VENETI SCIALAKASCIA ITALICI

lunedì, 22 luglio 2019

VENETI SCIALAKASCIA ITALICI

Nella metà del I millennio a.C. la popolazione dell’Italia era etnicamente molto eterogenea, perché attraverso le Alpi e l’Adriatico, vennero a stabilirvisi delle tribù molto dissimili tra di loro dal punto di vista etnico. La maggior parte della penisola appenninica era abitata dalle tribù indo-europee degli italici, le principali tra le quali quelle dei latini [nel Lazio], degli oschi [in Campania], degli umbri [in Umbria] e il gruppo delle tribù dei sabelli [nella parte superiore del bacino del Tevere], tra cui si trovavano i sabini, che più tardi si spinsero verso sud e mescolandosi agli oschi presero il nome di sanniti. La maggior parte di queste popolazioni era entrata in Italia probabilmente all’inizio del I millennio a.C. dalle regioni dell’Europa centrale. Caratteristico di esse era il rito della cremazione dei morti, risalente forse agli usi nell’età del bronzo. In Italia si mescolarono con popolazioni più antiche. Oltre agli italici in alcune regioni del paese si erano insediate diverse popolazioni illiriche [per esempio gli iapigi nelle Puglie]; è possibile che allo stesso gruppo linguistico appartenessero anche i veneti, stanziatisi nella parte orientale dell’Italia settentrionale, che generalmente è invalso l’uso di considerare discendenti degli abitatori originari del paese [i liguri nella zona occidentale dell'Italia settentrionale, i sicani in Sicilia...]. Secondo alcuni studiosi nella più importante delle popolazioni di questa regione, quella dei siculi, andrebbe riconosciuta la popolazione degli “scialakascia”, ricordata dalle fonti egiziane nel periodo delle trasmigrazioni dei “popoli del mare” nel Mediterraneo Orientale; tuttavia è anche possibile che i siculi appartenessero alla popolazione originaria dell’Italia meridionale. L’odierna Toscana era abitata dagli etruschi, la cui appartenenza etnica ancora non è stata stabilita. Sul litorale dell’Italia meridionale, e in parte di quella centrale, come pure nella zona orientale della Sicilia, nei secoli VI-VIII si stanziarono coloni greci che fondarono una serie di importanti città: sulla penisola Cuma, Napoli, Crotone, Sibari, Taranto…; in Sicilia: Siracusa, Messina, Agrigento… Nella parte occidentale della Sicilia si insediarono saldamente i cartaginesi, che fondarono le città di Erice, Panormo [Palermo]… Nel VII secolo a.C. sottomisero anche la Sardegna. La presenza di colonie greche e cartaginesi favorì un più rapido sviluppo dei rapporti schiavistici presso le popolazioni dell’Italia di quel tempo. Nel 1959-1969 d.C. abbandonarono il meridione italiano 1,6 milioni di lavoratori. Cambiamenti particolarmente profondi si verificarono nelle campagne in rapporto con la ristrutturazione dell’agricoltura nel corso dell’espansione monopolistica e della sua meccanizzazione così come dell’introduzione di metodi più moderni di organizzazione del lavoro. Nel 1961-1971 d.C. il numero degli operai agricoli diminuì di 900 mila unità, quasi della metà, e quello dei contadini di 1.100 mila unità. Coloro che lasciavano le campagne si insediavano nelle vicinanze e alle periferie delle città e confluivano nei ranghi degli operai dell’industria e nella sfera dei servizi. Essi partecipavano anche alla formazione del sottoproletariato urbano e dell’esercito dei disoccupati. Nei periodi di depressione e di aumento della disoccupazione [in particolare nel 1964-1966 d.C.] gran parte dei meridionali che non erano riusciti a trovare lavoro o erano stati licenziati ritornarono nei luoghi di origine o emigrarono negli altri paesi. (Ricordo da un racconto di Tirella).

 

ARIA NOSTRA [*parte da  ITALIA!]

 

Dai monti alla pianura

dai fiumi ai mari

si respira un’aria diversa

non solo quando la primavera

rimbellisce e risveglia il paesaggio.

E’ l’aria nostra:

Italia!

………………………………….

Vedi:

 

TOCCASANA

 

LA QUESTIONE MERIDIONALE E IL DEBITO PUBBLICO

 

LE DUE ITALIE 

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