VENTOLA

 

sabato, 13 agosto 2011

VENTOLA

 

La lingua de’ Poeti è sempre l’ultima a guastarsi. Beato voi, se colassù aveste trovato uno sì coraggioso che avesse ardito di trattarvi una sola volta da sciocco! Se io avessi a resuscitare, io per me, prima d’ogni altra cosa, desidererei d’esser uomo dabbene, in secondo luogo d’esser uomo sano, dipoi d’esser uomo d’ingegno, quindi d’esser uomo ricco, e finalmente, quando non mi restasse più nulla a desiderare, e mi fosse pur forza di desiderare alcuna cosa, potrebbe darsi che per istanchezza io mi gettassi a desiderar d’esser uomo nobile in quel senso che questa voce è accettata presso la moltitudine. (meditazione su un bruscolo del: Dialogo della nobiltà di Giuseppe Parini).

 

L  A     V  E  N  T  O  L  A

 

Venditor sono di ventole

 

per la state che verrà:

 

ma se il caldo sarà grande,

 

e la merce mancherà,

 

in iscambio delle ventole

 

venderò le vostre teste,

 

zerbinotti che leggeste.

 

Agitata il foco accresco,

 

agitata meno fresco.

 

Così Nice in ogni loco

 

col bel viso accende foco:

 

ma, se dice una parola,

 

mena un fresco che consola.

 

Amorosa ventoletta,

 

mi dimeno qua e là;

 

non darei piacere a molti

 

coll’aver stabilità;

 

anche Nice così fa.

 

Sopra il molle canapè

 

nel meriggio più infocato

 

un mi tiene avanti a sè;

 

altri due gli stanno a lato.

 

Io con moto dolce e grato

 

do ristoro a tutti e tre

 

sopra il molle canapè.

 

Una ventola son io

 

che rinfresco ogni calore.

 

Se una bella ha troppo ardore,

 

per il manico mi pigli;

 

mi dimeni qua e là,

 

e sollievo troverà.

 

-Giuseppe Parini-

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