SCURO

 

domenica, 15 gennaio 2012

SCURO

 

Aveva intorno ai venti anni, vivo, allegro, grande ballerino. Lo invidiavo perché beccava e piaceva alle ragazze, perché era impiegato mentre io semplice operaio guadagnavo molto meno di lui. Un pomeriggio di domenica il motore acceso della sua automobile ferma davanti alla mia finestra attrasse la mia attenzione. Non avevamo fissato nulla, eppure la sua auto con il motore acceso era ferma davanti alla mia finestra da almeno una mezz’ora. Poi, all’improvviso, con una grande rabbiosa sgasata, partì all’improvviso per chissà quale meta. Dice che gli era saltato una valvolina. Non connetteva più con la testa. Passava ore seduto nell’automobile con il motore acceso e, quando gli frullava, partiva a schizzo per chissà quale meta.

 

Mauro proveniva da una famiglia del senato di Roma. Era obbediente e seguì San Benedetto a Montecassino. Un bambino muto viene guarito da Mauro mentre tornava dal lavoro dei campi. Fondò il primo monastero benedettino in Francia. Intorno ai suoi anni settanta rinuncia al pastorale d’Abate per prepararsi santamente alla morte, che arrivò improvvisamente ma attesa.

 

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S’è ver, com’è, che dopo il corpo viva,

 

da quel disciolta, c’a mal grado regge

 

sol per divina legge,

 

l’alma e non prima, allor sol è beata;

 

po’ che per morte diva

 

è fatta sì, com’a morte era nata.

 

Dunche, sine peccata,

 

in riso ogni suo doglia

 

preschiver debbe alcun del suo defunto,

 

se da fragile spoglia

 

fuor di miseria in vera pace è giunto

 

del’ultim’ora o punto.

 

Tant’esser de’ dell’amico ‘l desio,

 

quante men val fruir terra che Dio.

 

-Michelangelo   Buonarroti-

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