IL GIOCO DELL’ASCENSORE
giovedì, 4 ottobre 2018
IL GIOCO DELL’ASCENSORE
L’Italia era una parte d’Europa. La sovranità apparteneva al
Gioco in Borsa che la esercitava nelle forme finalizzate agli utili finanziari
e alla libera circolazione dei soldi. Tutte le attività private e pubbliche
dovevano partecipare al Gioco in Borsa. Il Gioco in Borsa appestò tutta la vita
sociale e politica. I risparmiatori, i lavoratori e i pensionati, attratti dal
miraggio di ricavi importanti, furono indotti a comprare le Azioni e i Titoli,
a partecipare ai Fondi e alle Finanziarie. Tutti i normali cittadini venivano
spesso depredati, oppure, normalmente, quando andava bene, ricevevano
insignificanti miseri ritorni. Gli imprenditori, sollecitati a quotare le loro
attività, fallivano o rimettevano, guadagnavano di più o di meno, senza avere
stimoli e possibilità per investire l’utile del proprio lavoro in ulteriore
lavoro, nello sviluppo della qualità del prodotto e dell’azienda. Tutto diventò
un indemoniato compra e vendi, vendi e compra. Tutto diventò un folle mercato.
Tutto, senza gnegnero e civile scopo, tutto andava su e giù. Idem per quanto
riguardava le attività pubbliche, istituzionali e di governo. Le banche, non
più sicure custodi dei risparmi e dispensatrici di prestiti, travolte nel
vortice della finanza impazzita, diventate tossicodipendenti di carte per il
gioco, bisognose di ludoterapia, persero la fiducia del popolo. Tutte le
attività di ogni genere e di ogni natura erano state traviate e ridotte a un
grande Gioco di Borsa, in una parola: Casinò. Dal futuro rimbomba: grulli, il
passato echeggia: grulli. (Ricordo da un racconto di Vasco).
VENDETTA GIUSTA (IL TAGLIO DELL’ORO SPREZZANTE)
Il più debole, già nelle caverne, meditò la vendetta
contro la clava più grande al servizio del più forte.
Vendetta tremenda vendetta rimbomba nel teatro politico.
Vendetta contro gli oppressori del popolo.
Vendetta contro il burocrate che è sempre stato
lo strumento al servizio del più forte.
Tagliate gli stipendi e le pensioni d’oro!
Sui tagli non può decidere il privilegiato apparato,
non possono decidere i “controllori”
che sono gli stessi “controllati”.
Sui tagli degli stipendi e delle pensioni d’oro
degli sprezzanti privilegiati
deve decidere l’intero popolo
con un libero e democratico chiaro referendum.
Vendetta tremenda vendetta rimbomba nelle strade
ingolfate dai fantasmi degli eroi del popolo infuriati.
Vendetta vendetta vendetta, chiede, esige la canaglia
pezzente,
la canaglia che suda e lavora, la canaglia che per vivere
muore
assassinata, la canaglia che soffre e singhiozza disperata.
Vendetta vendetta vendetta, esige il libero elettore
vittorioso nelle Idi di Marzo. Sì, siamo canaglia,
sì perché canaglia è per voi il popolo,
per voi che siete i privilegiati più privilegiati
più del giusto del più del più giusto
del più del guadagno dei benestanti onesti.
-Renzo Mazzetti-
(23 Settembre 2018)
Vedi:
PRIVILEGI SORDI CIECHI INGORDI (24 Settembre 2018)
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