BEFFA E STENTO

lunedì, 23 febbraio 2015

BEFFA E STENTO

La realtà non va bene, è cattiva, assume sembianze mostruose, porta alla disperazione, induce al suicidio persone una volta benestanti? L’intelligenza logica esige di cambiare la realtà perché essa è la causa certa di crimini sociali. Invece, nel periodo in cui la rottamazione conquistò il potere, la reazione moltiplicava gli effetti negativi della realtà stagnante con movimenti che rafforzavano la causa di tutti i mali. Il capo supremo del partito governante gettava il sasso nell’acqua cheta rovinando i ponti, affogando l’uomo; nonostante ciò, l’incosciente lucido e sicuro, paladino del sistema mercato, prometteva spavaldo di aver messo in moto l’Italia e nei prossimi anni avremmo avuto il prodotto interno lordo aumentato di almeno di tre e forse più punti e conseguito l’inizio del benessere con l’occupazione giovanile: La solita “politica dei due tempi” di antica memoria popolare, in cui soltanto il primo tempo, quello dei sacrifici veniva attuato, mentre il secondo che dava il bene al popolo, era sempre rimandato. Intanto il tempo trascorreva, la memoria si indeboliva, il più forte godeva, il più debole periva. La novella della beffa e dello stento infinito. L’ingenuo cittadino-pesce abboccava. (Ricordo da un racconto di Ariella).

M A R G H E R I T A
Come stagioni che spogliano
la bella margherita
la misera mano carpisce
i petali colorati.
Della tua terra materna rigogliosa
ad altri dona i frutti del sudore
del bollente sole splendente
dell’infinito cielo piangente
nell’estivo profondo pauroso temporale.
Il vento porta con il profumo del mare
il grido dei gabbiani affamati
il silenzioso dramma dei pesci sbranati
nel sommesso ondeggia la distesa
di calici offerti delicati e colmi.
I ricordi scolpiti nel semplice gambo
svaniscono lentamente
e al peso dei pianti della rugiada
pieghi i tuoi dolci steli vellutati
dove il sudore umano ristagna.
Somigli a quella fanciulla
che conobbe solo gli stracci
e non il vestitino candido colorato
con il quale ti illudi morendo
quando io, vile, ti colgo.
 -Renzo  Mazzetti-

Vedi: 

LA COMMEDIA (5 febbraio 2015)



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