SOGNO
MERCOLEDÌ, 22 FEBBRAIO 2012
SOGNO
C’era una volta un sogno, un sogno grande e bello, un sogno
ad occhi aperti, vissuto dalle pubbliche personalità e partecipato dalla
comunità. Era un sogno nato dalle esperienze delle lotte operaie, dalle
sofferenze del duro lavoro, dalle tragedie degli infortuni mortali e dalle
malattie. Era un sogno del sindaco comunista di Santa Croce Adrio Puccini, che,
con i compagni, lanciò la parola d’ordine ”Produrre senza inquinare”. Era un
sogno degli amministratori di sei Comuni per costruire la città di novantamila
abitanti. Il Comprensorio del Cuoio e delle Calzature, antesignano della
Riforma Sanitaria, esempio per il disinquinamento idrico, precipitò poi nelle
angosciose maleodoranze, denominate nube tossica; i cittadini parteciparono a
grandi manifestazioni di protesta per il pressante senso di soffocamento che
aveva tolto la serenità del vivere. Il Servizio di Prevenzione (diventato
ARPAT), con campagne di ricerca, con sopralluoghi nei luoghi di lavoro e nei
depuratori, propose interventi di risanamento che riportarono la tranquillità
nella popolazione. Attuando il Telerilevamento e l’attività di prevenzione
ambientale le industrie e i depuratori furono messi sotto continuo controllo.
All’inizio della storia avevamo amministratori pubblici con un sogno grande, un
sogno rosso splendente; perché oggi abbiamo oscuri burocrati che si fanno
scippare servizi così indispensabili per la nostra Zona? Leggiamo che l’ARPAT
provinciale si fa in quattro per dare ad intendere che fanno tutto loro. Sembra
proprio che essa si sia assunta il ruolo di giustificare la sopravvivenza della
Provincia di Pisa. Gli sforzi dei conservatori del vecchio ente inutile sono
costati e costano enormi cifre, perché è appurato già da quaranta anni che con
la istituzione della Regione la Provincia è sicuramente ente inutile. Ora
vogliono prendere le risorse dai Comuni e dagli imprenditori ma nel contempo
togliere il personale all’ARPAT di zona, lasciando intendere che hanno la
volontà di chiudere la sede di San Romano; le maleodoranze tuttavia sono
tornate a farsi sentire e le proteste dei cittadini non vengono ascoltate.
L’attività dell’ARPAT di San Romano si è, nel passare degli anni,
caratterizzata proprio perché ha risolto i problemi del Comprensorio e delle
gravi maleodoranze, irrisolvibili rispettando solamente i tassi stabiliti dalla
legge. Questo perché vi è stata una concertazione tra i Comuni, ARPAT e le
Associazioni dei Conciatori per mantenere limiti molto più bassi di quelli
stabiliti. Per questo è indispensabile che l’ARPAT di San Romano non sia
mantenuta solo come presenza e mero supporto di Pisa. Considerata la
peculiarità del Comprensorio del Cuoio, che si caratterizza per la stretta
convivenza tra le attività a forte impatto ambientale con le abitazioni, è
necessario che sia riconosciuta come attività obbligatoria, dato che svolge
anche attività di Prevenzione ambientale a supporto dell’ASL 11. Per questo è
auspicabile un processo inverso: poiché in tutta la provincia pisana il
Comprensorio del Cuoio è un’area unica ad alto impatto ambientale, perché non
trasferire lì l’ARPAT di Pisa ed essere veramente produttivi ed economizzare?
Mi auguro che gli amministratori dei nostri Comuni non cadano in tranelli e non
si facciano rapinare un servizio che ha dimostrato tutta la sua indispensabile
utilità, e chiedano alla Regione Toscana di accogliere la volontà espressa da
tutti i Consigli Comunali: l’istituzione del Centro Regionale di Prevenzione e
Telerilevamento ARPAT con Sede nel Comprensorio del Cuoio. Gli amministratori
di altre zone hanno avuto il riconoscimento di una stabile struttura ARPAT
decentrata; perché solamente a noi viene negato questo sacrosanto diritto
nonostante il lavoro eccellente svolto? Oggi il sommo poeta Dante avrebbe
modificato il verso rivolto a Pisa forse così: ”poltronari vampiri delle
genti?”. ( Meditazione leggendo su il grandevetro ::: ottobre/dicembre 2011 :::
l’articolo : RIPRENDIAMOCI L’ARPAT di Renzo Mazzetti – sindaco di Montopoli in
Val d’Arno dal 1996 al 1990 – ).
S O G N O E R E A L T A’
Com’è cieco colui che immagina
e progetta qualcosa
fino ai più realistici dettagli
e quando non riesce a darne conto interamente
con misure superficiali e prove verbali,
crede che la sua idea
e la sua fantasia siano vanità!
Se invece riflettesse con sincerità,
si convincerebbe che la sua idea è reale
tanto quanto l’uccello in volo,
solo che non è ancora cristallizzata;
e capirà che l’idea è un segmento
di conoscenza
ancora inestricabile in cifre e parole,
poiché troppo alta e troppo vasta
per essere imprigionata
nel momento presente;
ancora troppo profondamente immersa
nello spirituale
per piegarsi al reale.
-K a h l i l G i b
r a n-
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