibile e attraverso il solo cammino sicuro, e precisamente attraverso il cammino della repubblica democratica. Chi vuole marciare verso il socialismo per un cammino che non sia la democrazia politica arriverà inevitabilmente a conclusioni assurde e reazionarie, sia dal punto di vista economico che politico. Albertino guarda l’ora e detta per il compito a casa: Studiate con stesura di un breve saggio su: Il concetto di egemonia in Gramsci di Luciano Gruppi. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 31 Gennaio 2024 h.12,43)


IL GENOCIDIO DEI PALESTINESI DEL 2024

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Un popolo che ha conosciuto persecuzioni e genocidio deve essere meno di altri assolto per la guerra con genocidio contro il popolo palestinese. Inizia così la lezione di Albertino e prosegue affermando che non c’è nessuna comprensione, tanto meno giustificazione né assoluzione per lo Stato di Israele che bombarda e prende la mira e stermina con orrida determinazione i civili innocenti palestinesi compresi donne, vecchi, bambini… Alza la mano Ascanio, al cenno di Albertino dice: la condanna deve essere più severa proprio perché gli ebrei hanno pagato per il crimine contro l’umanità compiuto dai nazisti tedeschi e dai fascisti italiani. Albertino scartabella tra gli appunti, apre la bocca come per proseguire, invece guarda nell’orologio l’ora troppo tarda e detta per il compito a casa: Ragioni della costituzione della Corte dell’Aia, diritto internazionale, definizione, parametri e prove per condannare il genocidio, significato di crimine contro l’umanità, un saggio breve con considerazioni vostre personali. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 15 Gennaio 2024 h.18,06)


UNGHERIA FIERA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino inizia con un pezzo di Guccini: Son come falchi quei carri appostati, corron parole sui visi arrossati, corre il dolore bruciando ogni strada, e lancia grida ogni muro di Praga, quando la piazza fermò la sua vita, sudava sangue la folla ferita, quando la fiamma col suo fumo nero, lasciò la terra e si alzò verso il cielo. Albertino smette di recitare Primavera di Praga, prende la dispensa, e solenne declama: Ungheria fiera è il titolo della lezione di stasera, e prosegue: L’Ungheria ha una storia millenaria dove uno stadio molto avanzato di civiltà e di cultura contrastava con l’arretratezza delle istituzioni politiche e sociali. Il popolo ungherese ha tentato di spezzare il regime di schiavitù imposto da una ristrettissima casta di aristocratici, latifondisti, monarchici. L’Ungheria monarchica del 1919 – 1939 è stato uno dei paesi fascisti che ha contribuito a turbare la pace nei Balcani, sempre pronta ad aggredire i vicini, procedendo all’interno e all’esterno secondo le direttive ideologiche del fascismo internazionale. Nel 1956 la ribellione del popolo ungherese contro l’oppressore sovietico. Poi la fierezza nel 2023 contro l’alimentazione della guerra d’Ucraina e contro le prevaricazioni d’Europa per sporchi euro assecondando gli sporchi interessi dei subdoli statunitensi e inglesi per sporchi dollari e sterline. Albertino alza gli occhi e fissa il soffitto, e recita: Ho sentito lo sbraitare dei falsi democratici e mentre una fiamma umana faceva la sua prima comparsa ho scorto un sorriso: che si brucino tutti! così Albertino ricorda un pezzetto della poesia di Bicefalo dedicata a Jan Palach. Poi, vista l’ora, detta per il compito a casa: Studio con breve saggio su: I fatti d’Ungheria del 1956 del compagno Giuseppe Di Vittorio. Compagne e compagni buonanotte. 

-Renzo Mazzetti- (Sabato 16 Dicembre 2023 h.13,32)


TRENTA POETI ITALIANI 

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino entra trafelato e al silenzioso interrogativo della scolaresca risponde scusandosi per il ritardo dovuto per la visita di una lontana amica di passaggio. Potevi dare un colpo di cellulare, esclama Fabrizio. Albertino invoca comprensione perché travolto dalla lieta sorpresa.

Fatto l’appello, prende dalla cartella delle fotocopie e inizia la lezione: Poesia. Vi leggo di Luigi-Alberto Sanchi alcuni brani dal titolo “Un piccolo miracolo Laico”. Si tratta dell’introduzione alla raccolta di poesie di trenta poeti italiani che hanno partecipato con le loro opere alla protesta contro la minaccia incostituzionale per la resistenza della memoria repubblicana. Inizia la lettura. La poesia è vita. Nel senso che la poesia – quella dei migliori poeti, dei più sensibili, dei più coscienti, dei più musicali – permette di cogliere e di trasmettere un universo umano nella sua ricchezza, molto meglio della lineare prosa. Da Dante in avanti, la poesia in Italia, dapprima espressione geografica, poi Stato unitario nel suo farsi e, ora in periodo di federalismo, non ha cessato di accompagnare, plasmare e riflettere il movimento politico del Paese. Cos’hanno da dire oggi, i poeti, nella e sull’Italia di Berlusconi? Se il canto è “forza di memoria e sentimento” (secondo una meravigliosa formula di Gianni D’Elia), allora il poeta si volge al ricordo, al contempo individuale, civile e storico, e lo rende nella sua complessità, ricercando la formula che condensi la personale, universale verità di un luogo e di un’epoca. Non, quindi, un ricordo del tempo che fu: bensì quello della fase più degna e decisiva della nostra storia, la lotta contro il fascismo, contro l’occupante nazista, per un regime popolare, libero e pacifico. Solo la poesia può dire l’intero dell’esperienza, la vita appunto. Vita che le attuali vicende politiche ci vanno lentamente sottraendo, mortificando, vietando. Queste essenziali e un po’ astratte riflessioni servono ad introdurre un piccolo e concreto miracolo: le pagine che seguono. Albertino si ferma, chiama Ketty e le porge, come fosse il “testimone” della corsa, le fotocopie da leggere.

Ketty ritorna al suo posto e riprende da dove Albertino aveva chiesto il cambio: Le pagine che seguono. Solo a scorrere i nomi e i percorsi degli autori qui riuniti si capisce il carattere eccezionale di questa raccolta: vi convivono poeti illustri e oscuri, giovani e “grandi vecchi”, isolati e integrati; inoltre l’impulso, l’organizzazione sono dovuti ad un giovanissimo quasi sconosciuto, animato dalla calda grinta della disperazione, come Davide Nota, simbolo ai miei occhi delle mille energie nuove che esprime l’Italia umanistica e che l’Italia ufficiale conculca e umilia. Albertino rivolge un gentile basta a Ketty, gli dice di passare le fotocopie a Gabrio per proseguire nella lettura.

Gabrio da un’occhiata, e subito riparte: Che questa strana operazione vada in porto, dunque, è un miracolo nell’Italia dei favoritismi e dell’esclusione, dei piccoli ghetti baronali, del “ciascuno per sé” e della rissa tutti contro tutti, anche e soprattutto a sinistra, anche e soprattutto nel milieu letterario. Purtroppo! Questo piccolo segno di speranza è però anche una prova della disperazione in cui versiamo tutti, posti come siamo di fronte all’avanzare, che pare inesorabile, dei liquidatori della Repubblica così com’è uscita dalla Resistenza, dopo la proposta berlusconiana di trasformare la festa della Liberazione in “Festa della Libertà”. Un punto va a mio avviso sottolineato, a questo proposito: è intorno a un compromesso squisitamente di destra, lanciando potenti messaggi mediatici che osteggiano e irridono la tradizione repubblicana dell’”arco costituzionale”, del 25 aprile, dell’antifascismo, che Berlusconi e i suoi alleati stanno riuscendo ad unificare il Paese – certo, campanilistico per le ragioni storiche che sappiamo, ma anche diviso in due sul piano politico e sociale, tra la parte fascista e reazionaria e la parte progressista, comunista per lungo tempo. Dopo il terrorismo e il delitto Moro, dopo decenni di lotte tragiche ma anche vitali, l’Italia sembra chiedere di nuovo unità, a modo suo, cioè nel rispetto dell’eredità storica e dei potentati locali, anche a prezzo dell’oblio, del sonno televisivo o dell’inabissarsi nella consolazione superstiziosa e clericale. Essendo il Centro-Sinistra, a causa delle sue debolezze ideologiche e delle divisioni al suo interno, incapace di riconciliare la società italiana, è la Destra che sta realizzando la nuova sintesi, ovviamente a tutto danno della Costituzione “sovietica” concepita nel Dopoguerra.

Albertino nel frattempo è accanto a Gabrio che smette di leggere, prende le fotocopie, ritorna al suo posto e riprende la lettura: A partire dalla repressione di Genova nel 2001, si parla dunque di “ritorno al fascismo”. Non è possibile affrontare qui in modo completo la questione della definizione di “fascista”, quella della continuità storica del fascismo in Italia, delle trasformazioni introdotte dal piano piduista-americano, del concetto di “nuovo fascismo” così ben identificato da due poeti, Pasolini e Roversi, negli anni cruciali delle stragi. I poeti su tutto questo riflettono, certo, ma innanzitutto cercano di rendere il vissuto, in dialogo con la realtà. La loro resistenza umanistica c’invita a pensare. La loro arma politica è il vivere e il pensare poeticamente, a partire da una sofferenza e non dall’oblio. Leggiamoli, ascoltiamoli.

Terminata la lettura, Albertino detta per compito a casa: Lettura delle poesie di trenta poeti italiani contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana, che troverete nell’Enciclopedia a pagina 3.007, sotto il titolo “Calpestare l’oblio”; sceglietene una, imparatela a memoria così che, uno alla volta, la reciterete nella prossima lezione. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 16 Novembre 2023 h.19,54)


NETANYAHU E IL TERRORISMO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Il terrorismo aggredì l'Italia. I terroristi di ogni colore e gli opposti estremismi furono sconfitti dalla politica intelligente dei partiti con la partecipazione di massa di lavoratori e popolo. Berlinguer e Moro si erano stretti la mano, comunisti e cattolici riprendevano il percorso della Costituzione nata dalla Resistenza. Moro fu assassinato dalle Brigate rosse, Berlinguer cadde sul lavoro mentre teneva un comizio. In Italia il terrorismo fu sconfitto. Israele si fece trascinare nel vortice scellerato del “dente per dente” e la sua strategia fu perdente perché rispondeva al terrorismo con le armi. Nedo alza la mano e domanda: Causò la Terza guerra mondiale? Albertino: Fu uno dei fattori principali, perché la guerra mondiale non scoppiò in un momento, ma negli anni crebbe da piccoli conflitti sommati a numerosi piccoli conflitti. Ma ci sarà una prossima lezione per studiare a fondo l'origine della Terza guerra mondiale. Albertino fa una pausa, controllato il buon stato di attenzione della scolaresca riprende: Israele praticava il terrorismo come i terroristi. Invece in Italia, individuato un terrorista, non si andava a distruggere l'abitazione dei suoi familiari e parenti. Quei metodi, con la rapina continua di territorio e abbattimento di civili abitazioni, il divieto di costituire lo Stato libero di Palestina, fecero sviluppare il terrorismo talmente tanto da portare Israele a fare di Gaza un immenso campo di concentramento. Israele diventò uno Stato terrorista: da anni bombardava con più o meno frequenza, arrivando, con il metodo “dente per dente”, a bombardare e cannoneggiare giorno e notte senza tregua per radere al suolo tutto e assassinare tutti i palestinesi innocenti. Albertino detta per il compito a casa: Ricerca nel blog LAKON degli articoli sul terrorismo in Italia: Stesura di Tesi breve. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 18 Ottobre 2023 h.11,35)


PUSKIN (1799-1837)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

La guerra era praticata fino ai primi anni del XXI° Secolo. Distruggeva la vita e causava devastazioni ambientali. Non risolveva ma aggravava e moltiplicava i problemi. Sviluppava l'odio. Fece ribrezzo quando in Ucraina ci fu l'abbattimento della lapide ricordo dedicata al poeta Aleksandr Sergeevic Puskin. Era l'anno 2023. Il poeta era morto da moltissimi anni. I conflitti precedenti in Ucraina e dintorni avvennero dal 1654 al 1667 quando il poeta non era ancora nato. Allora? E' proprio vero: l'odio è cieco. L'odio cieco fa più male del colpo di cannone perché distrugge la coscienza di coloro che lo praticano e di quelli che lo approvano. Albertino fa una pausa. Guarda la scolaresca, apre una cartella e legge: Difensore appassionato della libertà e della dignità umana, contro ogni forma di violenza, Puskin, nato da una famiglia dell'aristocrazia zarista, espresse una coscienza in contrasto con la sua classe. Albertino smette di leggere, rivolge gli occhi sopra le teste della scolaresca e recita: “Le pesanti catene cadranno, crolleranno le prigioni, e la libertà vi accoglierà gioiosa sulle soglie, e i fratelli vi renderanno le spade”. Fa una pausa, con occhi lucidi riprende a leggere: Puskin subì l'esilio... Con un artificiale discreto colpetto di tosse Valerio interrompe e dice che è troppo tardi. Albertino però prosegue: con lui comincia la grande scuola del realismo russo, per lui il bello è nella vita, nella realtà e nella lotta. Poi detta per il compito a casa: Studio con breve sintesi scritta de: “La figlia del capitano” in cui Puskin rievoca la famosa rivolta dei contadini. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Sabato 23 Settembre 2023 h.12,00)


BERNSTEIN E RIFORMISMO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Il revisionismo non si sviluppò a caso perché alcune idee strane furono espresse da Edoardo Bernstein. Inizia così la lezione di Albertino nella prima serata dopo il rientro dalle vacanze estive, e prosegue: Il revisionismo fu il frutto di un'ondata di ottimismo e di euforia (rivelatasi poi fallace e velenosa per i lavoratori) determinata dalla fase di prosperità che il capitalismo allora attraversava. Eravamo nella massima espressione industriale commerciale e coloniale. Enormi erano i profitti realizzati. Con una piccola parte di essi il capitalismo pagò la sua assicurazione sulla vita elevando le condizioni economiche di uno strato della classe operaia, cointeressandolo così, con l'elargizione delle briciole, al mantenimento della società capitalistica. Il revisionismo in Italia cominciò a circolare verso il 1900 proprio quando, al tempo del Congresso di Roma, il partito socialista faceva un grande ruzzolone verso il riformismo. I riformisti di tutte le tendenze e di tutte le sfumature si impadronirono degli emendamenti bernsteriani e li fecero loro, più o meno esplicitamente. Intanto Benedetto Croce confermava la crisi del marxismo e dava alimento alla compagna revisionista, civettando a destra con Bernstein e a sinistra con Sorel. Tutto lo sforzo revisionista del Croce culmina nel tentativo di assorbire il materialismo storico per ridurlo a un umile canone di ricerca storiografica... Alza la mano Ginetta; Albertino, con un cenno della testa, le da la parola: Penso (esordisce Ginetta) al colpo di Stato del fascismo, e domando perché non si accettarono le proposte di Gramsci per un'azione di popolo... Albertino: Brava! Hai colto l'essenza, fondamentale esempio: Gramsci voleva fare subito la resistenza contro il fascismo, subito contro il fascismo appena nato... il fascismo sarebbe stato sconfitto prima, all'inizio, e l'Italia non avrebbe conosciuto la sanguinaria dittatura e evitato la guerra... ma i riformisti... non possiamo continuare... si è fatto tardi. Albertino per il compito a casa detta: Studio con breve saggio su: revisionismo, opportunismo, riformismo. Riformismo cancro della sinistra e tomba dei lavoratori. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 11 Settembre 2023 h.09,40)


COMUNICARE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

I suoni emessi dagli animali sono linguaggio, musica, canto? In natura la comunicazione è spontanea, semplice, pulita, universale, imparziale? Dell'informazione umana, chi procura le notizie, chi decide di far sapere, di trasmettere, di esporre un argomento complesso comprensibile a tutti? La ricerca della conoscenza, della coscienza è priorità, assoluta? L'autocritica alla coscienza che non c'è? Il “Manifesto del partito comunista”, esclude troppi dalla critica dell'economia politica, da studiare “Il capitale”; formato un partito, lo studio e l'informazione diventano fedi? eppure Marx ed Engels: “La nostra teoria non è un dogma, ma una guida per l'azione”. Albertino smette di parlare, guarda l'orologio, detta il compito a casa per Settembre: Tesina su un argomento scelto a piacere dagli scritti politici giovanili di Marx; studio del proemio di Engels per il lettore italiano al “Manifesto del partito comunista” tradotto da Togliatti. Compagne e compagni buonanotte. Felici vacanze.

-Renzo Mazzetti- (Venerdì 4 Giugno 2023 h.09,46)


MAESTRO STUDENTE (TRICOLORE OPERAIO)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Compagne e compagni, stasera è l'ultima lezione. Nella pausa estiva andiamo a Follonica. Per me ferie, per voi vacanze. Evviva! Grande sorpresa sul volto di Albertino per la corale assordante risposta. Sullo schermo appare l'immagine del sindaco Mazzetti con la fascia Tricolore. Il silenzio viene rotto da Gabrio: perché la panciera se è magro? Con la fascia indossata “a tracolla” sarebbe un questurino, ribatte Ascanio. Scoppia una risata collettiva. Albertino, maestro studente, inizia a leggere il compito che ha svolto per una ricerca sulla carta stampata: “Marzo 1991, le confessioni di un militante”. Non aderisco al PDS. Non faccio una scissione perché il PCI non esiste più, afferma Mazzetti ex sindaco di Montopoli. Hanno fatto una nuova formazione politica che non è comunista né socialista né progressista, e non è democratica come il “Centralismo democratico”. Hanno fatto un partito uguale agli altri. Il nuovo partito senza la lotta di classe è conformista perché conserva il sistema economico opprimente, esprime una cultura piccolo borghese, è reazionario di sinistra di una sinistra vaga indefinita incerta dispersa infedele. Con la nuova formazione politica hanno vinto i miglioristi riformisti che non cambiano lo stato di cose presente. Loro, traditori dei lavoratori del braccio e della mente, sanno che presentandosi per quello che realmente sono non otterrebbero consensi, perciò hanno disegnato un simbolo trabocchetto: sotto le radici di una quercia hanno messo un piccolo simbolo del PCI. A chi spera di rimanere comunista nel PDS penso che vada incontro all'esaurimento. I miglioristi riformisti conservatori reazionari sono dei miseri politicanti perché hanno messo sottoterra la Falce e il Martello (Pace e Lavoro), la Stella dell'unità nazionale con striscia Tricolore, il Rosso colore del sangue proletario. Sono comunista da quando avevo sedici anni e continuo ad esserlo con Rifondazione. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 29 Maggio 2023 h.18,21)


CACCIA ALL'ORSO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

La scolaresca s'è sistemata sui banchi e guarda verso la porta aperta. Albertino entra e, mentre si siede dietro la scrivania, domanda se siamo soddisfatti delle vacanze pasquali trascorse a Ronta nel villaggio Marrani. Gli risponde un coro di sì entusiastici. Bene bene sono contento anch'io. Poi, fatto l'appello, apre un libro e legge: Diedi un'occhiata ai miei due fucili, alzai i cani, e mi feci a riflettere dov'era più conveniente che mi piazzassi. Alle mie spalle, tre passi distante, c'era un grosso pino. “Fammi piazzare lì sotto al pino, così potrò anche appoggiarci il secondo fucile”. Mi trascinai fino al pino, sprofondando fin sopra ai ginocchi; pestai sotto il pino una piazzola di poco più di un metro, e lì mi sistemai. Un fucile lo presi tra mano, l'altro (coi cani già alzati) lo appoggiai contro il pino. Poi tirai su il coltellaccio dal fodero e lo rimisi a posto, per provare se, in caso di bisogno, fosse agevole a sfoderarsi. Restammo in silenzio in attesa dell'orso... Nedo interrompe, al cenno di Albertino si alza e dice: siamo stati creati per vivere... amare... procreare... ma uccidere... Albertino lo interrompe: i rapporti tra esseri viventi diversi saranno affrontati in altri momenti; fa per riprendere la lettura, ma ormai si è fatto tardi. Compito a casa: Lettura di “Caccia all'orso” di Leone Tolstoj con breve riassunto e vostre riflessioni. Compagne e compagni buonanotte. (Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 12 Aprile 2023 h-11,08)


ALEKSEI FIODOROV

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino prende un libro dallo scaffale, si siede e scartabella. Poi, per zittire le chiacchiere che sembravano il suono di uno sciame di vespe innervosite, getta lo sguardo severo panoramico sulle teste della scolaresca. Ottenuto il silenzio attento, inizia la lezione: Lo sfondo è la grande guerra patriottica di liberazione, l'eroica lotta dell'esercito rosso, le epiche imprese dei partigiani dietro le linee nemiche, la tenacia e la fede del popolo nella vittoria finale. Il dirigente bolscevico narra, con un linguaggio particolare, dell'organizzazione della resistenza in un distretto dell'Ukraina occupata dai nazisti tedeschi. Nella narrazione c'è una forza, una decisione, una umanità profonda. Per lezione a casa: Leggere il libro “Il comitato clandestino al lavoro” di Aleksei Fiodorov e scrivere un breve saggio. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 21 Marzo 2023 h.08,05)


DONNA BATTAGLIERA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Tutti sono ai loro posti, e Gianna, per guadagnare tempo, ha già fatto l'appello, ma Albertino ancora non arrivato. Quando cominciavamo a preoccuparci eccolo, e, nonostante il grande freddo, appare riscaldato con le maniche della camicia arrotolate. Getta sulla scrivania un voluminoso fascicolo. Lancia un'occhiata panoramica alla scolaresca e comincia la lezione. Esclama e declama con lunghe pause: Panova, Viganò, Axioti parlano di una nuova umanità femminile in lotta per il lavoro per la democrazia per la pace. Una donna sovietica, una greca, una italiana. Vera Panova, vincitrice del premio Stalin con il romanzo “L'officina sull'Ural”. Melpo Axioti con “La vita non muore”. Renata Viganò con “L'Agnese va a morire”. Delle ultime due scrittrici si tratta di esperienza di lotta, di guerra partigiana, l'una in Grecia e l'altra in Italia. “La vita non muore”, il cui titolo originale è “XX secolo” è la storia di una ragazza greca che diventa un simbolo di lotta del popolo greco, dai giorni che precedettero l'invasione fascista e nazista, fino alla guerra di liberazione. Polissèna (così si chiama la ragazza del romanzo) è rinchiusa con altre donne partigiane in attesa di essere fucilate. “L'Agnese va a morire”, premio Viareggio, è la vicenda di una donna che si lega alla lotta partigiana e offre la vita. L'Agnese perde il marito durante la guerra clandestina e si trova a prenderne il posto, a continuare la stessa lotta, diventa una donna nuova e muore con la consapevolezza che il suo sacrificio non è stato inutile. Queste tre scrittrici rappresentano tre dei tanti cammini iniziati dalla donna sulla strada dell'indipendenza e della parità nella conquista della libertà non solo per se stessa ma di tutti. Scartabella e scruta gli appunti, riapre la bocca per riprendere, ma guarda l'orologio e chiude il fascicolo. Compito a casa: Lettura dei tre romanzi che ho citato con singola stesura essenziale evidenziando vostre ispirazioni. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 8 Marzo 2023 h.15,47)


PREPOTENZA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino cita Cicerone ma non sono sicura (dice nonna Teresina), però va bene lo stesso chiunque abbia detto: Nessun male rimanga impunito, nessun bene sia senza ricompensa. Ma, nella società del 2023 (dopo Cristo che dicevano fosse morto dal troppo dormire), anno più o meno, all'incirca nei primi anni del XXI° Secolo, il male non era più male e il bene non era più bene. Tutti i luoghi comuni con i veri significati delle parole furono distorti o ribaltati per cui la popolazione, soggiogata dallo Stato autoritario e antidemocratico, subiva le paternali e i severi moniti dei sommi capi governanti, dei governativi e della propaganda a pecorina di contorno. Per compito a casa: Ricerca sul dizionario etimologico l'origine e il significato delle parole della lingua italiana di: Paternalismo, autoritarismo, antidemocratico, conforme, schiavo. Stendere una breve tesi sui significati e le disastrose conseguenze sul popolo per l'intensa azione palliativa svolta dal sistema di potere governante, dai sondaggi e dalla grande parte dei notiziari diffusi da radio e televisioni. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 13 Febbraio 2023 h.08,18)


DOMINIO FUORILEGGE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino, dopo l'appello, si alza in piedi, con gli occhi persi sopra le nostre teste inizia a declamare: Davanti ai miei occhi stupiti, ci sono le sbarre, e il paesaggio del mondo, con le fitte ombre verticali, continua a vivere, per il battito di infiniti cuori. Smette di recitare e fa un cenno a Gabrio che dopo un attimo di bocca aperta prosegue: Gli aguzzi denti, sorridono ad altri denti, mentre l'acqua limpida degli occhi, scende per l'altra acqua, e dentro le membra, risuona lo scricchiolio delle ossa. Albertino con un cenno lo fa tacere e con la mano indica Anna, che prosegue: Delle calde labbra, e le sensazioni animali, umane vette della felicità, vivono sopra un guanciale. Vita! Correre, ma le gambe ferme, lasciano andare i nervi e nelle orecchie risuonano parole stanche. Albertino batte le mani e da tutta la scolaresca scoscia un caloroso applauso. Dall'ultimo banco si leva un'esclamazione: Alfredo! Albertino prende la Costituzione, scartabella e legge: Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato; guarda l'orologio e, vista l'ora tarda, detta per compito a casa: Studio della Costituzione nella parte prima e compito scritto sul carcere come strumento di giustizia oppure strumento per compiere la vendetta politica. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 31 Gennaio 2023 h.19,18)


CETO MEDIO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Durante la crisi energetica le bollette esplodevano come le bombe in Ucraina. Tutti i cittadini erano sacrificati, molte attività chiudevano. In particolare, il problema contadino era una tragedia nella drammaticità complessiva. Esplodevano le relazioni tra i salariati e il ceto medio. Ma, passiamo a Togliatti, Albertino apre la dispensa appunti e inizia a leggere e commentare. Il riformismo, tanto nelle sue correnti di destra quanto in quelle di sinistra, non seppe mai prendere una giusta posizione verso gli strati intermedi delle campagne. Legò la soluzione del problema della terra a formule generali, astratte e vuote, non aderenti alla realtà come quella della socializzazione. Nell'azione pratica si comportò verso i gruppi intermedi come se non ne comprendesse le caratteristiche e bisogni, lasciando affiorare errate e pericolose tendenze livellatrici, come se lo scopo fosse stato quello di far diventare tutti i lavoratori agricoli dei braccianti e per questa via portarli per forza al socialismo. Questa posizione era antimarxista, quant'altra mai, e assurda poi, dove le forme di economia agricola individuale, del mezzadro, del fittavolo, del piccolo e medio proprietario, hanno radici profondissime, sono legate alle condizioni del suolo e alla geografia stessa, e spesso sono anche più redditizie della grande azienda. Albertino sposta la dispensa appunti, prende un foglio e detta per il compito a casa: Ceto medio ed Emilia rossa 1946 di Palmiro Togliatti. Studiate con breve saggio scritto. E, importante, sappiate leggere anche negli spazi vuoti, liberate il pensiero. Lo studio dei classici è sempre utile per capire, per meglio cambiare lo stato di cose presente. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 16 Novembre 2022 h.18,40)


IGNOMINOSO BUONSENSO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

A migliaia di mani di medici viene distribuita l'arma del bisturi dagli arsenali. Italia! E' chiaro per il re, per il barbiere forse, che non ha dove cacciarsi! Ancora oggi i tedeschi si libravano sopra Venezia! Germania! Pensieri, libri, musei, sparite nelle bocche spalancate delle armi! Fauci degli incendi digrignate i denti! Studenti, galoppate a cavallo di Kant! Il coltello fra i denti! Le sciabole snudate! Russia! S'è forse gelata l'Asia brigantesca? Nel sangue i desideri ribollono come un'orda. Trascinate fuori i Tolstoj rannicchiati sotto il Vangelo! Per le gambe smagrite! La barba sulla pietra! Albertino alza lo sguardo sulla scolaresca, e, dopo lunghi assorti secondi, riprende a leggere, con chiara voce, Majakovskij. Francia! Fa' cessare l'amoroso sussurro dai viali! I giovani devi lanciare in nuove danze! Ascolti, tenera? E' bello al suono della mitraglia bruciare e violentare! Inghilterra! Turchia! T-r-a-a-ch! Che è stato? M'è parso di sentire! Non temete! Una sciocchezza! La terra! Guardate, che cos'ha sui capelli? Le si sono distese sulla fronte rughe di trincee! … Oggi come un bagliore sulla calvizie terrestre, insanguinando il fermento folle, nel cielo è l'intera Europa in fiamme appesa come un lampadario. Albertino chiude il volume. Occhi negli occhi scruta pensieri. Con un cenno del naso indica. Si alza in piedi Rossana, recita: … Spero, ho fiducia che non verrà mai da me l'ignominioso buonsenso. Sono già le due... Interrotta con un cenno. Albertino: scrivete per il compito a casa: Studio con analisi scritta di Frammenti e di Majakovskij ai secoli. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 8 Settembre 2022 h.11,33)


CONSERVATORI FREEZER

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

La “definizione” è una breve esposizione dell'essenza e delle qualità d'una cosa. La Costituzione italiana fu definita dinamica (in movimento), però il dinamismo costituzionale si realizzò non in avanti ma indietro dando forza alla reazione. Dinamismo progressivo viene definito da Marx: “Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente”. La destra politica, erede del fascismo del dopo guerra di Almirante, si pose, nell'anno 2022, l'obbiettivo di costruire un grande partito conservatore in cui riunire le varie destre. Albertino fa una pausa e prende un libro, scartabella e legge: Conservatore significa tradizionalista, moderato, immobile, reazionario, borghese, retrogrado, benpensante, forcaiolo, destroide. Conservatore è il contrario di innovatore, progressista, avanzato. Nella società di quei tempi, il privilegio e la ricchezza di pochi la facevano da padrone; le povertà, la disoccupazione, le ingiustizie erano la sofferenza di tantissimi che nella disperazione disertavano in massa le urne; con quale motivazione la destra costruiva un grande partito conservatore? Per compito a casa: Scrivete una tesina sul significato di conservazione sociale e politica nel XXI° Secolo. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 3 Maggio 2022 h.11,32)


AFFAMAMENTO E SCHIAVITU'

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Lo stesso spirito che ha animato le donne e gli uomini della Resistenza negli anni della cospirazione e della guerriglia induceva, nei primi anni del XXI° Secolo, a porre i temi della lotta per il riscatto dell'umiliata indipendenza dell'Italia, per la difesa della pace, contro il riarmo dei nazisti sotto le insegne atlantiche. Urgente era la ricostruzione dell'unità antifascista già sacrificata per oscuri tornaconti e affari di parte. Compito primario era illustrare e onorare la grande epopea popolare antifascista, difenderla come patrimonio comune, invece di svalutarla nelle parole e offenderla nei fatti. Albertino fa una pausa. Un grande respiro. Apre il libro che teneva tra le mani e legge: Nel triste inverno 1943-44, i bombardamenti aerei e il barbaro divieto, nelle fabbriche, di sospendere il lavoro e riparare nei rifugi durante l'allarme, costò parecchie centinaia di morti. Gli operai erano sottoposti a tutte le insidie da parte del tedesco e dei suoi servi fascisti, a cui si accodavano, quasi del tutto, i padroni, intimiditi dalle minacce naziste e avidi di trarre il massimo profitto. Nelle fabbriche, negli uffici, nelle case regnavano l'angoscia e la rabbia. Non si era protetti contro i bombardamenti, contro il freddo, contro la miseria, contro le ingiustizie. Uomini e donne erano in fermento. Si facevano strada da per tutto propositi arditi, di lotta, di opposizione, di resistenza. Responsabili di tutto erano i tedeschi, i fascisti loro alleati, e quanti collaboravano con essi alla realizzazione dei loro piani di affamamento e di riduzione in schiavitù di tutto il popolo italiano. Albertino smette di leggere e detta per il compito a casa: Studio del libro “Un popolo alla macchia” di Luigi Longo con la stesura di un breve saggio. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 26 Aprile 2022 h.15,39)


MUSTERIANO FATATO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Nel processo lavorativo, e solo grazie al lavoro, la mano dell'uomo raggiunse in seguito un così elevato grado di perfezione che le permise, secondo una nota espressione di Engels: “Come una forza magica di richiamare in vita i quadri di Raffaello, le statue di Thorvaldsen, la musica di Paganini”. Nel lavoro l'uomo sviluppò il linguaggio e il pensiero, imparò a riprodurre le forme degli oggetti a lui necessari secondo un piano elaborato prima, e che rappresentò la principale e preliminare condizione dell'attività creativa nel campo dell'arte. Nel corso dello sviluppo sociale e dell'attività creativa sorsero, infine, le esigenze concrete che generarono l'arte come una sfera a sé della coscienza sociale dell'attività dell'uomo. I primi germi dell'arte furono gettati già alla fine del periodo musteriano. Questi presupposti e germi dell'arte non andarono perduti inutilmente. Essi portarono ricchi e nuovi frutti allorché l'uomo superò la fase del Neanderthal e si elevò ad un nuovo e qualitativamente diverso grado del suo sviluppo. Inizia la costruzione di case, che genera un nuovo tenore di vita. Albertino guarda l'orologio, chiude il libro e detta per il compito a casa: Preparare prosa scritta su “Il ruolo del lavoro nel processo del passaggio dalla scimmia all'uomo” di Engels. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 5 Aprile 2022 h.12,04)


GUERRA TRA SIMILI (RAI IDEOLOGICA)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino alza lo sguardo dagli appunti e inizia a parlare: La vecchia RAI mandava le immagini dei carri armati dove sventolava la bandiera rossa con falce e martello. Il virus anticomunista era il tentativo di puntellare il fallimento del capitalismo che, con il sistema mercato e concorrenza, aumentava disuguaglianze e povertà. La vecchia RAI falsificava la storia, perché la Russia invase l'Ucraina nel 2022 Secolo XXI, quando l'Unione Sovietica si era già disgregata tantissimi anni prima nel XX Secolo e la Russia aveva cambiato bandiera. La vecchia RAI tentava di nascondere che la guerra in Ucraina era tra simili, tra due nazioni nazionaliste che si contendevano il territorio con reciproci bombardamenti e impietosi combattimenti sul campo. Nella guerra d'Ucraina i “Grandi della Terra” furono colpevoli per avere sviluppato gli armamenti e le basi militari, e poi si trovarono senza strumenti analitici per elaborare i fatti, riuscire a fermare i combattimenti e risolvere il sanguinoso problema del razzismo imperialista. I “Grandi della Terra” erano piccoli e si impantanavano nelle piccinerie di parte, colpevoli di non avere lavorato per la pace con il disarmo progressivo universale. Albertino, vista l'ora tarda, detta per il compito a casa: Studio della storia Ucraina dagli accordi del 2014 alla guerra del 2022 con breve saggio sugli avvenimenti sanguinosi accaduti prima e dopo l'invasione Russa. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 17 Marzo 2022 h.10,39)


BOMBE E CONTESE (RODARI E BLANC)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino, dopo aver dato un'occhiata alla scolaresca, fissò il vuoto e iniziò a scandire: Palestina, Striscia di Gaza, Sarajevo, Belgrado, Jugoslavia, Libia, Siria, Libano, Iraq, Afghanistan, Armenia, Curdistan, eccetera. Bombardamenti, macerie insanguinate, gente che fugge e si nasconde terrorizzata. I bambini bombardati in tutto il mondo, bambini con i genitori e gli orfani ancor più sfortunati. Con i bombardamenti sull'Ucraina, gli occhi degli europei si aprirono e piansero ma soltanto per gli ucraini e accolsero bambini e adulti. Per gli altri no, non ci furono pianti né accoglienza ma rude respingimento, non tentarono di fermare i bombardamenti con aiuti anche militari, ma, in tanti casi, furono loro stessi a bombardare, due esempi tra i tanti: Libia e Jugoslavia. La guerra del 24 Febbraio 2022, scoppiò per l'invasione Russa dell'Ucraina, ma anche per l'indifferenza di governi e cittadini alle ragioni degli altri ed alle questioni umanitarie senza imparzialità sui crimini di guerra. Tutti erano occupati ad esaltare il sistema mercato concorrenza, a trasferire alla proprietà privata la proprietà pubblica, a privatizzare “liberalizzare” per cui i pochi ricchi diventavano più ricchi e i tanti poveri più poveri. Parzialità, ingiustizia, disuguaglianza, cinismo, ipocrisia, falsità impoverivano moralmente la società. Albertino sospirò, si alzò sorpreso per il silenzio e, nel vedere negli occhi puntini di domanda, riprese a parlare: L'ora è tarda per aprire il dibattito. Invitò a prendere appunti per il compito a casa da fare con due brevi tesi scelte da noi dopo lo studio sui libri: “Il socialismo prima di Marx” di Gian Mario Bravo al punto “Organizzazione del lavoro” di Louis Blanc e “I libri della fantasia” di Gianni Rodari. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 2 Marzo 2022 h.14,14)


FIGLI DI DIO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Il sistema irruente e violento assaliva e provocava, poi, perché si definiva democratico, chiedeva scusa. Avvenne per gli innocenti Sacco e Vanzetti ma, per gli innumerevoli crimini contro l'umanità e i colpi di Stato? Ma a che cosa valeva quando la barbarie era compiuta? Il capitalismo democratico, esaltato dall'odore del denaro, dominava su tutto il mondo, ma non era mai soddisfatto, tramava e provocava continuamente. Il capitalismo democratico aggressivo aveva bisogno di liberi mercati e concorrenza, perché la legge della foresta perpetuasse il suo dominio basato sull'ipocrisia, la forza e la guerra. Albertino guarda di traverso l'orologio che segna l'ora tarda, chiude la dispensa degli appunti e detta il compito a casa per dopo le vacanze invernali: Ricerca dei colpi di Stato da dopo la Seconda guerra mondiale all'avvento del Covid-19. Buon Natale e auguri per il nuovo anno. Compagne e compagni buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 23 Dicembre 2021 h.16,30)


NIENTE AVVENTO (ARBITRIO CREATORE)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino fece la sua entrata cantando:“...sarà come l'Arca di Noè il cane il gatto io e te...”. Scoppiò un grande spontaneo applauso. Non conoscevamo quella canzone e Albertino ci consigliò di ascoltare Radio Subasio. Poi, preso il fascicolo degli appunti, si mise a leggere e spiegare. Asportate le tonsille, senza la cistifellea, limitato il cervello, dimezzato il cuore, lo spirito era svanito e il corpo continuava a vivere senza sintomi significativi avversi. Il resto dell'umano, persa la fantasia e con il corpo contaminato, progrediva nella costruzione del proprio sostituto. Si rivelava molto difficoltosa l'applicazione dell'innesto della funzione assassina, ma non era fondamentale perché, l'uomo aveva già da tempo provveduto ad eliminare tutti gli animali e quasi la totalità di se stesso, compreso il sogno fantastico o l'incubo più orrido. Compito a casa: Studio degli organi citati e gestione della rabbia; tesina sulla transizione del libero arbitrio a dio terrestre. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 15 Novembre 2021 h.15,18)


PECCATI VIGENTI

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino sorprese tutti perché iniziò la lezione recitando superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira, eccidia; visibilmente divertito per l'attenzione, proseguì: Agli inizi del Secolo XXI, con la scomparsa della Politica, fu superata la questione morale posta in evidenza dalla famosa intervista di Scalfari a Berlinguer. Il problema non era più etico ma psicologico perché i personaggi pubblici esprimevano uno stato d'animo morboso, conferivano alla propria personalità un'importanza eccezionale, esagerata, pretendendo di essere il centro del mondo. I peccati venivano commessi dai potenti, l'inferno lo soffrivano i semplici viventi e tutto l'innocente creato. Per compito a casa: Analisi dei sette peccati capitali e breve commento sulla funesta loro attualità; sintetico, essenziale saggio sulla frase di Aviano: “Il più povero si guardi bene da far società col potente”. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Venerdì 29 Ottobre 2021 h.12,03)


REGINA REALISTA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino era mesto per la perdita della sua carissima amica colpita dal virus, però non demordeva, scartabellava, muto leggeva, poi, dopo un poco di riflessione, con gli occhi rivolti chissà, cominciò a parlare: La regina risponde alla scolaresca di Crimea della nazione russa? Scandalo. Scandalo aderire per forza all'Europa? In quei tempi il mondo era più imprevedibile come non mai? In ogni epoca si è detto la stessa cosa? La perdita del ricordo per i vissuti, il non sapere per i nuovi arrivati era un pericolo micidiale, una certezza di sofferenze e di morire assassinati, di ricadere negli orrori della violenza, della guerra. I tumulti contro il certificato COVID-19 furono una significativa testimonianza. Per compito a casa studiate con breve saggio su: Mappe che spiegano il mondo di Marshall. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 18 Ottobre 2021 h.16,44)


NO NUCLEARE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Alla riapertura della scuola, dopo la pausa per le vacanze estive, Albertino, fatto l'appello, esprime la sua soddisfazione per aver ritrovato tutti presenti e in buona salute. Inizia la lezione: ”Non si deve archiviare Chernobyl, un evento drammatico che continuerà ad essere al centro non solo delle iniziative più immediate legate al futuro e ai caratteri dei programmi energetici, ma anche della riflessione sulle questioni che attengono ai destini dell'umanità”. Poi prende un libro, scartabella e cita il compagno Natta: “In Italia, ma non solo in Italia, c'è una natura aggredita che richiede tutela non per se stessa ma per dare una prospettiva più civile, più umana per noi e per quelli che verranno dopo di noi”. Bene, vi detto per il compito a casa: Studiare “Una svolta da Chernobyl”, volume allegato al n.24 del 21 Giugno 1986 di Rinascita ed elaborate una sintesi in un breve saggio scritto. Raccomando attenzione e prudenza, indossate la mascherina perché il virus non è del tutto sconfitto. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 16 Settembre 2021 h.08,01)


VIRUS APATIA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino di Rodari recita: “E' difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi”. Poi lègge: Wilhelm Wolff nacque il 21 Giugno del 1809 a Tarnau nella regione di Frankenstein in Slesia. Il padre era contadino, sottoposto al servaggio ereditario, e nello stesso tempo gestiva la Gerichtskretscham [osteria-tribunale] (la taverna - in polacco karczma - dove avevano luogo le sedute del tribunale del villaggio). Questo fatto non lo esimeva però dal dover prestare, insieme alla moglie e ai figli, le corvée feudali al signore. Wilhelm venne così non solo a conoscere, ma a sperimentare di persona e fin da piccolo l'orribile condizione dei contadini asserviti dell'est della Germania. Apprese però anche altre cose. La madre aveva una cultura che oltrepassava quella tipica della sua condizione sociale: essa risvegliò e nutrì in lui la collera per la vergognosa oppressione e per l'infame trattamento cui venivano sottoposti i contadini da parte dei signori feudali. Ben presto si fecero notare i talenti e la voglia di imparare di questo figlio dì contadini. Egli avrebbe dovuto possibilmente frequentare il ginnasio, ma quali ostacoli da superare prima di riuscirci! A parte la mancanza di denaro, c'erano il signore e il suo amministratore, senza l'assenso dei quali non si poteva fare nulla. In teoria il servaggio ereditario era infatti stato abolito nel 1810 ma i servizi feudali, le corvée, la corte di giustizia padronale, le forze di polizia delle tenute padronali continuavano a sussistere e facevano sì che, nei fatti, la servitù ereditaria si perpetuasse. Il signore e i suoi impiegati preferivano decisamente ricavare dai figli dei contadini dei pastori di porci piuttosto che degli studenti. Tutti gli ostacoli furono però superati. Wolff entrò al ginnasio a Schweidnitz e all'università a Breslavia. In tutte e due gli istituti egli dovette guadagnarsi la maggior parte del proprio sostentamento dando lezioni private. All'università sì dedicò di preferenza alla filologia classica, senza però essere un pedante filologo all'antica; ebbe elevata sensibilità per i grandi poeti e prosatori greci e romani. Albertino mette da parte gli appunti, ho letto un poco su Wolff per evidenziare una volontà, perché “volere è potere”. Inutile dire: “potere al popolo” se non riusciamo ad organizzare il popolo, se esso stesso non ha “volontà” ed è insensibile, ed è incurante della propria condizione e della situazione che lo circonda... Noi siam da secoli calpesti e derisi perché non siam popolo perché siam divisi... interrompe cantando Ascanio... (risata generale)... riprende a parlare albertino: se il popolo oggi non esiste è perché ogni suo componente non ha preso coscienza del proprio stato di essere. Per compito a casa, breve saggio su: “Il miliardo slesiano” di Wilhelm Wolff; prosa della canzone: “Contessa” di Pietrangeli. Compagne e compagni buona notte.

-Renzo Mazzetti- (Sabato 22 Maggio 2021 h.10,51)


VIRUS E VACCINO USA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino, fatto l'appello, guarda in tutti gli occhi profondamente. Si siede commosso. Sono stato l'ultimo e, come voi, ho avuto la fortuna di ricevere, al HUB di Ospedaletto, proprio nella giornata della Liberazione, Johnson & Johnson vaccino C-19. Liberazione! Allora: sigarette profumate, cingomme, cioccolate. Oggi: specialità Janssen. Albertino: in Toscana alle politiche del 1972 i voti al PCI erano 1.013.524 il 42.15%; alle regionali del 1970, 985.382 il 42.32; alle regionali del 1975, 1.169.616 il 46.5%. Per compito a casa: Analisi delle votazioni politiche del 1972 e regionali 1970-75. Analisi delle votazioni del 4 Dicembre 2016, del 4 Marzo 2018, del 26 Maggio 2019, del 9 Giugno 2019, del 20 Settembre 2020. Compagne e compagni, buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 27 Aprile 2021 h.10,37)


VIRUS BUGIA (ARMI DIFESA)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Il detto dei guerrafondai era: “Se vuoi la pace prepara tutto per la guerra”, quello dei pacifisti: “Se vuoi la pace prepara tutto per la pace iniziando con il disarmo”. Armarsi per difendersi significava pensare di avere dei nemici e organizzarsi in alleanze militari con i ritenuti amici. Tale mentalità bellica innescava una serie di negatività pericolose fra le quali, per esempio, tollerare i crimini contro l'umanità e contro i diritti civili commessi dagli alleati, amplificare quelli commessi dai nemici e prenderli a pretesto per sviluppare tensioni, ingerenze, sanzioni commerciali, aggressioni. Perché non considerare tutti amici?I difensori non erano sinceri ed efficaci quando consideravano alcune nazioni come nemiche e gli armamenti una difesa. Le armi sono sempre state una minaccia e morte, il disarmo pace e vita. Il cammino verso il progresso di pace ebbe inizio con l'approccio pacifico, senz'armi, seminando rispetto, fratellanza, coltivando azioni per la coesistenza pacifica, con la messa in moto del reciproco e bilanciato disarmo globale. Finalmente ebbe termine anche la guerra dei vaccini, le contrapposizioni tra nazioni, di partito, di classe, priviligi di casta, di ego dei politicanti narcisi. I cittadini furono salvati dalla disperazione delle fredde elettroniche prenotazioni, dalle infantili dispute Stato-regioni perché venivano direttamente invitati a vaccinarsi il più vicino alla propria residenza, rispettando le patologie sofferte usando il vaccino appropriato. Albertino fa una pausa, manda uno sguardo panoramico sulla classe, poi detta per il compito a casa: “Studio della Nato e del Patto di Varsavia, breve saggio su “La coesistenza pacifica” che troverete a pag. 681 della Dispensa B 3. 56-74. Compagne e compagni, buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 29 Marzo 2021 h.10,57)


VIRUS ANNO 2125

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Bicefalo sul futuro dei giovani scriveva: “Il futuro dei giovani si realizza nel benessere del loro presente; sull'opportunità: “L'opportunità si coniuga con il buon senso, genera la conservazione reazionaria, nega il reale rinnovamento”. Albertino abbassa lo sguardo, apre un libro, cerca, inizia a leggere: Nella Pravda si scrive la verità. Nelle Izvestia le notizie. Sono fatti. Prendili, se vuoi, e servili in tavola. Ma al poeta interessa anche quello che succederà tra duecento anni, o anche solo tra cento. Quando sfogliamo i fogli dei giornali, e scorriamo le novità dell'estero paludoso, diamo un balzo: gli scienziati degl'imperialisti hanno inventato chi un gas, chi un raggio, chi un aereo senza pilota. Si preoccupano forse di volatili? Aiutano l'umanità, incrociando raggi? No, dalla volta celeste un nuovo cappio allungano per il collo degli operai e dei contadini. Per un decennio la morte ha riempito le pagine di tutti i giornali: mutilazioni, strazio... Ma una sciocchezza parranno queste stragi di fronte all'orrore delle future fantasmagorie”. Albertino fa una pausa, abbassa la mascherina, beve un sorso d'acqua, rimette la mascherina e riprende la lettura con l'anno 2125: Il cielo aveva congiunto le palme (a elemosinare stelle). Insomma era sera, per dirla alla buona. E in cielo, come sempre, comparve un aeroplanino. Uno dei soliti, un autoscrivente dell'Aerorosta. Mosca. I moscoviti salirono sui tetti delle case a quaranta piani della Comune. “Diamo un'occhiata... vediamo cosa scrive... Chi? Contro chi? Quando? Per chi?” Albertino smette di leggere, scartabella e dice, con tono solenne: compito a casa: Analisi con breve prosa su: Il Proletario volante di Vladimir Majakovskij che troverete in Poemi a pagina 323. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Domenica 14 Febbraio 2021 h.07,02)


VIRUS PALLIDO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

L'ètica personale è fondamentale nella teoria e nell'azione concreta. L'onestà, a qualsiasi costo, deve essere sempre e comunque tenuta al primo posto, non solamente (anche se di per se è comunque sempre molto), perché ci fa sentire in pace con noi stessi e con tutti gli altri (purché non politicanti avventurieri affaristi egoisti), perché ci fa bene e fa del bene a tutta la comunità. Verità, sempre e comunque, verità senza propaganda… senza alcuna strumentalizzazione… Come l'accusa contro la Cina per la contaminazione? Interrompe Sara...Non esagerare, anche se nipote del Maoista, risponde il compagno Albertino...Poi prosegue: Dobbiamo ricercare e studiare in modo particolare tutti quei contagi che, anche in tempi non sospetti, si sono verificati nel milanese e dintorni, perché penso che, molte responsabilità per i funesti contagi siano dovute a certi politicanti nostrani. Le responsabilità politiche sono dovute al razzismo, quelle pandemiche lasciamo la risposta alle indagini scientifiche indipendenti mondiali. Compito a casa: La guerra di secessione americana e le leggi razziali nazifasciste. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 12 Gennaio 2021 h.07,38)


VIRUS MISERIA OPULENZA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

I ricchi sono uomini come i poveri, e nostri fratelli come quelli, essi pure, costituiscono una grande e bella parte dell'umanità. Senza dubbio, si deve impedire loro di essere oppressori, ma non bisogna opprimerli più di quanto non bisogna lasciarsi opprimere da essi; la Comunità, pensata per offrire la felicità a tutti gli uomini, non deve cominciare collo spingerne una parte alla disperazione. Neanche dobbiamo odiarli; infatti i loro pregiudizi e i loro vizi sono l'effetto sia della loro cattiva educazione e della cattiva organizzazione sociale, sia delle imperfezioni e dei vizi dei poveri; questa cattiva organizzazione è un demone che rovina egualmente tutti gli uomini: bisogna liberarli tutti, ma non bruciarli per cacciare il demonio; anche Gesù Cristo non è venuto per distruggere i ricchi, ma per convertirli, predicando soltanto la soppressione dell'opulenza e della miseria. In una parola, non bisogna sacrificare i ricchi ai poveri più dei poveri ai ricchi, oppure tutta la pietà, tutto l'interesse, tutta la giustizia, tutte le virtù, tutti gli sforzi si riunirebbero contro i nuovi oppressori, in favore dei nuovi oppressi. Albertino alza lo sguardo e sorride nel vedere l'aria stupìta della scolaresca, riprende a leggere: Non bisogna dunque odiare il bottegaio egoista? Potete sì detestare l'egoismo e specialmente la sua causa; ma nulla mi sembra meno ragionevole, meno giusto e soprattutto più inetto che insultare e minacciare la numerosa classe dei mercanti e dei fabbricanti; perché, per quanto numerosi siano i loro difetti, essi sono la conseguenza inevitabile dell'organizzazione generale e della loro posizione particolare: la necessità di essere precisi nei loro pagamenti per mantenere la reputazione e il credito, il timore di essere disonorati da un fallimento, le occasioni moltiplicate di perdite e di rovina, l'impossibilità di contare sull'aiuto di altri in caso di sfortuna, l'affanno continuo e il tormento delle cambiali da pagare alla fine di ogni mese... Albertino fa una pausa e, con un cenno del capo, dà la parola alla mano alzata di Eligio: “il libero sviluppo di ciascuno è condizione per lo sviluppo di tutti”, come diceva Marx? Simile acume, risponde Albertino... intelligenza... ma si è fatto tardi, per compito a casa studiate: Etienne Cabet a pagina 475 del testo, compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 30 Novembre 2020 h.06,56)


VIRUS TEPPAGLIA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Alla parete Marx. La cornice è rossa. Accucciato sulle ''Izvestija'', si riscalda un gattino. E di sotto il soffitto schiamazza un canarino scatenato. Marx dalla parete guarda a lungo... e a un tratto spalanca la bocca e si mette a gridare: ''Ha ingarbugliata la rivoluzione l'ordito del filisteismo. Più tremendo di Vrangel' è il costume borghese. Svelti, torcete il collo ai canarini, perché il comunismo dai canarini non sia sopraffatto!''. Quando l'umanità lavoratrice della rivoluzione si grattava tutta e si contorceva, raschiando via il sudiciume, costoro si costruivano nidi e casette in quella lordura, picchiavano le mogli e giuravano su Babel, riposando e godendo nelle tende dei propri calzoni alla zuava. Dai materassi, innalzando gli stracci dei letti, le cimici salutano levando le zampine. Sfolgora il samovar tutto avvolto di raggi, pronto ad avviticchiarti coi suoi manechi. Con puntini di mosche, le ghirlande dai parati vengono a incoronarti loro stesse. Suonano la fanfara gli angeli-trombettieri, rosei per il bagliore dell'icona. Gesù, togliendosi la corona di spine, si sprofonda in cortesi riverenze. Marx, aggiogato a una cornice rossa, tira l'alzana del filisteismo. Gorgheggiano gli uccelli sulle stecche, i gerani strisciano sin dentro le narici. Ma il philisteus vulgaris è il più terribile. Col suo mimetismo mostruoso egli adesca le vittime, fingendosi ora grillo-versaiuolo, ora uccello cantore di romanze. A quei tempi persino il loro vestito imitava l'aspetto dei volatili: un ampio mantello e una giubba a coda di rondine col pettino inamidato, bianchissimo. Simili uccelli facevano il nido nei palchi dei teatri, si accalcavano sulle querce dell'Opera, al suono dell'Internazionale, negli spettacoli di balletti, si grattavano un piede con l'altro, pendevano dai ramoscelli delle righe, tosavano Tolstoj alla Marx, strepitavano e urlavano in misura nauseante e... scusate per l'espressione, ma questo è un rapporto scientifico, andavan di corpo in quantità che non possono esser considerate piccole sconvenienze di uccelli. Albertino termina la recita di Majakovskij e ricorda che, fra l'altro, “La cimice” fece parte di una nostra meditazione dal titolo: “Conformista ipocrita”. Poi spiega come avvennero i primi approcci al mortale virus mondiale 2020, il coacervo di paure e disperazioni, i gesti studiati e quelli inconsulti, le ribellioni rabbiose, le strumentalizzazioni, la discesa dei vandali, le azioni della teppa che originava da chi si ritrovava, senza indossare la mascherina, in piazza Castello sui prati coperti di musco. Per lezione a casa: Ricerca storica con ampia forma e ogni tipo di analisi della cimice, della compagnia della steppa e dei teddy boys. Albertino chiude il fascicolo e alza lo sguardo panoramico su tutta la classe raccomandando la massima prudenza e l'osservazione scrupolosa delle norme. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 10 Novembre 2020 h.08,11)


VIRUS LAVORO A DOMICILIO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

La civiltà era crisi, in regressione infantile, in negazione mentale e negazionismo storico. L'ignoranza avanzava incontro al completo analfabetismo, iniziato con la diffusione dei primi telefoni fissi nelle abitazioni, che i francesi definirono: “Analfabetismo di ritorno”. Nel 2020 imperversava il mortale virus mondiale. Anima e ideale, entusiasmo e gioia, amore e passione represse e disperse. L'uomo sprofondò sotto il populismo e il qualunquismo. La bontà d'animo, la pace e la fratellanza, con ghigna e disprezzo, canzonate con il lancio di ogni sorta di epiteti, il più noto quello di “buonismo”. Dominavano egoismo e individualismo, narcise apparizioni “in remoto” e “ in diretta” su tutti gli schermi. Il possesso (ad ogni costo) di tanta moneta era diventato il solo illusorio scopo per comprare tutti e di tutto, anche il tempo di vita infinito. Albertino fa una pausa, prende un foglio e riprende a leggere: Pochissimi si arrricchivano, nel contempo la miseria della quasi totalità degli abitanti del mondo aumentava e un numero spaventoso di persone moriva per le guerre, le malattie, la fame. Specie animale e vegetale scomparse o in via d'estinzione, si distruggeva il pianeta Terra (Paradiso terrestre), il misterioso universo, l'infinito e l'aldilà. Non si diventava adulti sapienti e tantomeno piccoli saggi, ma ci si trasformava in bambole e bambolotti per i giochi di rete per la rete. La civiltà del lavoro degenerò in modo drammatico specialmente con il “lavoro a domicilio” antico sfruttamento in particolare delle donne... Albertino guarda l'orologio e ripone nella cartellina i fogli, con sguardo pensoso scorre sulle teste degli studenti, scatta in piedi e dice: facciamo un esperimento...restiamo in silenzio e per tre minuti guardiamo, e dopo, al mio via, scriviamo “di getto” le sensazioni provate...Via!... avete scritto? Bene. Ora vi detto per il compito a casa: a) Breve saggio sulle sensazioni scritte “di getto”; b) La sacralità dell'abitazione e la lotta sindacale e politica contro lo sfruttamento del “lavoro a domicilio”. Attenzione alla mascherina e...prudenza...attenzione...osserviamo con scrupolo le regole...impariamo a vivere la diversa...la nuova socializzazione...lasciamo la mancia al barista...offriamo il caffè al parrucchiere...all'infermiere...diffondiamo gentilezze ovunque. Compagne e compagni, buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 22 Ottobre 2020 h.12,28)


VIRUS CONTRADDIZIONE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino: sono contento di rivedervi tutti presenti e di bell'aspetto; in presenza ci aiutano i rumori e i silenzi, gli odori particolari e l'atmosfera generale in cui si mescolano le più intime emozioni, gli originali stimoli; bene, il titolo della lezione è “La contraddizione”. “Dalle contraddizioni il frutto di nuove verità”, scriveva Bicefalo negli anni ottanta. Ma la verità non è dato per scontato che sia sempre e comunque positiva. Dobbiamo prendere in esame che la verità, come tutte le parole, può esprimere il positivo e il negativo. Scoprire in ogni aspetto e in ogni analisi la contraddizione, è indispensabile per conoscere la verità, qualunque essa sia. Per esempio: Non intervenire in difesa della legittima democratica Repubblica spagnola, fu una contraddizione commessa e pagata cara. Perché? Il comunismo postulava la solidarietà internazionale, invece il non intervento dell'Unione Sovietica si trovò in contraddizione con la solidarietà concreta dei volontari internazionali accorsi contro il colpo militare franchista e l'aggressione dell'Italia fascista e della Germania nazista. Altro esempio: Le nazioni URSS-USA-Inghilterra, vincitrici della Seconda guerra mondiale, si divisero il mondo e i comunisti si comportarono come gli altri colonialisti imperialisti, trovandosi in contraddizione con Marx: “Il libero sviluppo di ciascuno è condizione per lo sviluppo di tutti”. Contraddizione per non aver riportato l'Armata Rossa a casa propria, comportandosi uguale alle nazioni capitalistiche con l'aggravante di porsi in competizione nel loro campo, trovandosi in contraddizione con i principi del comunismo provocando il fallimento e la disgregazione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Altro esempio: L'unità è sempre stata la parola d'ordine indispensabile. Invece i comunisti si sono sempre divisi, in particolare, nel periodo del mortale virus mondiale 2020, si contavano comunisti e comunistoidi, sinistra e sinistroidi tutti dispersi in innumerevoli partitini e gruppuscoli, insignificanti fantasmi vaganti smarriti. Perché? Si trovarono in contraddizione con il principio di unità, non avevano perseguito e praticato l'unità politica dei comunisti. Albertino guarda l'orologio e dice che è tardi, detta per compito a casa: Il centralismo democratico. Compagne e compagni buonanotte, state attenti e indossate la mascherina.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 5 Ottobre 2020 h.08,49)


VIRUS PRIGIONE PRUSSIANA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino inizia la lezione a distanza cantilenando: Sono un'autentica carogna, sono un vero mostro peccatore, che si ingoia i suoi peccati, come il russo la cipolla. Signore Gesù, prendimi per l'orecchio come un cane, gettami l'osso della grazia, e scaraventa me, peccatore incallito, nel tuo paradiso di grazia. Il governo cominciò a tenere d'occhio più attentamente l'insegnante privato Wolff (Lupus) che cinque anni di carcere duro non avevano potuto domare. Albertino legge: “Ora me ne sto qui già da quasi trent'anni, tanto che i capelli mi sono diventati grigi, e aspetto una bella rivoluzione nella quale la volontà popolare si deve manifestare una buona volta in modo deciso, ma a che serve? Se tuttavia il popolo tedesco si rifiutasse almeno di pagare le tasse: questo è l'unico mezzo per liberarsi di Bismarck e compagnia e per far infuriare il vecchio re”. Albertino guarda tutti i volti negli schermi e dice: questa è l'ultima lezione, dopo le vacanze estive la nostra scuola ritornerà nei locali della Sezione. Per lezione a casa studiate stilando due brevi saggi su: “Wilhelm Wolff amico di Marx” e “Il canto dell'anima”. Compagne e compagni buonanotte, e, mi raccomando, siate prudenti e non vi infettate, saluti comunisti.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 29 Giugno 2020 h.07,08)


CINA COMUNISTI AVVENIRE (FORZA GIUSEPPE)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino apre il collegamento, verifica la presenza con saluti a tutti e parte citando Antonio Gramsci: “per i proletari è un dovere non essere ignoranti e che per essi il problema di educazione è problema di libertà... fa una pausa e dopo recita, più o meno, così: C'era una volta un ricco che non mandò suo figlio all'università perché, diceva, sono stato bene e ho fatto tanti soldi e mi godo la vita, e non mando all'università mio figlio perché non ce affatto bisogno di sapere tante cose che sono per me tanto inutili quanto tanto dannose. Io non ho studiato e faccio una vita da nababbo... Poi inizia la lezione: Ai primi anni del 1950, l'Italia era entrata nel campo di una congiuntura economica favorevole, ciò era dovuto dall'aumento della domanda interna e dal processo di rinnovamento del capitale fisso. Per aumentare competitività sul mercato europeo i monopoli italiani, utilizzando i crediti e le agevolazioni fiscali dello Stato, nonché l'afflusso di capitale straniero, iniziarono così l'ammodernamento dell'apparato produttivo portandolo ad un livello tecnico e scientifico con l'automazione, l'elettronica, le materie sintetiche. L'introduzione di nuovi metodi di organizzazione della produzione diede a capitalisti e monopoli la possibilità di sviluppare lo sfruttamento dei lavoratori e operai sottoposti. Grazie all'aumento della produttività del lavoro con il mantenimento di bassi salari fu raggiunto un alto grado di accumulazione del profitto capitalistico. Dal 1948 al 1958 il capitale nominale dei dieci maggiori monopoli era passato da 40 a 1.216 miliardi di lire. Influirono grandemente sullo sviluppo economico del Paese anche i processi di integrazione nel mondo capitalistico. L'entrata dell'Italia nella Comunità europea del Carbone e dell'acciaio (1952), e poi nel mercato comune (1958), intensificò gli scambi con l'Europa occidentale. Tra il 1950 e il 1960 il commercio estero dell'Italia aumentò di oltre tre volte. L'influenza del mercato comune sull'Italia ebbe un carattere contraddittorio. Da una parte questo mercato rallentò i ritmi di sviluppo dell'agricoltura, delle industrie minerarie e di quelle leggere, mentre dall'altra favorì il rapido sviluppo di nuovi settori industriali, come quelli dell'elettronica, della petrolchimica. All'inizio degli anni '50 la produzione industriale partecipava al reddito nazionale complessivo con il 45% e nel 1960 con il 48%. Ai primi posti c'erano la costruzione di macchine e l'industria automobilistica e chimica. Nel corso degli anni '50 i ritmi di accrescimento della produzione industriale furono più che considerevoli. Fece eccezione solo il 1958, allorché il ritmo rallentò per la necessità di adeguarsi al mercato comune, in quella che fu chiamata una “pausa ad alto livello”. Ma già nel 1959 l'Italia era entrata in un periodo di boom industriale. In questo periodo di “miracolo economico”, durato quattro anni, i ritmi medi di accrescimento della produzione industriale superarono l'11%. Il punto culminante fu raggiunto nel 1960 con il 15%. Le città si svilupparono impetuosamente. Nuovi centri industriali sorsero anche nell'Italia meridionale, modificando sensibilmente la struttura sociale della popolazione delle arretrate province del Sud, un tempo esclusivamente agricole. Venne creato anche qui un grande reparto di proletariato industriale, forte di circa 700 mila persone. La riforma agraria attuata tra il 1950 e il 1955, nonostante il suo carattere limitato, fece fare grandi passi in avanti di carattere economico e sociale. Essa aprì una breccia considerevole nel sistema della grande proprietà fondiaria e portò alla liquidazione del latifondo nel meridionale e Sicilia. Con la riforma 100 mila contadini poterono riscattare 760 mila ettari di terra, mentre altrettanta veniva acquistata dagli agrari, grazie ai crediti governativi. Ma, nonostante tutto, il Mezzogiorno soffriva il suo ritardo nei confronti dello sviluppo dell'Italia settentrionale. Intanto la Fiat concentrava nelle proprie mani l'80% della produzione automobilistica del paese. Nel campo della chimica la posizione di monopolio era detenuta dal gruppo Montecatini, mentre l'Edison e l'Olivetti detenevano i monopoli dell'energetica e dell'elettronica. Il capitalismo monopolistico di Stato si sviluppava a ritmi rapidissimi. Le società statali-private determinavano lo sviluppo dei settori dell'industria metallurgica, petrolifera, petrolchimica, del gas, dei materiali da costruzione. Il gruppo statale Iri controllava nel 1957 l'88% della produzione della ghisa e il 51% dell'acciaio. Il gruppo statale dell'Eni, costituito nel 1953, aveva il controllo di tutti i giacimenti di petrolio e di gas trovati nel paese e della loro lavorazione. Sotto la direzione dell'Eni furono costruiti moderni impianti per la lavorazione del metano e le produzione di gomma sintetica. Il settore statale occupava un posto importante nell'economia nazionale, tanto che nel 1958 per dirigerlo fu creato un apposito ministero. Nel 1950 cominciò la programmazione a lungo termine di singoli settori economici. Per lo sviluppo delle regioni arretrate del Sud fu creata la Cassa del Mezzogiorno. Nel primo decennio di attività della Cassa gli investimenti governativi furono indirizzati soprattutto non già alla creazione di stabilimenti industriali, come richiesto dai comunisti, ma alla costruzione di infrastrutture. La creazione delle infrastrutture e la riforma agraria avevano fatto affluire al Sud capitale privato e avevano esteso il mercato interno, lo sviluppo di rapporti capitalistici. Alla fine degli anni Cinquanta l'economia italiana aveva assunto nel suo complesso un carattere più indipendente che negli anni in cui aveva operato il “Piano Marshall”. I monopoli italiani avevano consolidato le loro posizioni nel mondo. L'Italia era al terzo posto per disponibilità di riserve auree e valutarie. Si era anche sviluppata l'esportazione di capitali all'estero, in Asia, in Africa, nell'America Latina. Negli anni Cinquanta si produssero anche notevoli cambiamenti nella struttura sociale della società italiana. Dal 1951 al 1961 la classe operaia aumentò di 1 milione 800 mila unità, raggiungendo i 7 milioni 600 mila, cioè il 38 per cento della popolazione attiva. Il numero degli addetti all’agricoltura era purtroppo sceso dagli 8 milioni e 66 mila agli 6 milioni e 200 mila. L'enorme massa degli emigranti dall'agricoltura fu inserita nella produzione industriale e nei servizi, servizi che passarono da 5 milioni e 200 mila a 6 milioni e 500 mila. Una parte dei contadini trasferitisi in città andarono a ingrossare il contingente dei ceti medi urbani. Il problema dell'occupazione continuava a essere estremamente acuto. Dal 1951 al 1961 almeno 2 milioni e mezzo di cittadini lasciarono l'Italia e, pur tenendo conto degli immigrati, il saldo passivo ammontava a circa 1 milione 800 mila di persone. Nonostante tutto però la disoccupazione rimaneva cronica, una delle maggiori del mondo. ll ministero del Lavoro: anno 1951 i disoccupati sono 1 milione 900 mila e nel 1954-1956 salgono a 2 milioni 200 mila. La grande riserva di mano d'opera consentiva agli imprenditori di mantenere bassi i salari. Nel 1959 nei principali settori dell'industria i salari operai erano dal 15 al 30% inferiori a quelli degli altri Paesi della comunità europea, e costituivano solo la quarta parte dei salari annui degli USA. I notevoli passi in avanti fatti nell'economia e l'inasprirsi delle contraddizioni sociali ed economiche portarono a una certa redistribuzione delle forze all'interno della classe dirigente. L'offensiva economica dei monopoli ebbe come conseguenza la perdita, in misura notevole, dell'indipendenza delle piccole e medie imprese, cadute sotto il giogo delle grandi società ... Albertino si tace per un momento e guarda l'orologio eppoi prosegue: continuate lo studio dell'IRI ma, acquisita la conoscenza del capitalismo di Stato italiano, e considerato che ciò sarebbe una ricerca e uno studio semplice e troppo facile, per noi, altri comunisti d'avvenire... Albertino apre il saggio Marshall, scartabella, dà un'occhiata, e, con gli occhi che sembrano non guardanti, declama: “I successori di Mao trasformarono la Lunga Marcia nel socialismo alla cinese con un controllo del partito comunista sull'economia capitalista”. Per compito scritto a casa da inviare, singolarmente o redatto in collettività, entro Mercoledì 27 di questo mese, rispondete a uno, oppure, a vostra scelta a più di uno, o, addirittura a tutti i seguenti problemi inerenti la Repubblica popolare cinese: In Cina domina il socialismo alla cinese, il comunismo alla Marx, il capitalismo all'ideologia liberista, il capitalismo di Stato, l'ideologia della concorrenza e del mercato, la dittatura economica del profitto, la dittatura politica e militare? Compagne e compagni buonanotte. W Giuseppe. Ciao a tutti.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 19 Maggio 2020 h.06,51)

VIRUS E NERA IGNORANZA (FORZA GIUSEPPE)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Oggi come un tempo sull'Italia intera fischia il vento infuria la bufera … “ :Questo è il sussurro registrato, durante il “calettamento” per i collegamenti con gli studenti, forse attribuito alla voce di Albertino, poi, a certa e chiara voce: A Cesare quel ch'è di Cesare, a Dio quel ch'è di Dio. Ma uno come me dove potrà cacciarsi? Dove mi è stata preparata una tana? Se fossi piccolo, come il grande oceano, sulle punte delle onde m'alzerei, con l'alta marea accarezzando la luna. Dove trovare un'amata, che sia uguale a me? Potrebbe trovar posto nel minuscolo cielo? Oh, se povero fossi, come un miliardario! Che cos'è il denaro per l'anima? E' un ladro insaziabile dentro di lei. All'orda sfrenata dei miei desideri non basta l'oro di tutte le Californie. Se balbettare potessi, come Dante o Petrarca! Per una sola accendere l'anima! Comandarle coi versi di bruciare! Albertino smette di leggere Maiakovskij. Guarda attentamente nello schermo e fa l'appello. Poi prende “Il nababbo ignorante” di Bicefalo, e legge: C'era una volta un ricco che non mandò suo figlio all'università. Io, diceva, sono stato bene e ho fatto tanti soldi e sto bene e mi godo la vita, e non mando all'università mio figlio perché non ce né affatto bisogno di sapere tante cose per me tanto inutili quanto dannose. Io non ho studiato e faccio una vita da nababbo. Il nababbo ignorante, chissà quanta dignità avrà venduto, avrà comprato, avrà venduto e avrà comprato, quanta gente avrà spremuto e ingannato sul mercato della bassezza della propria ignoranza. Quel nababbo ignorante e cattivo ha solo una vera fortuna: spirito e coscienza nascoste sotto le suola. Fa una pausa e prende Gramsci, e legge: I borghesi possono anche essere ignoranti, nella stragrande maggioranza: il mondo borghese va avanti lo stesso... Quello borghese è un regime di tutela; il principio d'autorità ne è la base fondamentale; l'autorità aborre il controllo, aborre la discussione. La crisi in cui si dibattono le democrazie è prodotta in gran parte dal contrasto tra il principio d'autorità, tra il giacobinismo necessario ad ogni stato borghese e la tendenza di estendere sempre più la propria opera di controllo da parte delle masse popolari socialiste e democratiche. Per i proletari è un dovere non essere ignoranti. La civiltà socialista, senza privilegi di casta e di categoria, per realizzarsi compiutamente vuole che tutti i cittadini sappiano controllare ciò che i loro mandatari volta per volta decidono e fanno. Il problema di educazione dei proletari è problema di libertà. Albertino, terminata la lettura: Compito a casa da svolgere in “coppia di rete”, scritto e inviato entro cinque giorni: Studio su un pezzo scelto a piacere da “Opere” di Vladimir Majakovskij sul testo degli Editori Riuniti dell'anno 1958. Compagne e compagni buonanotte con l'augurio di ottimo quanto particolare studio pur nella paziente e comunque resistente salvaguardia della salute nel territoriale avamposto casalingo. W Giuseppe. Ciao a tutti.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 16 Aprile 2020 h.08,05)


LEZIONE A CASA (VIRUS E EROI)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Collegati remoti con l'immagine, originale, impensata, di Albertino che inizia così: “Casa mia, casa mia, pur che piccola tu sia, mi sembri una badia”. Bene, compagne e compagni, vedo che ci siete tutti e in buona salute, e spero di non avervi assopito con la mia cantilena; prosegue dicendo che dobbiamo considerare le nostre abitazioni come sicuri rifugi per meglio difenderci dai bombardamenti del mondiale virus mortale. Le conquiste del movimento operaio e della parte più avanzata del popolo sono state violentate, stuprate, rapinate, e, fra le tante, in particolare mi riferisco alla Costituzione e al Servizio sanitario nazionale; prende un libro e legge: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite egli indigenti. La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicura i mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. L'iniziativa economica privata è libera, non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale; la legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato”. Albertino chiude e scanza il libro, guarda nello schermo il viso di tutti e dice che dobbiamo ricordarci sempre, che prevenire è meglio che curare; apre un altro libro e legge: “Sono di competenza dello Stato i rapporti internazionali e la profilassi internazionale, marittima, aerea e di frontiera, anche in materia veterinaria; l'assistenza sanitaria ai cittadini italiani all'estero e l'assistenza in Italia agli stranieri ed agli apolidi, nei limiti ed alle condizioni previste da impegni internazionali, avvalendosi dei presidi sanitari esistenti; la profilassi delle malattie infettive e diffusive, per le quali siano imposte la vaccinazione obbligatoria o misure quarantenarie, nonché gli interventi contro le epidemie e le epizoozie; la produzione, la registrazione, la ricerca, la sperimentazione, il commercio e l'informazione concernenti i prodotti chimici usati in medicina, i preparati farmaceutici, i preparati galenici, le specialità medicinali, i vaccini, gli immuno-modulatori cellulari e virali, i sieri, le anatossine e i prodotti assimilati, gli emoderivati, eccetera; la disciplina generale del lavoro e della produzione ai fini della prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali; l'omologazione di macchine, di impianti e di mezzi personali di protezione. Le Regioni possono concordare l'uso delle strutture ospedaliere militari in favore delle popolazioni civili nei casi di calamità, epidemie e per altri scopi che si ritengano necessari; l'uso dei servizi di prevenzione delle unità sanitarie locali al fine di contribuire al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie dei militari”. Albertino, alza gli occhi dal libro, riguarda lungamente e attentamente tutti come per assicurarsi che non manchi nessuno e che tutti abbiano una buona cera, poi dice che si è fatto tardi e detta il compito da svolgere in casa: Studio della Costituzione della Repubblica Italiana del 27 Dicembre 1947; studio del Servizio Sanitario Nazionale, Legge 833 del Dicembre 1978. Compagne e compagne, con la speranza di ritrovarci quanto prima in Sezione tutti fisicamente per riabbracciarci, e non soltanto su Facebook, vi auguro una buona notte con dolci sogni e profondo buon studio se pur nel solitario e chiuso rifugio casalingo; restiamo in casa chiusi e sicuri, ma sempre pacifici internazionali, fraterni e solidali con tutti i popoli. Care compagne e cari compagni, un caldo invito: mettete, soprattutto e sempre, sopra il basso profitto e il velenoso gioco di Borse, che sia in basso che in alto, sono il Banco dell'azzardo che guadagna sempre sul sudore e sul sangue della gente, mettete sempre e sopra ad ogni costo, sempre e comunque, mettete la tutela della salute e della vita delle persone.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 24 Marzo 2020 h.15,57)


EDUCAZIONE POLITICA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino legge l'articolo dello Statuto che riguarda il costume di Partito: Ogni membro del Partito comunista deve comprendere che a lui guardano i compagni di lavoro e di studio, i vicini di casa, i conoscenti e i parenti, come ad un combattente per un mondo migliore, per una società più giusta e più sana. Egli deve perciò preoccuparsi costantemente di essere di esempio con la sua vita privata, con la condotta verso la propria famiglia, i vicini, i compagni di lavoro, con il comportamento morale, l'onestà, lo spirito di solidarietà umana e sociale di cui dà prova. Ciò è tanto più necessario quanto più il compagno è conosciuto per l'attività che svolge e per le cariche che ricopre nel partito e nella vita sociale e politica. Compito a casa: studio dello Statuto del Partito con stesura di un breve saggio con analisi e considerazioni in rapporto alla educazione civica svolta dall'Istruzione pubblica. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 23 Gennaio 2020 h.08,15)


LA PRIMA LEZIONE (ANGUILLE IN UMIDO)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Trascorse le festività ognuno nella propria famiglia, la ripresa delle lezioni è stata preceduta dalla cena nella cucina gentilmente concessa dai responsabili della festa comunista. Anteo, di Marina di Pisa (pescatore di Bocca d'Arno), ha portato le anguille già spellate, tagliate a tronchetti e pronte per cucinare; Guido le ha cucinate con il battuto di aglio, pomarola di Marta e olio d'oliva prodotto dalla figlia, trito di prezzemolo. Il grande tegame con la delicata polpa pulita dalla spina, ha condito talmente in abbondanza le tagliatelle di Ginetta, che la polpa rimasta nel piatto, ha fatto anche da “secondo” che ha fatto ben mangiare il pane Verna. Poi: sparecchiato, rigovernato, pulito; sono giunte le 21, l'ora giusta per l'inizio della prima lezione del nuovo anno. Albertino introduce leggendo la poesia Lettera ai bambini di Rodari: E' difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi. Albertino si asciuga una lacrima e prosegue: l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro. “Sul lavoro” è generico, e non dice nulla, perché? Molto meglio: l'Italia è una repubblica democratica e socialista, fondata sui lavoratori del braccio e della mente, perché? Il particolare e lo specificare, fa grande la coscienza individuale e la società. Il generalizzare, fa piccoli ed egoisti, ognuno “ci marcia” col suo cattivo ego. Compito a casa: Ricerca e studio dell'origine e significato di: generico, specifico, repubblica, proletario, lavoro, socialismo, lavoratori, democrazia proletaria, egoismo e comunità; per chi vorrà cimentarsi in ulteriori ricerche, volontariamente e fuori dal giudizio nella verifica finale: Analisi e significato socio-politico, valore umano extra genuino, di “lotta di classe”. Stasera andiamo a dormire dopo una lezione buona e allegra, particolarmente emozionante, grazie anche al vin bianco del Castagneto che ha aiutato a rompere il riserbo con la fredda analisi a cui siamo avvezzi sulla situazione del mondo. Compagne e compagni, che le lezioni iniziate così siano di buon auspicio e un po' di fortuna, attenzione e amore per gli ultimi, disoccupati e lavoratori. Pace e disarmo disarmo generale e totale. Albertino, soffiato il naso nel bianco fazzoletto, asciugato la guancia rigata, con voce rotta: buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 8 Gennaio 2020 h.11,11)


MERLUZZO E MUSICA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

La palla delle sardine invase la piazza italiana e noi parlammo anche dell'aringa cruda. Stasera parliamo del merluzzo. Il merluzzo è versatile e multiuso: conservato sotto sale diventa baccalà, essicato al sole è stoccafisso; si può gustare fresco arrostito al forno con le patate; invece, il baccalà, dopo il giusto ammollo per togliere il sale (e il troppo salato), lessato in semplice acqua bollente (5 - 8 minuti) con il contorno di ceci cotti a vapore è un ottimo piatto se condito a crudo con il nostro olio extra vergine d'oliva; oppure fritto e rifatto “alla livornese” con il contorno di olive nere con il nocciolo, arrapa talmente da farti leccare il tegame. Lo stoccafisso, dopo averlo ammollato e reso morbidissimo, rifatto -in bianco o con la passata di pomodoro- a scaglie con cipolle vernine tagliate finissime, è prelibatissimo. Dal fegato di merluzzo si ricava un olio dalle proprietà ricostituenti. Albertino guarda l'orologio e dice che la smette. Poi: Serete invitati ad implementare i pesci sul campo della festa antifascista sotto la direzione del compagno Guido. Allora, ricapitoliamo: per i pesci farete pratica con il compagno responsabile della cucina, mentre per la musica, con saggio sull'ironia, compito a casa: Studio del canto di Giorgio Gaber nel cd: “E allora dai!” del 1995 in cui ascolterete anche “O bella ciao”; e il cd: “Barbera e Champagne” del 2007. Compagne e compagni buonanotte e buone feste.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 17 Dicembre 2019 h.17,27)


IRI

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Nel 1931 l'Italia inventa l'Istituto per la ricostruzione industriale (IRI). Nel 1932 il volume totale della produzione industriale italiana era sceso del 33% rispetto al 1929. La fusione della ghisa era diminuita del 32%, e quella dell'acciaio del 34%, mentre si era ridotta di quasi la metà la produzione dell'industria tessile. La situazione era grave anche in altri importanti settori dell'industria, come quello minerario, automobilistico e delle costruzioni navali. Più di 1 milione di lavoratori era senza lavoro. La crisi portò a un'ulteriore concentrazione della produzione e al rafforzamento dei monopoli. Durante il periodo dal 1929 al 1933 più di 55.000 imprese piccole e media fallirono o vennero assorbite dai grossi monopoli. Uno stadio altrettanto acuto aveva raggiunto la crisi agricola. Diminuirono rapidamente i prezzi dei prodotti agricoli, e molte migliaia di contadini, privati della terra per il mancato pagamento delle tasse e dei debiti, si trasformarono in affittuari o in braccianti. Il governo di Mussolini dette un solido appoggio ai grossi industriali e all'alta finanza. La somma totale dei sussidi statali erogati ai monopolisti toccò i 10 miliardi di lire. Nello stesso tempo il governo acquistò ingenti quantitativi di azioni e obbligazioni delle imprese industriali, perciò ne conseguì un consolidamento delle posizioni dei circoli più reazionari e sciovinisti della borghesia monopolistica. Le sovvenzioni statali al capitale monopolistico comportarono un'ulteriore riduzione del livello di vita del popolo e dei lavoratori. Negli anni della crisi i salari degli operai dell'industria pesante si ridussero del 50%. Gli operai erano inoltre obbligati a pagare ai padroni varie multe e a versare “volontariamente” pesanti contributi alle organizzazioni fasciste. Nelle campagne il governo fascista attuo la cosiddetta “battaglia del grano”, che si aggiunse alle altre cause, che portarono alla rovina migliaia di aziende contadine, forzate a rinunciare alla produzione delle colture tradizionali. L'apparato statale del partito fascista e la Chiesa cattolica s'inserirono attivamente in questa “battaglia”, ma nonostante tutti i loro sforzi, il paese non si liberò dalle importazioni di grano dall'estero. Accanto al processo di concentrazione del capitale si verificò un'ulteriore concentrazione del potere politico nelle mani del partito fascista. Il governo intensificò la demagogia sociale e nazionalistica ed elaborò provvedimenti per la definitiva instaurazione del sistema corporativo. Albertino smette di leggere la “Storia universale redatta dall'Accademia delle Scienze dell'Urss” di Teti Editore, e, vista l'ora tarda, detta il compito a casa: La crisi economica mondiale e la politica del fascismo, l'instaurazione del sistema corporativo. Compagne e compagni, buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Venerdì 29 Novembre 2019 h.12,26)


SCRUTATORE DI DIO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Le Scritture ci diffidano, ammoniscono di non cercare quello che è al di sopra di noi, di non voler essere più sapienti di quel che convenga, di non oltrepassare i limiti, che stabilirono i nostri padri, e, chi si fa scrutatore di Dio, rimarrà sotto il peso della sua gloria. Il contrario ha fatto Galileo sottoponendo al suo ingegno i corpi celesti e costruendo secondo la sua opinione tutta l'architettura del mondo. Catone consigliò: Non indagare i misteri di Dio e la natura del cielo e poiché sei mortale, curati di ciò che è mortale. Galileo suppone l'esistenza dell'acqua nella Luna e nei pianeti, e gli fu detto che ciò è falso, poiché essi sono di natura incorruttibile, come affermano gli scolastici e Aristotele, e la perennità del cielo e l'immutabilità per tutti i secoli. Galileo suppone anche la presenza di monti e terre sulla Luna, e pone terre anche negli altri pianeti. E gli fu detto che questo svilisce la dimora degli angeli e infrange le nostre speranze che abbiamo riposto nei cieli. Però Galileo insiste nell'esprimere l'opinione che molti siano i mondi, le terre e i mari, come suppone Maometto; e che in essi vi abitino uomini, se vi fossero i quattro elementi nelle stelle, come nel nostro mondo. Per Campanella la Sacra Scrittura insegna come si vadia in cielo, e non come vadia il cielo. Gli errori dei santi nella scienza provano che anch'essi sono stati eretici? Albertino fa una pausa, poi prende un libro e detta la lezione a casa: studiate l'apologia per Galileo di Campanella e in più scrivete un breve saggio sull'introduzione di Paolo Ponzio. Compagne, compagni e amici vi auguro buon studio. Arrivederci a Mercoledì 6. Buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 29 Ottobre 2019 h.07,41)


SGUARDO PANORAMICO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Si passi a rassegna ogni parte dell'opera della Sinistra al potere, e si riscontrerà dappertutto la medesimezza di concetti effettuali con l'opera della Destra. Si mostrava chiaro che la Destra e la Sinistra, erano tutt'insieme conservatori e progressisti nel loro indirizzo generale, e che il divario sorgeva solo su questioni concrete e particolari, nelle quali ciascun componente di quei presunti partiti era in accordo o in dissenso coi suoi, in dissenso o in accordo con gli avversari; cosicché, nei particolari, ogni problema aggruppava e divideva diversamente i politici. Albertino smette di leggere, alza gli occhi e, con sguardo panoramico, scruta profondamente l'insieme di tutti gli occhi della grande scolaresca, poi, verificato che siamo bene attenti e vispi, alza gli occhi sopra le nostre teste, e riprende a parlare, a braccio: Questo scritto di Benedetto Croce illumina la scissione di Livorno promossa dal gruppo dei giovani comunisti dell'Ordine nuovo. Ai posteri l'ardua sentenza? no, perché siamo noi i posteri e abbiamo il dovere morale storico culturale politico di scacciare le nuvole, di ritrovare il Sole. Gramsci aveva, ha, mille ragioni. Tutta la sinistra doveva continuare, sviluppare la battaglia degli operai: dalle fabbriche occupate, alla prevenzione del fascismo. Le nere carogne non avrebbero sacrificato e distrutto la libertà degli italiani; colpito e riempito di lutti le famiglie; rovinato tutto il mondo. Albertino tira un sospiro, guarda l'orologio, poi detta per la lezione a casa: Studio, con breve saggio, su “L'occupazione delle fabbriche, antologia storica sul movimento di occupazione delle fabbriche in Italia nel Settembre del 1920” di Alberto Pozzolini e Piero Giacobbi. Buon apprendimento. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 14 Ottobre 2019 h.07,19)


PIANO MARSHALL

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino, con gli occhi lucidi, apre la lezione con la recita dei versi di Bicefalo: “Arriveremo un giorno/ vecchi ma felici/ per la libertà/ della nostra morte”. Poi, dopo un silenzioso attimo: “Chi soffre deve essere aiutato, sempre e comunque, con tutte le espressioni d'amore disponibili, anche quelle inimmaginabili, e quelle impossibili”. Poi passa al tema della sera: “Il piano Marshall”. L'aiuto americano previsto dal Piano Marshall non fu un aiuto gratuito, come invece affermò la propaganda ufficiale. I dividendi ottenuti dalla realizzazione di questo piano furono elevatissimi, sia quelli economici sia quelli politici. I più grossi trust americani monopolizzarono le operazioni previste dal Piano Marshall. Nel sottoscrivere la legge per la collaborazione economica, Truman nominò amministratore Paul Hoffman. I paesi del Piano Marshall furono compressi in una sfera economica chiusa e coinvolti sotto l'indiscutibile predominio americano, e, quel che è peggio, l'Europa fu divisa in due con l'esclusione di tutta la propria parte orientale. L'esportazione americana incassò notevoli vantaggi sui mercati europei. Gli uomini d'affari americani smerciarono facilmente i loro surplus in Europa con notevoli profitti. L'aiuto americano (poco più di 3 miliardi di dollari l'anno) riusciva a malapena a coprire il passivo della bilancia commerciale dei paesi dell'Europa occidentale con gli Stati Uniti ed era alquanto inferiore alle spese di guerra che gli USA poi imposero ai membri della NATO. Albertino guarda l'orologio e mormora che è tardi, poi, per compito a casa, detta: Piano Marshall, inizio della guerra fredda, politica di riarmo e Alleanza militare atlantica. Compagne, amici e compagni, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 25 Settembre 2019 h.06,22)


PAROLA POLITICA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Il qualunquismo è un movimento politico fondato nel 1946 da Guglielmo Giannini e facente capo al giornale L'uomo qualunque; alla resa dei fatti si ridusse esclusivamente a una critica che svalutava i sistemi democratici. L'uomo qualunque incarnava l'indifferenza, il disimpegno, il disinteresse, il menefreghismo. Sparì dopo due anni. Il contemporaneo populismo o sovranismo, cioè la sovranità e superiorità del popolo; il popolo è la comunità degli appartenenti a un ambito territoriale come la parrocchia, la città, la nazione, il mondo, e non significa in sé o di per sé, non significa libertà e democrazia, perché la democrazia è esercitata non da tutto il popolo e, tantomeno dalla piazza, ma da quei cittadini aventi diritto al voto, dagli elettori che sono chiamati ad esprimersi nelle votazioni libere e democratiche amministrative locali e politiche nazionali per eleggere i propri rapresentanti per la durata di una legislatura. In sintesi: pratica del Diritto con il suo complesso di norme, di regole che ordinano, disciplinano le attività dei cittadini nella società per vivere una convivenza civile che avanza verso il progresso con una qualità direttamente proporzionata alla quantità di coscienza dei cittadini elettori nella partecipazione al voto, e di tutto il popolo nella partecazione nelle pubbliche o private organizzazioni. Gli eletti, i rappresentanti del popolo elettore, devono osservare la Costituzione e svolgere il loro mandato con dignità e onore nell'esclusivo interesse della nazione. Albertino smette di parlare e apre il blocco degli appunti, poi dice di scrivere: Prerogative del Presidente della Repubblica, interesse nazionale e interesse di parte, servizi e beni comuni, sintesi programmatica e progetto del governo del paese, attese dei cittadini, ambire per la società futura per i giovani, progetto politico riformatore, forte novità e nuovo, recupero del metodo di condotta politica con equilibrio e misura con sobrietà e rigore, portata ampia e culturale, solenne impegno con intelligenza e cuore, le parole da adoprare, il lessico più consono e rispettoso e paziente nel linguaggio, la mite lingua del governante consapevole che la forza dell'azione si misura con la forza delle idee realizzate, lavorare affinché il volto della Repubblica sia un volto umano, benessere del cittadino e del lavoratore, promozione dell'attività produttiva e dei beni culturali artistici turistici, istruzione diffusa e classica, studio della lingua italiana e delle lingue straniere, istruzione digitale e dell'informazione libera e globalizzata, massima attenzione all'ecologica e alla salute mondiale; significati rapportati nei dettami e particolari filologici della Costituzione della Repubblica Italiana approvata dall'Assemblea Costituente nella seduta del 22 Dicembre 1947 * (d.L.). Albertino fa una lunga pausa e sembra assorto, poi, con un profondo respiro, riprende e dice, tema digitale: Analisi delle parole della politica nella democrazia dinamica e partecipata. Compagne, amici e compagni, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 12 Settembre 2019 h.054)


LA STRAGE DEI LOMBRICHI E IL CLIMA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Molte piante hanno la facoltà di riprodursi sessualmente e anche vegetativamente, non è vantaggioso soltanto per le loro specie, bensì per l'intero sistema vivente. Infatti per la pianta (che cresce ma non si muove) la riproduzione sessuata è sempre piuttosto aleatoria, e la presenza di entrambe le forme di riproduzione assicura sia i vantaggi della sessualità, sia il massimo di probabilità che, anche in assenza di riproduzione sessuata, il reclutamento di materiali non viventi (acqua, anidride carbonica, sali minerali) ai processi vitali abbia luogo. La fissazione del carbonio viene così assicurata anche se la pianta primigenia muore senza essersi riprodotta sessualmente, e insieme alla fissazione del carbonio viene assicurata la liberazione di ossigeno: così che, saziata la fame di ossigeno dei materiali non viventi che affiorano sulla superficie, gli altri viventi (i consumatori, gli acceleratori dell'aumento di entropia) hanno ancora ossigeno a sufficienza per i propri bisogni energetici. Naturalmente non c'è nulla di provvidenziale in questo: non è che il mondo vegetale abbia queste impressionanti caratteristiche di crescita per offrire possibilità di vita agli altri viventi; ma il sistema vivente ha potuto sopravvivere ed evolvere in tutta la sua ricchezza e varietà in quanto la crescita dei vegetali ha queste caratteristiche. L'aratura profonda, i trattamenti chimici fanno strage di lombrichi, si crea uno squilibrio del ciclo del carbonio e dell'ossigeno, inoltre il danneggiamento al consumo respiratorio continua con le bonifiche degli acquitrini e la copertura dei corsi d'acqua, la eliminazione delle siepi e degli alberi. Oltre a ciò, si aggiungono i guasti provocati dall'industria e dal trasporto degli idrocarburi, in quanto gli inquinamenti che derivano dalle attività danneggiano gli equilibri vitali del mare, inibendo la liberazione di ossigeno da parte delle alghe, e anche perché, l'industria in genere, opera con materiali di profondità portati dall'uomo in superficie. L'inquinamento dell'aria ha molteplici cause, in particolare: industria, trasporti, agricoltura. Preoccupante è l'effetto che l'aumento dell'anidride carbonica avrà sul clima, con conseguenze che si prevedono disastrose per l'aumento di temperatura che può innalzare il livello dei mari. Albertino chiude Rinascita e detta per il compito a casa: Studio del saggio “L'economia del bosco” di Laura Conti che troverete dalla pagina 28 nell'edizione di Sabato 12 Gennaio 1985 (d.L.). Compagne, amici e compagni, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 5 Settembre 2019 h.07,44)


BULLO PUERILE E IL NUOVO GOVERNO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Chi ha sofferto, soffre e ha una età matura [lo spirito, ci illudiamo, sia altro] con la fortuna di una memoria e di una vispa analisi logica, nelle capanne è il saggio, ma nelle metropoli è un pezzente, un emarginato perseguitato. I giovani non sono riflessivi? Ma, chissà, però, molti sono in gamba più di quella stagionata. Bullo e Puerile, vice primi ministri, ministri e capi di due partiti opposti, firmatari di un Contratto, formarono il governo degli incompatibili. Purtroppo Nordico Sceso, detto, secondo le situazioni: civettone o la volpe della Padania, per l'eccessivo protagonismo e per le azioni gravissime da bullo commesse, fu colpito dalla Sindrome del Burn-out; allontanato e preso in carico dal Prof. Conte, non si interessa più del governo della nazione, ma si diverte a fare solamente il Capo del suo partito, recuperando normalità e benessere. Invece Puerile, che non si cura, perché ancora non ha preso coscienza della sua gravissima condizione, continua a comportarsi come sempre e vive in stretta associazione con Bullo (come se ci fosse ancora Bullo). Puerile, con grande danno per se stesso e per la nuova situazione che si è determinata, si è intestardito di continuare a fare il vice primo ministro e ministro di importanti dicasteri. E' chiaro che i suoi amici, prima di essere costretti ad usare la camicia di forza, sperano in una rapida presa di coscienza, e che Puerile, colpito dalla Sindrome della Simpatia, aggravata da grave Simbiosi nostalgica, si ritiri, affidandosi con fiducia ai trattamenti del prof. Conte che lavora per il varo del nuovo governo.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 28 Agosto 2019 h.16,48)


VIRULENZE FATALI (AUTOESTINZIONE)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

L'interesse per il passato è sempre andato di pari passo con la necessità di orientarsi nel presente, di comprendere le cause dei fenomeni sociali contemporanei, di prevedere in quale direzione si sarebbe sviluppato il futuro. Mai, però, l'aspirazione a comprendere il corso dello sviluppo storico è stata tanto impellente ed insistente come oggi, allorché davanti agli occhi di una sola generazione hanno avuto luogo enormi cambiamenti nella vita di tutti, nei destini dei popoli e degli Stati, della stessa Terra. Lo studio della storia aiuta tutti a conoscere l'azione delle leggi dello sviluppo sociale, permette di sfruttare nella giusta direzione queste leggi tanto nella lotta per la sopravvivenza, quanto nella costruzione di una nuova forma di vita. Il Secolo ventesimo si caratterizza per due guerre mondiali e la diffusione di molte guerre locali. Nel ventunesimo continua la presenza di guerre locali con prevalenza, nella loro quantità, nel Continente africano. Mentre il Secolo XX è pieno di crimini militari; quello XXI è famoso per i crimini civili, la cattiveria cinica, l'ignoranza diffusa e complessa, la negazione dei cambiamenti climatici, la distruzione degli animali e della natura con inizi di autoestinzione della stessa umanità. Cattiveria, cinismo, ignoranza sono i tre virus che, assieme ai molteplici inquinanti, hanno infettato la coscienza, l'umanità e la Terra. La civiltà, nelle usuali forme tradizionali conosciute e concrete, è in completo sfacelo, e solo alcune forme di vita, colpite in maniera leggera, sopravvivono nello spazio in germi con tenue luminosità tremolanti in bilico tra rigenerazioni nelle forme impreviste e dimenticanze con silenzi paurosi.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 22 Agosto 2019 h.13,26)


DELFINI E VIA DICENDO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

TuttoToscana tv dice che i delfini continuano a morire e non si sa perché, così anche i comunisti, mentre l'orso M49 sarà ancora vivo o chissà da quanto tempo è stato ucciso. Tutto ciò non è, per i tre tipi di esseri presi in esame, una questione di età anagrafica. La lotta per la sopravvivenza prosegue, stimola la massima partecipazione? Delfini, comunisti, orsi e via dicendo, tutti quanti già estinti, o spettri che si aggirano per l'Italia?

-Renzo Mazzetti- (Venerdì 2 Agosto 2019 h.06,48)


AUTONOMIE E POPOLO [ROMA LADRONA]

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Le regioni non sono realtà statali che si sono federate e hanno riconosciuto una superiore e comune autorità di governo nazionale; non hanno generato una superiore realtà statale, ma, invece sono il tentativo dello Stato nazionale di rifondarsi su basi nazionali; non sono neppure l'espressione politica e la conquista di comunità locali che, con ciò, hanno istituzionalizzato un loro potere nello Stato. Le regioni, al contrario, sono istituzioni che cercano esse stesse di creare e conformare una società regionale. Non è la società che ha prodotto le regioni: è la politica invece che, in risposta ai fenomeni manifestatisi a fine anni '70, ha costruito sedi istituzionali che vanno producendo una loro società. Il varo delle regioni, in più di un caso, non ha corrisposto alle reali caratteristiche di bacini e modelli di sviluppo già radicati. La preoccupazione Statal-nazionale, dominante già nel dibattito nella Costituente e poi nel lungo ritardo a realizzare le regioni, ha sempre temuto il modello e i pericoli di una frammentazione in staterelli minori tendenti a non riconoscere la superiore autorità statale [Roma ladrona] ma disposti piuttosto a una cooperazione federativa. L'autonomismo democratico patriottico intelligente invece realizza un governo nazionale fondato sulle sue regioni e perciò forte e unitario, e evita la formazione di cittadelle fortificate che contrattano da posizioni di territorialismo corporativo. La repubblica delle autonomie nega un nuovo e più radicato principio di sovranità, ma riconosce a tutte le istituzionali pubbliche posizioni sovrane. Occorre una leale collaborazione tra le autonomie territoriali e il potere centrale per realizzare una effettiva capacità del popolo di essere sovrano. Per esempio: le prefetture vanno superate insieme ad altri doppioni inutili e dispendiosi che ostacolano anche l'affermarsi di reciproca fiducia; costituire una sola Camera e abolire il maledetto ritardante e dispendioso, superato bicameralismo, utile al vecchio potere sopravvissuto nella burocrazia borbonica per conservare privilegi esosi, offensivi, oppressivi. I liberaldemocratici preferirebbero costituzioni senza sovrano piuttosto che fondare positivamente il principio rivoluzionario della sovranità popolare? Sono smentiti dalle affermazioni forti del primo e secondo articolo della nostra bella e dinamica Costituzione, articoli intesi come principi regolatori di un processo da affermare nello sviluppo democratico, non come proclamazioni enfatiche e astratte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 23 Luglio 2019 h.09,13)


ECONOMIA POLITICA MONETA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

L'economia politica ha le sue basi nella teoria del valore e inizia da un'analisi del rapporto di scambio. La concezione della società retta da leggi indipendenti dalla singola azione umana porta l'economia politica a liberarsi totalmente da ogni motivo etico e ad affermarsi come ricerca autonoma. Dobbiamo considerare fra economia diretta al consumo ed economia diretta al guadagno. Lo scambio che è un rapporto d'uguaglianza nel quale le merci hanno uguale valore perché contengono uguale quantità di lavoro. Ogni volta che dallo scambio abbiamo un guadagno, significa che il principio d'uguaglianza è stato violato? Però la condanna dell'interesse, il denaro non partorisce denaro, della mercatura intesa come strumento di ricchezza, l'esaltazione del giusto prezzo quale realizzazione del principio d'uguaglianza, sono superati nei rapporti moderni? Gli oggetti sono valutati, oltre che per il loro valore intrinseco, anche e soprattutto per il loro prezzo in denaro. Vi è una spersonalizzazione dei rapporti fra uomo e uomo e fra uomo e cose rappresentato dal dominio della moneta. Per lezione a casa studio di: a) De monetae cudendae ratione di Nicolò Copernico. b) Svolgimento dei punti di domanda che ho posto durante la lezione. Compagne, amici e compagni, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 10 Giugno 2019 h. 10,46)


MAIEUTICA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Molto spesso quando ascoltiamo una parola difficile abbiamo un atteggiamento d'insofferenza, invece la parola, se pur difficile e mai da noi usata normalmente, aiuta molto e fa capire al meglio. Albertino apre il vocabolario e cerca. Maieutica = Ricerca della verità consistente nel sollecitare un soggetto a ritrovarla in se stesso, stimolando con opportune domande una sua partecipazione attiva. Riflettiamo bene su quanto ho appena letto e quanto, una sola parola stimoli infiniti campi di ricerca e di conoscenza. Togliatti usa questa parola quando dice: Il marxismo è, in fondo, una maieutica. Il marxismo è, più che altro, una dottrina capace di liberare le forze che hanno in se stesse la possibilità di costruire il nuovo mondo, perché queste possibilità derivano dalla condizione in cui si esercita la loro attività produttiva, dalla condizione in cui esse vivono, producono, agiscono, pensano. Il marxismo libera queste forze, le rende coscienti di sé, cerca di indirizzarle, si sforza di indirizzarle. Lavora non avendo davanti degli schemi, ma cercando di comprendere in ogni momento la realtà concreta che sta davanti alla società nazionale determinata ed alla società internazionale determinata. La nostra vita sociale è la sola realtà che noi possiamo conoscere, perché è la sola che noi conduciamo come uomini riuniti in società. La sola storia che ci interessa è la storia della società umana nella quale lo sviluppo storico è causa di se stesso. Per questa concezione l'idea della riforma sociale diventa qualcosa di diverso da quello che è stata fino ad allora, qualcosa di nuovo e di originale, e si confonde con l'idea della creazione di una società nuova, la quale esce storicamente determinata, ma liberamente determinata. Albertino guarda l'orologio e poi detta per il compito casa: Studio della prolusione di Togliatti tenuta alla Normale di Pisa. Compagne, amici e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 14 Maggio 2019 h.06,14)


PALESTINESI ISRAELITI

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Le truppe inglesi nel Novembre 1917 ruppero il fronte turco da Gaza a Bersabea, il 7 Novembre occupavano Gaza, il 16 Giaffa, il 9 Dicembre Gerusalemme. Dopo la conquista di Gerico all'inizio del 1918, tutti i capisaldi della Palestina caddero in mano inglese. I tentativi dell'esercito turco di riprendere Gerusalemme fallirono. Nel Gennaio 1918 il primo ministro inglese Lloyd George pronunciò un discorso affermando che gli alleati non conducevano una guerra con scopi aggressive ma per “motivi di autodifesa”; ribadì la necessità di liberare il Belgio, di restituire l'Alsazia e la Lorena alla Francia, d'integrare la Polonia nei suoi confini etnografici; affermò che in generate non si pensava a uno smembramento della Germania e dell'Austria-Ungheria, ma si voleva concedere l'autonomia agli slavi e ridare all'Italia le terre popolate da italiani; propose di concedere l'autonomia alle zone non turche dell’impero ottomano (l'Armenia, l'Arabia, la Siria, la Palestina), di decidere in una conferenza di pace il destino delle colonie tedesche eccetera. Il trattato di Sèvres prevedeva la separazione dalla Turchia della Siria, del Libano, della Palestina e dell'Iraq trasformati come territori-mandati, in colonie dell'Inghilterra e della Francia, l'Iraq e la Palestina andavano all'Inghilterra, la Siria e il Libano alla Francia. Nel Maggio 1948 proclamazione della nascita dello Stato di Israele. Israele viene menzionata per la prima volta intorno al 1230 a.C. in una delle iscrizioni egizie quando vengono elencati i paesi che hanno sofferto l'invasione dei “popoli del mare”. Ma, al contrario di altre denominazioni, Israele viene indicata nella iscrizione non come un paese, ma come un popolo o una tribù. Si può perciò supporre che gli israeliti fossero ancora un popolo nomade e non si stabilissero in una determinata regione. In tal caso Israele doveva apparire ai confini della Palestina già molto tempo prima, ma comunque poco prima del 1230 a.C. a testimonianza di questo è la mancanza di citazione di Israele nelle più tarde leggende raccolte nella Bibbia di indicazioni sul dominio degli egizi in Palestina e sulle guerre in questi luoghi... viene interrotto da Rosalba : Allora c'erano per primi i palestinesi? Renatino ridendo: E' nato prima l'uovo o la gallina? Eligio fa “sst-sst“ e dice che questi temi non sono uno scherzo e prosegue: Per vivere bene dobbiamo disarmarci, costruire la pace con tutti, e, naturalmente, prima con i più vicini. Il popolo d'Israele che ha tanto sofferto non può far soffrire altri popoli. La sicurezza dello Stato non si realizza con le armi e, tantomeno, negando ai palestinesi e ad altri popoli di avere un loro Stato... Albertino lo interrompe battendo una mano sulla cattedra, ottenuto il silenzio, dice: è tardi, compito a casa: Studio della storia dei palestinesi israeliti nel XIII e XIV secolo avanti Cristo. Compagne, amici e compagni, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Venerdì 26 Aprile 2019 h.08,00)


IRONIA MELLONIANA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Dopo la Liberazione Il Popolo era un bel giornale ma poi diventò un foglio invenduto e fazioso. Quando Mario Melloni entrò nel nostro giornale servì molto ad educare all'ironia tanti nostri lettori e compagni, ma l'ironia melloniana non fu mai autoironia, l'ironia su noi stessi restò fuori dai suoi bellissimi corsivi sugli altri, su “lor signori”. Albertino smette di leggere Macaluso, alza gli occhi e detta per la lezione a casa: Saggio su “La galleria di Fortebraccio” e “Facce da schiaffi”. Compagne, compagni e amici, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 17 Aprile 2019 h.06,26)


PASSO FALSO (ECOLOGIA POESIA)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

L'ultimo segretario, nel Settembre 1998, annunciava il varo del nuovo PCI e, con grande modestia, accostava quel passo falso a scelte storiche, alle tesi del Congresso di Lione del 1926 di Gramsci, e al partito nuovo del '56 di Togliatti; esaltava un riformismo forte per i problemi dell'ambiente e per le contraddizioni tra Nord e Sud del mondo; affermava che tutta una fase di lotta per la liberazione e l'emancipazione dei lavoratori era alle nostre spalle; voleva mettere al centro la proposta più che la protesta; proponeva una modernizzazione e perciò era indispensabile far fronte alla necessità storica e politica della nazione con un nuovo PCI. Albertino fa un profondo sospiro e riprende a parlare: La grande quercia sotto alla quale era posto un piccolo simbolo del PCI, era soltanto lo specchietto per le allodole che ingannò troppi. Il tempo è giudice. Con l'abbandono della lotta di classe, è sotto gli occhi di tutti la drammatica situazione; guardate come s'è ridotta la sinistra e in che condizione sono i lavoratori, i giovani e l'Italia con l'esigua partecipazione democratica. Per compito a casa studiate e scrivete un breve saggio su: La dialettica della natura di Friedrich Engels. Compagne, compagni e amici, buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 27 Marzo 2019 h.06,43)


NAZIONALISMO E PROVVIDENZA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Il nazionalismo è una ideologia. Pensa un po' che, nel primo decennio degli anni duemila, sbandieravano a tutto vento che le ideologie erano morte, ma quella droga mortale ancora imperversava nonostante gli esempi di catastrofi e di lutti. Il nazionalismo è una ideologia che si fonda sulla concezione astratta di Nazione, intesa come un concetto assoluto e non come un insieme organico e dialettico delle molteplici concrete forze morali, sociali, politiche ed economiche che convivono nell'ambito di un popolo e di una Nazione instaurando rapporti cordiali e di buon vicinato con le altre nazioni e le altre popolazioni. Il nazionalismo è privo di limiti, non è condizionato da nulla, non ha dipendenza né limite, aspira all'assoluto con il proprio essere dogmatico, totale, esclusivo, che tutto conforma contro tutto e tutti in particolare contro tutto ciò che è straniero. I temi ed i miti del nazionalismo sono soltanto apparentemente rilucenti, ma celano dietro quella maschera di falso splendore, la via della servitù e della morte. Quei temi sono l'esaltazione del sangue e della guerra come grande rigeneratrice morale dell'umanità; della violenza come scuola di coraggio, dell'obbedienza cieca nella quale misticamente s'annega la personalità individuale, dell'oligarchia e della dittatura, come sistemi ideali di governo, che non tollera soste o lentezze o controlli ritardatari e impaccianti; della libertà “concreta” della nazione potente contrapposta a quella “astratta” degli individui; del primato che la Provvidenza ha imperscrutabilmente segnato al destino di una nazione; della “volontà” di potenza che una nazione riversa al di fuori di se stessa in un espansionismo irresistibile e mai limitabile; dell'imperialismo, che da “spirituale” (come viene dapprima definito per essere più facilmente accettabile) si modifica insensibilmente in politico e militare; del numero che solo è potenza, e che porta con sé l'avvilimento di tutti i valori spirituali e morali. Albertino fa una pausa, guarda l'orologio, poi, riordinando i fogli degli appunti, scrivete per il compito a casa: Studio con brevi note su “L'ideologia del nazionalismo” di Paolo Alatri e “Le origini del fascismo”. Compagne, compagni e amici, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 28 Febbraio 2019 h.06,43)


OSTILITA' (SANZIONI ULTUMATUM GUERRA)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino legge: Noi, popoli delle nazioni unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all'umanità, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole, a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e alle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti, a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà, e per tali fini a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l'uno con l'altro in rapporti di buon vicinato, ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ad assicurare, mediante l'accettazione di principi e l'istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sarà usata, salvo che nell'interesse comune, ad impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli, abbiamo deciso di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini che sono: Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai principi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace; sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto del principio dell'eguaglianza dei diritti e dell'autodeterminazione dei popoli, e prendere altre misure atte a rafforzare la pace universale; conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale, culturale od umanitario, e nel promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione; costituire un centro per il coordinamento dell'attività delle nazioni volta al conseguimento di questi fini comuni. I Membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in pericolo. I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall'uso della forza, sia contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite. I Membri devono dare alle Nazioni Unite ogni assistenza in qualsiasi azione che queste intraprendano in conformità alle disposizioni del presente Statuto, e devono astenersi dal dare assistenza a qualsiasi Stato contro cui le Nazioni Unite intraprendano un'azione preventiva o coercitiva. L'Organizzazione deve fare in modo che gli Stati che non sono Membri delle Nazioni Unite agiscano in conformità a questi principi, per quanto possa essere necessario per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Nessuna disposizione del presente Statuto autorizza le Nazioni Unite ad intervenire in questioni che appartengano essenzialmente alla competenza interna di uno Stato... Albertino smette di leggere e chiede un breve commento. Si alza Giancarlo: Facciamo la guerra in tante parti del mondo per iniziativa di potenti nazioni e alleanze militari di parte, somministriamo sanzioni a destra e a manca... interrompe Bruno: Anche sul Venezuela gli USA minacciano l'intervento militare, e da altre parti gruppi di nazioni danno ultimati e interferiscono negli affari interni... Albertino con un gesto interrompe: ormai è tardi, compito a casa: Studio dello Statuto delle Nazioni Unite; vostre proposte per la pace e per il disarmo completo e generalizzato. Compagne e compagni, amici... buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Sabato 9 Febbraio 2019 h.08,55)


PROSA POESIA RIVOLUZIONE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino, preso il volume degli inni e delle canzoni nostre, invita a prendere nota dei brani che avrebbe letto perché saranno la base per il compito a casa; inizia a leggere: Compagni avanti, il gran Partito noi siamo dei lavorator. Rosso un fiore in petto ci è fiorito, una fede ci è nata in cuor; gira un paio di pagine e prosegue: Avanti popolo, alla riscossa , bandiera rossa, bandiera rossa; scartabella e riprende la lettura: Noi siamo i proletari in lotta, gli oppressi che hanno detto no, la forza immensa di chi vuole rovesciare la società; volta la pagina e riprende: Stamattina mi sono alzato, o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao; cerca e prosegue: Fischia il vento, infuria la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar, a conquistare la rossa primavera, dove sorge il sol dell'avvenir; infila l'indice al segnalibro apre e riprende a leggere: Su fratelli, su compagne, su, venite in fitta schiera: sulla libera bandiera splende il sol dell'avvenir. Albertino prende la cartella degli appunti e detta per il compito a casa: Fare la prosa con commento a piacere di: L'Internazionale, Bandiera rossa, L'Internazionale proletaria, Bella ciao, Fischia il vento, Inno dei lavoratori. Compagne, compagni e amici, buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 15 Gennaio 2019 h.06,31)


PROFITTO E COSTITUZIONE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Pianificazione capitalistica? Si tratta di far credere che la pianificazione dell'economia è possibile nel regime capitalista, e che sarebbe possibile evitare crisi, disoccupazione e miseria organizzando il capitalismo in se stesso, sottoponendo il suo sviluppo ad un piano pubblico per l'interesse generale della nazione. Ma, qualsiasi politica economica per far fronte alla difficile situazione nella quale si trova sprofondato il nostro paese non migliora le condizioni di vita del popolo e i salari reali sono troppo bassi, la disoccupazione aumenta, si aggrava la situazione finanziaria, gli investimenti produttivi sono insufficienti di fronte ai bisogni. Perché? La nostra economia è basata sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e di conseguenza sulla fondamentale opposizione di due classi: la classe operaia e la classe capitalista. Per porre rimedio a ciò, la Costituzione: L'iniziativa economica privata è libera, non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana; la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali, eccetera. Il capitalista rifiuta la pianificazione degli investimenti, non collabora con il governo, sfrutta e danneggia l'economia nazionale... Albertino fa una pausa, scartabella tra i suoi appunti, guarda l'orologio e dice che si è fatto troppo tardi. Compito a casa: a) Studio della Costituzione nella parte “Rapporti economici”. b) Proponi una tua idea per la programmazione economica. Compagne e compagni, buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Venerdì 14 Dicembre 2018 h.08,09)


OHE NEO-SAMARITANI

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

La parabola del Samaritano: Un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli curò le ferite; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore perché continuasse ad avere cura di lui. Il buon Samaritano rappresenta il soccorso con l'assistenza e la cura alla persona, è l'intervento sulle conseguenze di un'aggressione; manca della ricerca, cattura e punizione dei colpevoli; c'è l'intervento sugli effetti ma niente sulle cause soggettive e oggettive; la questione è racchiusa nel privato intimo nei due separati episodi avvenuti tra gli aggressori e la vittima, tra il soccorritore e la vittima. Il tutto lascia la società nelle stesse condizioni di prima. Nulla si è messo in movimento affinché il fatto non si ripeta. Ohe. Ohe, si usa per esprimere un brusco avvertimento: ohe, bada a quel che fai; la sindrome del suicidio politico ha contagiato i comunisti; foglie secche, senza le pesanti idee della critica dell'economia politica, al lieve spirare del vento volteggiano disorientate senza una meta; avranno sensibilità, spirito fraterno, pietà per il prossimo in difficoltà, generosi slanci neo-samaritani; ma non saranno rivoluzionari, non cambieranno la società. Così si perpetua la legge della foresta, si perpetua il sistema economico capitalista, si perpetua la sindrome del suicidio e della regressione. Regressione: meccanismo inconscio che provoca nel soggetto comportamenti propri di uno stadio più primitivo e inutile antecedente il 1700 del socialismo prima di Marx. Marx che, con il capitale (ovvero critica dell'economia politica), fondava il comunismo sulle basi concrete dell'economia, dell'organizzazione politica della lotta di classe.

-Renzo Mazzetti- (Venerdì 2 Novembre 2018 h.06,26)


GRILLO CANTA L'ALTO PENSIERO

(Ricordo da un ricordo di nonna Teresina)

Una volta c'era il militante comunista che doveva osservare lo Statuto del Partito in cui veniva richiesto di essere un ”cittadino esemplare”. Le compagne e i compagni dovevano essere dell'onestà rivoluzionaria i modelli originali esemplari. Esemplari? E il PCI si fece suicidare. Ingenui e troppo bravi. Troppo bravi e troppo buoni. Dalle parti di Renzino il “troppo bravi e troppo buoni” significava un concentrato di bischeri, coglioni, grulli. Nota bene: il troppo buono e bravo poi si estinse, e gli accoliti, fedeli e speranzosi in quelle che furono le rivoluzionarie origini, sopravvissuti a tutte le angherie, soffrivano le pene nel girone infernale della disperazione.

-Renzo Mazzetti- (Martedì 23 Ottobre 2018 h.06,32)


BURLETTA

(IDEOLOGIA PRAGMATISMO DOTTRINA)

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Che cosa significano le parole del titolo? Prendi il vocabolario, Burletta: = pagliacciata, ridicolaggine, celia, buffonata, farsa, canzonatura, corbellatura; Ideologia: = visione del mondo, fede, credenza, dottrina, teoria, pensiero; Pragmatismo: = dottrina che prende come criterio di verità la concretezza delle cose rifiutando le verità assolute; Dottrina: = cultura, erudizione, istruzione, sapienza, sapere, scienza, scibile, idea, insegnamento, pensiero, teoria, credenza, credo, disciplina, materia, programma. Rifletti e rileggi, rileggi e rifletti. Perciò quando senti dire che l'Ideologia è superata e che oggi i problemi si risolvono con il Pragmatismo, fai pure una bella risata. Ideologia e Pragmatismo hanno la parola Dottrina in comune che aiuta a capire. Rifletti e rileggi, rileggi e rifletti. Allora, la Dottrina della fede? Andiamo sui principi teorici, dogma, catechismo, catechesi. Conoscere le parole, tante parole e i loro significati è fondamentale: studia e approfondisci, approfondisci e studia. L'Ideologia capitalista scorrazza. Io insisto!

-Renzo Mazzetti- (Martedì 9 Ottobre 2018 h.06,38)


POTTER E ROSSANO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Sfugge l'anno, sicuramente è lontano ma non troppo: il compagno Rossano registrò per me una cassetta con la musica classica immortale arricchita da brani eseguiti con sprizzante entusiasmo dalla Banda Musicale di Marti. Apre cuori e intelletti, e, come da sempre, bagna gli occhi, illumina le menti e mette allegria quella musica che va da “Bandiera Rossa” a “La gazza ladra” e Valzer. Il pensiero ribelle pisano, intima aurora mondiale, scaturisce all'Inno dei Lavoratori. L'Internazionale dei Lavoratori è sempre stato e sarà futuro. Pensa, scritta dal poeta della Comune di Parigi Eugène Potter, è futuro, rifletti su tutti i versi e in particolare su: “E la macchina sia alleata, non nemica ai lavoratori, così la vita rinnovata all'uom darà pace e amor”. Studia Dante e Leopardi, Bicefalo e tanti altri, ma studia e analizza, fai la prosa su “L'Internazionale”, rifletti, che cosa è il fondamento della scuola classica, alimento dello spirito e del sapere universale, esaltazione dell'umanità proiettata nel fraterno futuro.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 13 Settembre 2018 h.06,25)


IL COMPAGNO LEGGINO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Leggino, soprannome acquisito per la sua qualità di musico della banda cittadina; per campare faceva l'artigiano imbianchino; era il segretario della Sezione PCI del capoluogo. Leggino, nelle relazioni introduttive o negli interventi, portava dei paragoni molto efficaci per rendere più facile la comprensione del suo pensiero. Alcuni esempi: Dobbiamo parlare come suona la banda; dobbiamo agire con il coraggio dei partigiani; dobbiamo adoperare la penna come io adopero la pennellessa; dobbiamo, in tutti i casi, realizzare l'unità nell'armonia, avere un unico obiettivo, un unico scopo, e, per farci meglio capire e apprezzare, essere veri e chiari, lavorare puliti. Amare i lavoratori.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 3 Settembre 2018 h.06,23)


BARI E BARE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

E' una cosa brutta che l'esito di un gioco sia interamente dovuto al caso. Una cosa brutta, cattiva e dannosa perché causa la dipendenza con la conseguente devastazione della vita che in molti casi conduce anche all'omicidio e al suicidio. La stessa cosa è ugualmente brutta, cattiva e dannosa per quanto riguarda il fumo, l'abuso di alcolici e di tutte quelle pratiche simili che portano danni, sofferenze, dipendenze degradanti fino a causare miseri decessi. Tutti casi di bruti comportamenti, causati dai micidiali giochi d'azzardo. Tutto ciò con l'aggravante in cui è anche lo Stato a fare la parte del banco e del venditore. All'epoca dei governi del cambiamento ebbe inizio la lotta di liberazione dai giochi d'azzardo e in borsa, dalla tossica dipendenza della concorrenza, dal primato del capitale con la sua illogica teoria del profitto ad ogni costo. In sintesi: il superamento della barbara legge del più forte in cui i paesi, le città, le montagne, le campagne e le marine erano dominate da chi usava la clava più pesante.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 20 Agosto 2018 h.06,21)


STORNO E STORMO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

A Firenze si dava il nome “storno” ai biglietti del lotto già preparati e, guarda caso, quel nome suona come “stormo” e fa pensare ai cacciabombardieri F 35. “Storno” e “stormo” hanno a che fare con giochi distruttori della serenità degli umani. Invece, gli adulti costruttori, distruggono tutte le armi e, anziché lo “storno” del gioco e lo “stormo” delle macchine da guerra, fanno lo “storno” nel bilancio statale e distruggono lo “stormo”. I soldi per gli F 35 “stornati” cacciano la Legge Fornero. Questa è una missione di pace! Nota bene (N.B.) = In Italia i soldi non mancano, basta lo “storno” e la distruzione dei numerosi “stormo”.

-Renzo Mazzetti- (Sabato 11 Agosto 2018 h.05,50)


SOLONE RESURREZIONE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

La fine dell'umanità sarà per fame, si pensava un tempo, e si doveva smettere di crescere e di saccheggiare le risorse naturali della terra. Poi venne un'ispirazione: che i governi, messi da parte gli egoismi nazionalistici, varino d'accordo una pianificazione economica e sociale universale, e che le società multinazionali, versione moderna dei pirati, accettino le regole del piano. In sintesi: superare l'ormai vecchio capitalismo fallito con il sistema mercato e la superstizione. Potremmo avere un avvenire sereno. Ma, come provocare nel mondo, soprattutto nel mondo dei ricchi, la ventata di altruismo necessaria per assicurare un futuro all'umanità? Il ricco singolo e le nazioni ricche si comportano da tossici-ludi-alcolisti-dipendenti i quali, per un effimero momento di euforia, [leggi momento di vita terrena] quanto soffrono e quanto fanno soffrire? Inutile consolarsi, falsamente e parzialmente, con misericordie e carità, ipocrisie e pelosi perbenismi, continuando comunque a distruggersi e distruggere. Solone è resurrezione.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 1 Agosto 2018 h.06,01)


DRAMMI

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Superstizioso fu il grande Andreotti, privilegiato talmente tanto, che poteva recarsi in chiesa ogni benedetta mattina? Mi dici: ma no, era soltanto un buon cristiano. Io ti dico che, forse, solo un po' cattolico e superstizioso, discendente naturale del grande Alcide. De Gasperi, l'imboscato nella biblioteca della vaticana accoglienza di, salvo memoria, quel papa che benediceva la camicia nera? E poi, a bocce sicure, dissero che, anch'Egli fu un antifascista resistente? Statisti, succubi, semplici vigliacchi, chi sa? Ma! Un po' come le navi salvatrici? Vanno per in là e poi per in qua. Perché non vanno anche verso Gaza? Nell'economia di mercato e della concorrenza è lo stesso orrore, quello di ogni epoca, e, poi, quando troppo tardi sarà, la storia lo dirà? La storia si ripete? No! Non c'è l'Armata Rossa che aprì i cancelli e liberò gli ebrei e tanti altri, non c'è armata per i cancelli di Gaza per liberare i palestinesi a rischio d'estinzione? Miserabili quei tutti che sono ancora oggi nell'ipocrisia degli “statisti” dalla storia beffarda.

-Renzo Mazzetti- (Venerdì 20 Luglio 2018 h-06,09)


SABIN E LO ZUCCHERINO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Asportavano le tonsille (a prescindere) con la motivazione che in America tutti lo facevano e... dopo un bel gelato, e.. tutto a posto. Io rifiutai il gelato e mia madre non mi portò all'ospedale. Al Dispensario antitubercolare facevano la radiografia ai polmoni e il tampone faringeo per andare in colonia, e io, congenito amante del mare, molto paziente a tutto mi sottoposi e andai a Follonica. Il vaccino antipoliomielitico di Sabin? Ma... feci tanto esasperare mia madre che, al dunque, non mi portò dall'Ufficiale Sanitario del Comune e fui tanto contento di non prendere quella zolletta di zucchero con la gocciolina come tutti gli altri fecero.

-Renzo Mazzetti- (Domenica 24 Giugno 2018 h.06,28)


CATALOGNA LIBERA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Buonanotte a tutti! (Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Il 16 Febbraio del 1936 le forze democratiche del popolo spagnolo, organizzate in Fronte Popolare, conquistavano legittimamente il potere che doveva essere strappato, successivamente, dalle forze oscure della reazione fascista, sorrette dai governi di Hitler e Mussolini. Nel 1936 il fascismo, la cui varietà più reazionaria si presentava nel fascismo di tipo tedesco, al potere in Germania ed in Italia, sorretto dai governanti e dai plutocrati delle nazioni imperialiste, minacciava di diffondersi in tutta l'Europa, rappresentando la dittatura terrorista aperta dagli elementi più reazionari, più sciovinisti e più imperialisti del capitale finanziario. Cominciò a sorgere dappertutto un vivo movimento di indignazione da parte degli strati sociali oppressi, movimento che valse a ingrandire e rafforzare la lotta che già l'Internazionale comunista aveva mossa al fascismo fin dal suo sorgere. Partiti comunisti, socialisti, radicali, democratici in genere, classe operaia, ceti medi, contadini, si resero conto che solo la contrapposizione di un grande blocco democratico avrebbe potuto opporsi al fascismo il giorno in cui esso avesse scatenato sull'Europa la sua forza imperialista e ferocemente soffocatrice di ogni libertà. Primo fronte popolare fu quello spagnolo. Il 16 Febbraio ebbero luogo le elezioni generali, i cui risultati sbalordirono le classi reazionarie e fasciste. Esse segnarono una netta vittoria delle sinistre le quali dal Dicembre 1933 erano state escluse dal Governo. Il Fronte Popolare si formò, in quella primavera, in Francia e le elezioni del 26 Aprile e 3 Maggio 1936 dettero anch'esse risultati nettamente favorevoli alle sinistre. Il crollo della libertà in Spagna ed errori e tradimenti in Francia non dettero risultati immediati che era lecito sperare: ma già una coscienza e una forza antifascista erano sorte in Europa. Albertino smette di leggere e scosta il libro di storia. Poi rovista tra le carte, e riprende: La conoscenza, lo studio approfondito della storia, saper distinguere la falsificazione della storia da quella vera e da quella appresa dal giusto, ma, soprattutto critico punto di vista è fondamentale, è fondamento su cui si costruisce un buon politico. Per compito a casa: Studio della storia spagnola dal 1936 ai giorni d'oggi. Il compito è così corposo perché ci ritroveremo nel primo mercoledì di Settembre. Compagne e compagni vi auguro un buon studio e felici vacanze.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 4 Giugno 2018 h.06,15)


ANALISI DEL VOTO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Abbiamo studiato che, Europa era una monarchia fondata sui debiti sovrani; nelle nazioni la partecipazione alle elezioni e i risultati non avevano alcun valore; non veniva effettuata l'analisi del voto e la democrazia era meno del giusto; la partecipazione molto bassa, addirittura meno della metà degli aventi diritto, non era un problema. Albertino rimane assorto per un momento, prende un grosso contenitore grigio e legge sull'etichetta: Analisi del voto. Poi estrae un pacco di fogli, si alza e li distribuisce a tutti mentre spiega che sono i registri delle liste degli elettori suddivisi in maschi e femmine. Analisi del voto è il compito a casa. Partite dalla conoscenza della conformazione delle liste, dello stato civile e attività degli elettori (età anagrafica, istruzione, mestiere, attività varie, disoccupato, studente, pensionato, eccetera), verifica del numero che ha e non ha partecipato con rispettive caratteristiche e peculiarità, quanti sono stati i voti validi e la loro ripartizione, quante le schede nulle, quante quelle bianche. Comparazione dei risultati con quelli delle precedenti omologhe votazioni. Commento sintetico a piacere. Conclusioni politiche, sociali, matematiche. Considerazioni e curiosità con eventuali proposte. Mi raccomando il tutto lo vorrei espresso sinceramente e profondamente, con mente libera da preconcetti e pregiudizi. Compagne e compagni buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Giovedì 3 Maggio 2018 h.06,41)


COSE PROFONDE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

La borghesia è una classe e il capitalismo è un sistema. La borghesia, detta anche classe capitalistica, è rappresentata da un ristretto numero di persone che posseggono il capitale, e cioè i soldi, le macchine, le attrezzature e i mezzi necessari per la produzione di merci e cose varie. Le altre persone, la grande maggioranza della popolazione, che non hanno capitale, si devono, per lavorare e per vivere, rivolgere necessariamente al capitalista, il quale li assume come dipendenti. Chi lavora sottoposto, non ricava tutto ciò che il suo lavoro vale, ma ne riceve solo una parte, quella che il capitalista gli lascia come stipendio. Se ho avuto 500 euro per costruire un oggetto, l'oggetto che io ho costruito vale di più, questo di più, in una parola, si significa in plusvalore, perché il proprietario vende l'oggetto che io ho costruito a un prezzo superiore a quanto mi ha dato. Anche calcolando, a suo favore, una quota per l'ammortizzo del macchinario, per l'acquisto delle materie prime, eccetera, resta sempre una bella differenza tra ciò che la cosa da me prodotta gli costa e il prezzo a cui egli la vende. Questa differenza rappresenta il suo profitto. Il profitto del capitalista rappresenta, quindi, esattamente la parte di lavoro non pagata al dipendente, la misura dello sfruttamento che chi possiede il capitale esercita sulla persona dipendente. Albertino smette di parlare, guarda l'orologio, poi, per compito da fare a casa, dice: studiate il saggio del plusvalore; compagne e compagni, buonanotte. Cose profonde cose profonde, borbotta Eligio mentre apre la porta dell'uscita.

-Renzo Mazzetti- (Venerdì 27 Aprile 2018 h.05,51)


SAGGIO POPOLARE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino invita Nilda a leggere il compito che ha svolto a casa su: L'imperialismo, fase suprema del capitalismo. Nilda: Imperialismo è l'indirizzo politico attuato con tutti i mezzi anche militari dalle grandi potenze per dominare sulle nazioni più deboli; oggi si aggiungono su tutti gli Stati nazionali le azioni del Fondo Moneta Mondiale e il ricatto del debito pubblico. Fase suprema è lo svolgimento continuo che ha raggiunto il suo massimo grado. La questione economica con l'analisi della sua sostanza è fondamentale. Il capitalismo monopolistico, nella libera concorrenza con la legge del più forte, giunge al più alto dominio con la concentrazione della produzione, la rapina delle materie prime e l'oligarchia finanziaria. Siamo nel periodo di transizione dal capitalismo, e con la conquista della democrazia, al passaggio in una fase superiore. Ma questa evoluzione non è data per scontata per l'involuzione denominata “metafora della democrazia”. La democrazia ha grande importanza nella lotta della classe operaia contro lo sfruttamento del capitale imperialistico. Democrazia vuole dire uguaglianza intesa nel modo giusto e cioè: superamento della società divisa in classi. Lo sviluppo del capitalismo nella fase imperialista, crea le premesse necessarie a che tutti effettivamente possano partecipare alla gestione dello Stato. Tutti i cittadini diventano gli impiegati e gli operai di un'unica impresa che abolisce il vecchio sistema mercato, in cui tutto il popolo è Stato, tutto il popolo diventa gestore in prima persona dello Stato. Ricordo Lincoln: “Quando il bianco si governa da sé stesso, si ha l'autogoverno; ma quando governa a un tempo sé stesso e gli altri, non vi è più autogoverno: vi è dispotismo”. Nilda fa una pausa e prende da una cartellina altri fogli ma viene stoppata da Albertino con: è troppo tardi, e, rivolto a Nilda, dice: fai le copie del tuo compito e distribuiscile a tutti: sarà il testo da studiare a casa. Buonanotte! Ah, dimenticavo di fare gli auguri a Rivo per i suoi diciassette anni. Allora tutti ci mettemmo a cantare in coro: Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Rivo, tanti auguri a te. Un botto e il tappo rimbalzò dal soffitto sul pavimento con lo scrosciare delle risa nell'applauso.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 9 Aprile 2018 h.06,32)


IL COMPITO DI ORESTILLO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino rovista tra i compiti fatti a casa e tira fuori quello di Orestillo; inizia a leggere: La fondamentale e originaria funzione delle banche consiste nel servire da intermediario nei pagamenti; quindi le banche trasformano il capitale liquido inattivo in capitale attivo, cioè produttore di profitto, raccogliendo tutte le rendite in denaro e mettendole a disposizione. Man mano che le banche si sviluppano, si trasformano da modeste mediatrici in potenti monopoliste. Tutto ciò costituisce uno dei processi fondamentali della trasformazione del capitalismo in imperialismo capitalista. Si forma una fitta rete di banche in tutto il paese. Nella socializzazione dell'economia capitalistica le casse di risparmio e quelle postali cominciano a fare concorrenza alle banche. Ogni banca è una borsa, e questo avviene in rapporto a quanto è più grande la banca e più progredita è la concentrazione dell'industria bancaria. Con l'intensificarsi del processo di concentrazione cresce la dipendenza dell'industria dai gruppi bancari. I fatti mostruosi che riguardano il mostruoso dominio dell'oligarchia finanziaria avvengono in tutti i paesi. Si dimostra inutile il tentativo di democratizzare il possesso di azioni e la democratizzazione del capitale. Per il vecchio capitalismo, sotto il pieno dominio della libera concorrenza, era caratteristica l'esportazione di merci; per il più recente capitalismo, sotto il dominio dei monopoli, è diventata caratteristica l'esportazione di capitale. Si evidenzia la posizione di pochi paesi più ricchi nei quali l'accumulazione del capitale ha raggiunto dimensioni gigantesche con eccedenza di capitale. Se il capitalismo fosse in grado di sviluppare l'agricoltura e potesse elevare il tenore di vita delle masse popolari che, nonostante i vertiginosi progressi tecnici, vivacchiano dappertutto nella miseria e nella fame, non si potrebbe parlare di un'eccedenza di capitale. Ma, in questo caso, (sottolinea Lenin) il capitalismo non sarebbe più tale, perché tanto la disuguaglianza di sviluppo che lo stato di affamamento delle masse sono essenziali e inevitabili condizioni e premesse di questo sistema della produzione e della concorrenza nel mercato mondiale. Fino a che il capitalismo resta tale, l'eccedenza dei capitali non sarà impiegata a elevare il tenore di vita delle masse del rispettivo paese, perché ciò comporterebbe diminuzione dei profitti dei capitalisti. Albertino termina la lettura con un plauso rivolto a Orestillo per la sintetica chiarezza, poi dice: è tardi, stasera niente compito a casa, ma riposo e svago pasquale. Compagne e compagni, buona Pasqua e buonanotte!

-Renzo Mazzetti. (Martedì 27 Marzo 2018 h.05,59)


IL MONDO CAPOVOLTO

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

L'uomo, che nella realtà fantastica del Cielo, dove aveva creato un superuomo, non trovò che il riflesso di se stesso, non sarà più disposto ad accontentarsi soltanto dell'immagine di sé, soltanto della negazione dell'uomo, là dove cerca e deve cercare la sua vera realtà. Il fondamento della critica irreligiosa è questo: è l'uomo che fa la religione, e non la religione che fa l'uomo. E precisamente: la religione è la coscienza di sé e la consapevolezza del proprio valore dell'uomo, il quale o non ha ancora acquistato la propria autonomia o l'ha già perduta. Ma l'uomo non è un essere astratto che vaga fuori del mondo. L'uomo non è altro che il mondo dell'uomo, lo Stato, la società. Questo Stato, questa società producono la religione, che è una conoscenza capovolta del mondo, appunto perché essi costituiscono un mondo capovolto. La religione è la teoria generale di questo mondo, il suo compendio enciclopedico, la sia logica in forma popolare, il suo point-d'honneur spiritualistico, il suo entusiasmo, la sua sanzione morale, il suo solenne completamento, il fondamento generale della sua consolazione e giustificazione. Essa è la realizzazione fantastica dell'essere umano, poiché l'essere umano non possiede una vera realtà. La lotta contro la religione è quindi, indirettamente, la lotta contro quel mondo la cui quintessenza spirituale è la religione. La miseria religiosa è, da un lato, l'espressione della miseria effettiva e, dall'altro, la protesta contro questa miseria effettiva. La religione è il gemito della creatura oppressa, l'animo di un mondo senza cuore, così com'è lo spirito d'una condizione di vita priva di spiritualità. Essa è l'oppio per il popolo. Albertino smette di leggere e gira lo sguardo su tutta la classe come sollecitasse interventi. Difatti si alza Fabrizia: Allora la famosa frase che la religione è l'oppio dei popoli non è di Marx? E' vero risponde Albertino. Altre braccia chiedono di intervenire. Albertino guarda l'orologio e dice che è troppo tardi. Per compito a casa: dagli “Annali franco-tedeschi” (agosto 1843 – gennaio 1844) Introduzione alla “Critica della filosofia del diritto di Hegel”. Compagne e compagni, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Domenica 18 Marzo 2018 h.06,06)


FORZA POESIA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì? Ci sono i nomi dei re, dentro i libri. Son stati i re a trascinarli, quei blocchi di pietra? Babilonia, distrutta tante volte, chi altrettante la riedificò? In quali case di Lima lucente d'oro abitavano i costruttori? Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia, i muratori? Roma, la grande è piena d'archi di trionfo. Su chi trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide la notte che il mare li inghiotti, affogavano urlando aiuto ai loro schiavi. Il giovane Alessandro conquistò l'India. Da solo? Cesare sconfisse i Galli. Non aveva con sé nemmeno un cuoco? Filippo di Spagna pianse, quando la flotta gli fu affondata. Nessun altro pianse? Federico Il vinse la guerra dei Sette Anni. Chi, oltre lui, l'ha vinta? Una vittoria ogni pagina. Chi cucinò la cena della vittoria? Ogni dieci anni un grand'uomo. Chi ne pagò le spese? Quante vicende, tante domande. Albertino alza gli occhi inumiditi, guarda però lontano e sembra non vedere, ho letto: Domande di un lettore operaio di Brecht, abbassa gli occhi sulla scrivania prende una cartellina e legge: Alberi, eravate frecce cadute dall'azzurro? Che terribili guerrieri vi scagliarono? Sono state le stelle? Le vostre musiche vengono dall'anima degli uccelli, agli occhi di Dio, da una perfetta passione. Alberi! Le vostre radici rozze si accorgeranno del mio cuore sotto terra? Albertino smette di leggere e, dopo un po', riprende : è Federico Garcia Lorca che a soli 37 anni muore, ucciso dai franchisti nei primi giorni della guerra civile, una vittima della cultura della barbarie fascista che aggredì nazioni con la guerra, insanguinò e soffocò di macerie tutto il mondo. Vi invito a leggere le opere di Neruda, Brecht, Lorca; Resistenza e Un popolo alla macchia di Luigi Longo. Per compito a casa: Il fascismo italiano, l'origine. Compagne e compagni, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Sabato 24 Febbraio 2018 h.06,19)


STROFETTE SATIRICHE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Qui comincia la rassegna dei ministri democristiani attaccati ai portafogli, affamati come cani. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. Ministro dei trasporti è Guido Corbellini: se magna li binari co tutti i traversini. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. A commerciar con l'estero han preso Merzagòra: lui sta in Brasile e ingrassa e noi restiamo fora. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. Poi viene Mario Scelba , ministro per l'interno: prima spara sul prossimo poi prega il Padreterno. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. Ministro del lavoro è Arnintore Fanfani: vorrà porta in Italia i sistemi americani. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. Per i lavori pubblici ce sta Umberto Tupini: farà la vita facile a Vaselli e Manzolini. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. All'istruzione pubblica c'è san Guido Gonnella, occupato tutto il giorno a istruire la cappella. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. Il ministro dell'industria ci vien da Pontedera: egli è Giuseppe Togni amico di Scalera. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. Il feudatario Segni resta all'agricoltura nelle nostre saccocce vuol far la trebbiatura. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. Abordo di un naviglio gridava Paolo Cappa: “Merlin, mettici il bollo, che qui tutti si pappa”. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. Einaudi, Sforza e Grassi fanno gli indipendenti, ma senza averne l'aria s'arrotano già i denti. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, olé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. Guida la processione, con il messale in mano, Alcide von De Gasperi, il cancelliere americano. Olé olé olé, con De Gasperi non se magna, oleé olé olé, il cancelliere arrivòle il re. Albertino smette di leggere: Ebbene, sono delle strofette satiriche dedicate al governo dopo che De Gasperi ruppe l'unità antifascista nel maggio 1947. Per rendersi conto cosa questo comportò nel corso degli anni successivi, per compito a casa: Ricerca dei morti, dei feriti e degli arrestati nelle repressioni delle manifestazioni dei lavoratori. Compagne i compagni, buonanotte.

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 14 Febbraio 2018 h.07,09)


IMPEGNO INTELLETTUALE E MORALE

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Stasera vi leggo delle parti scelte dal compito a casa svolto dal compagno Ascanio su: La lotta per l'egemonia e l'intellettuale collettivo. “La società è complessa e il dominio ha molte facce e le istituzioni sono intrise di spessore culturale, la conquista della direzione non può realizzarsi se non attraverso una guerra di posizione: cioè una lunga lotta che sveli e smantelli l'organicità di ciò che appare neutrale e separato, e muova l'inerzia e il continuismo del senso comune, le idee che si sono istituzionalizzate in una sorta di patrimonio passivo di valori che metta a nudo la subalternità della cosiddetta libertà culturale alla committenza del sistema economico-politico dominante. Il fascismo dura per questo, perché la sua essenza è altrove. La sua essenza non è nella sua forma immediatamente politica e istituzionale. E' invece nel blocco storico che lo ha suscitato e lo mantiene in vita. Lo ha voluto nel 1922, quando la Monarchia, la Chiesa, la casta militare, la grande industria, la vecchia classe politica, la cultura dell'interventismo e dell'anticomunismo garantirono imprevedibili successi alla marcia su Roma; lo ha salvato nel l924 con la fiducia al governo Mussolini dopo il delitto Matteotti; ha assistito con qualche riserva di metodo al suo farsi Stato, ricevendone garanzie di parte e offrendogli anche importanti sostegni culturali. Com'è possibile, si chiede Gramsci, combattere realmente il fascismo senza conoscere e lasciando in piedi questa sua nervatura reale, cioè senza tener conto dell'articolato consenso che questo blocco storico produce nel senso comune e popolare? Gramsci non pensava allora a una guerra, e allo sfacelo che avrebbe comportato, e neppure a una ricostruzione cosi segnata dalla cultura politica liberale anche in veste cattolica, cosi sollecitata dal bisogno rinnovatore del nuovo movimento di massa e insieme così rivolta a ostacolarlo e persino a reprimerlo. Ma e certo che solo le sue speranze nell'azione egemonica delle classi popolari potevano compensare la profezia dolorosa di una continuità sostanziale del post-fascismo rispetto alla composizione del blocco storico che aveva usato il fascismo. Gli Stati-governi, in varia misura, hanno governato il mondo illudendolo di giustizia e di libertà, mentre lo corrompevano e lo asservivano al mercato, perché agivano sotto l'ombra protettiva di uno Stato-egemonia, esplicito o latente, cioè di un apparato di istituzioni e di rapporti sociali che riproduceva molecolarmente un modello di libertà e di progresso capace di addormentare o stravolgere i veri bisogni di libertà. Dobbiamo smantellare trincee e casematte che difendono coni valori dello spirito i poteri del mercato capitalistico, e cioè per un nuovo sapere e per lo sviluppo del movimento rivoluzionario. In questo compito critico, consiste l'attualità del marxismo, il recupero della volontà di conoscenza e della critica della società con l'impegno intellettuale e morale che superi la politica subalterna alla cultura dell'avversario”. Compagne e compagni, scambiatevi i testi del compito a casa e studiatevi reciprocamente. Buonanotte a tutti.

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 29 Gennaio 2018 h.06,08)


GLI INTELLETTUALI

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Il fascismo, regime basato sulla forza invece che sul consenso, segna la crisi definitiva del dominio capitalistico-borghese sulla società italiana. Perciò la questione degli intellettuali viene ad assumere, per Gramsci, la centralità. Una massa umana non si distingue e non diventa indipendente per sé senza organizzarsi e non c'è organizzazione senza intellettuali, cioè senza organizzatori e dirigenti, cioè senza che l'aspetto teorico del nesso teoria-pratica si distingua concretamente in uno strato di persone specializzate nell'elaborazione concettuale e filosofica. Ma questo processo di creazione degli intellettuali è lungo, difficile, pieno di contraddizioni, di avanzate e di ritirate, di sbandamenti e di riaggruppamenti, in cui la fedeltà di massa è messa a dura prova. Il processo di sviluppo è legato a una dialettica intellettuali-massa; lo strato degli intellettuali si sviluppa quantitativamente e qualitativamente, ma ogni sbalzo verso una nuova ampiezza e complessità dello strato degli intellettuali è legato a un movimento analogo della massa dei semplici, che si innalza verso livelli superiori di cultura e allarga simultaneamente la sua cerchia di influenza. Albertino fa una pausa, e rovista tra gli appunti. Ne approfitta Faustina per dire: tutto è l'opposto di ciò che avvenne nell'era della ciarla che, rottamato anche l'insegnamento, si moltiplicò l'ignoranza diffusa e complessa? Eligio: Dalle contraddizioni il frutto di nuove verità; ci vogliono idee, idee... Riprende la parola Albertino: Faustina dice bene, ed anche Eligio, ma... e torna a rovistare tra gli appunti, e, dopo un po', legge Marx sull'impotenza delle idee astratte: Le idee non potrebbero mai condurre al di là delle vecchie condizioni del mondo, ma potrebbero soltanto condurre al di là delle idee delle vecchie condizioni del mondo. Le idee non possono di per se condurre assolutamente a nulla. Perché le idee si traducano in fatti, occorre che l'uomo esplichi la sua energia pratica. Albertino guarda l'orologio: è già tardi; compito a casa: La lotta per l'egemonia e l'intellettuale collettivo. Compagne e compagni, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Mercoledì 17 Gennaio 2018 h.07,55)


COME SI STUDIA

(Ricordo da un racconto di nonna Teresina)

Albertino: Non dovete dare per scontato di conoscere materie delle quali in realtà possedete solo poche nozioni; non date per scontato di aver capito ma dovete sforzarvi maggiormente per apprendere veramente la sostanza dell'argomento, e non tanto di ficcare nella mente nozioni solo in modo superficiale; non avere fretta, leggere con calma, meditare e rileggere; non saltare facilmente tutto ciò che non è facilmente comprensibile o che richiede comunque una certa difficoltà. Studiare con metodo; tracciare uno schema con i punti fondamentali degli argomenti da studiare; ricercare i libri che trattano la materia dove è necessario graduare lo studio, prendere appunti scrivendo prima il numero della pagina; fare uno specchietto critico e scrivere appunti; non lasciare mai delle parole incomprese, ma annotarle e ricercarne l'esatto significato sul dizionario; stralciare dalle riviste e ritagliare dai giornali gli articoli che interessano e raccoglierli in cartelle divisi per argomento. Quando il tema da trattare lo richiede, raccogliere elementi, osservazioni, dati statistici e quanto ritenuto utile; se il problema interessa in maniera particolare, è consigliabile sviluppare gli appunti e con il materiale raccolto compilare una specie di monografia; seguire sempre una traccia e non perdere di vista l'obiettivo principale. Non mangiare molta roba, ma poca e sana e digerirla bene, compiere cioè una lettura attenta, riposata, senza ingordigia di notizie ma tendente a penetrare i dati, i fatti, le idee nella loro consistenza reale. Lea alza la mano: si studia come si cucina, e si mangia il giusto ma sano e nutriente? Brava, risponde Albertino. Ora vi detto il compito a casa: Studiare è difficile in L'albero del riccio e Una preparazione universale a pag. 501-502 volume primo dei Quaderni del carcere, scritti di Antonio Gramsci. Compagne e compagni, buonanotte!

-Renzo Mazzetti- (Lunedì 1 Gennaio 2018 h.07,51)




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