UN TROMBONE

 

martedì, 25 febbraio 2014

UN TROMBONE

 

 Era un bel pomeriggio di febbraio, c’era uno sole splendente e caldo, rincasai appena in tempo per ascoltare il discorso alla televisione. Il futuro Presidente del Consiglio mi apparve molto arrogante, molto pieno di sé. Sembrava un vecchio politico trombone che detiene la certezza di non essere mai trombato. Declamava altezzoso, con la mano sinistra in tasca, parole su parole incalzanti, un programma povero, sterile, assolutamente inadeguato a quello che mi sarei aspettato. Ogni mercoledì, in concorrenza con il Papa che fa udienza, andrà in giro per le scuole: alla scuola di mio figlio portavo la carta igienica ogni mese. Avrebbe dovuto parlare effettivamente dei problemi economici con competente puntualità per venire incontro alle grandi difficoltà dei disoccupati, di tutti i semplici lavoratori e in particolare dei manovali edili anziani come me. La cosa che più mi colpì fu il saluto rivolto ai senatori: un beffardo commiato espresso insieme alla volontà di chiudere il Senato. (Ricordo da un racconto di Tirella).

 

P  I  P  P  O       N  O  N       L  O       S  A

 

( parte )

 

Pippo Pippo non lo sa

 

che quando passa ride tutta la città

 

e le sartine dalle vetrine

 

gli fan mille mossettine.

 

Ma lui con grande serietà

 

saluta tutti fa un inchino e se ne va

 

si crede bello come un Apollo

 

e saltella come un pollo.

 

-Panzeri, Rastrelli, Kramer-

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