CROLLO
DOMENICA, 31 LUGLIO 2011
CROLLO
Gli stranieri in visita riescono a vedere soltanto quel che
gli si vuole mostrare, le statistiche sono largamente truccate, le leggi
esistono spesso solo sulla carta, a cominciare dalla Costituzione che,
teoricamente, garantisce tutte le libertà civili. Lo studio va condotto con i
metodi della ricerca storica come se il Paese fosse un fenomeno del Medioevo.
Si è riusciti a scrivere la storia delle comunità contadine medioevali, non c’è
ragione di rinunciare a descrivere la situazione del Paese su cui, dopotutto,
abbiamo più elementi che su quei contadini. Il metodo di studio è quello ormai
molto affermato soprattutto in Francia e negli Stati Uniti ed’ è quello della
storiografia totale. Sostanzialmente consiste nel fotografare una società in
tutti i suoi aspetti interpretando il maggior numero di dati disponibili fino a
raggiungere un’immagine coerente e globale. Setacciando sistematicamente
migliaia di dati di origine diversa, dalle confidenze di studenti francesi e
inglesi che avevano potuto visitare cittadine di provincia escluse dagli
itinerari turistici fino a notizie di cronaca pubblicate dalla stampa. Per
questa strada il ritratto del Paese sta assumendo molti dei connotati
essenziali del sottosviluppo economico. Stagnazione ormai endemica: crescita
zero malgrado il tasso di nuovi investimenti pari al 25% del prodotto nazionale
lordo. La struttura del commercio con l’estero: oltre l’80% delle esportazioni
è rappresentato da materie prime, mentre nelle importazioni figurano, accanto a
prodotti di alta tecnologia, milioni di tonnellate di grano. Un’agricoltura che
nella sua struttura essenziale, esisteva già nell’Europa del IX secolo sotto
l’impero carolingio. E ancora: aumento della mortalità infantile, sprechi
immensi dovuti all’inefficienza delle strutture, fenomeni evidenti di
sottosviluppo culturale, il Paese è diventato in larga misura un paese di
informazione orale, dato che radio, tv e giornali, controllati dallo Stato,
descrivono un mondo inesistente e la gente lo sa. Le notizie, lette
indirettamente, per scoprire ciò che vogliono camuffare, o che i loro autori
non hanno pensato a nascondere, sono spesso interessantissime: non si deve
dimenticare che dalle statistiche delle classi di età pubblicate nel
dopoguerra, con un minimo di pratica si constata che mancano alcune decine di
milioni di cittadini, un buco che coincide con gli anni della repressione
staliniana. Al regresso generale si accompagna un senso di sfiducia
nell’avvenire. Tutto ciò è confermato dalle statistiche, che rilevano un calo
di natalità, e la sfiducia si manifesta in ogni settore, persino nella
letteratura d’evasione. Mettendo a confronto i libri di fantascienza pubblicati
fino al 1960 e quelli degli ultimi 15 anni ci si accorge che dalle storie in
cui gli uomini si lanciavano vittoriosi alla conquista dello spazio si è
passati a cupe vicende di invasioni della Terra, di disavventure spaziali in
cui l’uomo incontra sempre più spesso extraterrestri misteriosi e a lui
superiori. Questo è un segno molto significativo, un paese che regredisce dopo
aver coltivato per decenni il mito trionfante della propria superiorità ha
ragione di sentirsi ansioso e depresso. Crollerà un giorno l’Unione delle
Repubbliche Socialiste Sovietiche (U.R.S.S.)? Aborrito da molti, difeso da
alcuni, al regime sovietico nessuno in Occidente aveva mai negato un carattere
di grande stabilità. Però l’unica incertezza è se si tratterà di crollo
improvviso o di rapido sgretolamento perché il sistema è odioso ma non stabile,
le sue tensioni interne si stanno avvicinando al punto di rottura. Il paese sta
rapidamente diventando, e in parte già è, un enorme paese sottosviluppato. Per
invertire il regime dovrebbe mutare. Ma la classe al potere è decisa a
restarvi, e quindi non permetterà cambiamenti. Fino al crollo. (meditazione
sulla rilettura di: UNIONE SOVIETICA. Cadrà, cadrà… Articolo di Sandro Parone
sul saggio: La caduta finale di Emmanuel Todd. PANORAMA 19 ottobre 1976).
IL
PROLETARIATO VOLANTE
Introduzione
Nella Pravda
si scrive la verità.
Nelle Izvestia
le notizie.
Sono fatti.
Prendili, se vuoi,
e servili in tavola.
Ma al poeta
interessa
anche quello
che succederà tra duecento
anni,
o anche solo
tra cento.
La Guerra come sarà adesso
Quando
sfogliamo
i fogli dei giornali,
e scorriamo
le novità
dell’estero paludoso,
diamo un balzo:
gli scienziati degl’imperialisti
hanno inventato
chi un gas,
chi un raggio,
chi un aereo senza pilota.
Si preoccupano forse
di volatili?
Aiutano
l’umanità
incrociando raggi?
No,
dalla volta celeste
un nuovo cappio
allungano
per il collo
degli operai e dei contadini.
Per un decennio
la morte
ha riempito le pagine
di tutti i giornali:
mutilazioni,
strazio…
Ma una sciocchezza parranno
queste stragi
di fronte all’orrore
delle future fantasmagorie.
L’anno 2125
Il cielo aveva congiunto le palme
(a elemosinare stelle).
Insomma era sera,
per dirla alla buone.
E in cielo,
come sempre,
comparve un aeroplanino.
Uno dei soliti,
un autoscrivente
dell’Aerorosta.
Mosca.
I moscoviti
salirono sui tetti
delle case
a quaranta piani della Comune.
Diamo un’occhiata…
vediamo cosa scrive…
Chi?
Contro chi?
Quando?
Per chi?
-Vladimir Majakovkij- (tre capitoli di 24?)
Commenti
Posta un commento